La costa ionica della Basilicata è caratterizzata dalla presenza di una estesa spiaggia, costituita da un arenile formato da sedimenti sabbiosi e subordinatamente ghiaiosi, che derivano dalla ridistribuzione dei depositi riversati da diversi corsi d’acqua, da parte del moto ondoso e del drift litoraneo. Nelle ultime decine di anni, la modificazione di importanti equilibri ad opera sia di interventi antropici direttamente sulla costa ma anche nei settori medio-alti dei bacini di drenaggio fluviali che sottendono la costa, concomitanti alle recenti e repentine variazioni climatiche in corso, hanno determinato un forte stato di arretramento costiero del litorale ionico, con pesanti conseguenze sugli aspetti naturalistici e turistici che lo caratterizzano. Le esperienze di interventi su litorali in arretramento che derivano dall’attività di salvaguardia sia in campo internazionale, ma soprattutto attuate nelle ultime decine di anni lungo le coste del territorio italiano, hanno dimostrato come l’intervento più efficace per ripristinare, anche se in parte, lo stato dei luoghi di un litorale in forte erosione, è quello del ripascimento costiero, il versamento, cioè, di volumi di sedimenti derivanti da un area sorgente, direttamente sull’arenile. In questo articolo vengono discusse alcune problematiche relative i) al reperimento di volumi di sedimento sufficienti ad azioni di ripascimento nell’entroterra delle aree costiere di intervento, ii) a compatibilità sia granulometrica che mineralogica tra i sedimenti derivanti da un area sorgente e l’arenile di destinazione, iii) alle modalità di monitoraggio e mantenimento dei sedimenti riversati lungo una spiaggia in arretramento durante e dopo la messa in opera dell’azione di ripascimento costiero.

Reperimento e compatibilità di sedimenti prelevati in aree continentali ai fini di azioni di ripascimento costiero: l’esempio dell’entroterra ionico della Basilicata

LONGHITANO, Sergio Giuseppe
2008-01-01

Abstract

La costa ionica della Basilicata è caratterizzata dalla presenza di una estesa spiaggia, costituita da un arenile formato da sedimenti sabbiosi e subordinatamente ghiaiosi, che derivano dalla ridistribuzione dei depositi riversati da diversi corsi d’acqua, da parte del moto ondoso e del drift litoraneo. Nelle ultime decine di anni, la modificazione di importanti equilibri ad opera sia di interventi antropici direttamente sulla costa ma anche nei settori medio-alti dei bacini di drenaggio fluviali che sottendono la costa, concomitanti alle recenti e repentine variazioni climatiche in corso, hanno determinato un forte stato di arretramento costiero del litorale ionico, con pesanti conseguenze sugli aspetti naturalistici e turistici che lo caratterizzano. Le esperienze di interventi su litorali in arretramento che derivano dall’attività di salvaguardia sia in campo internazionale, ma soprattutto attuate nelle ultime decine di anni lungo le coste del territorio italiano, hanno dimostrato come l’intervento più efficace per ripristinare, anche se in parte, lo stato dei luoghi di un litorale in forte erosione, è quello del ripascimento costiero, il versamento, cioè, di volumi di sedimenti derivanti da un area sorgente, direttamente sull’arenile. In questo articolo vengono discusse alcune problematiche relative i) al reperimento di volumi di sedimento sufficienti ad azioni di ripascimento nell’entroterra delle aree costiere di intervento, ii) a compatibilità sia granulometrica che mineralogica tra i sedimenti derivanti da un area sorgente e l’arenile di destinazione, iii) alle modalità di monitoraggio e mantenimento dei sedimenti riversati lungo una spiaggia in arretramento durante e dopo la messa in opera dell’azione di ripascimento costiero.
2008
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