La pubblicazione del libro di Maurizio Ferraris Goodbye Kant ha suscitato, come si sa, molte reazioni di diverso genere, non solo nell’ambito più strettamente accademico o nella cerchia degli studiosi kantiani. Il suo intento, palesemente contestatore, s’intreccia a volte con un misto di pura provocazione e ironia – non senza compiacersi e compiacere, in modo anche raffinato, il lettore – non smarrendo, comunque, il filo del suo obiettivo primario: demolire un monumento come la filosofia di Kant, riconoscendone praticamente solo la sua straordinaria influenza storica. Partendo dalla lettura della Critica della ragion pura, l’autore attacca le fondamenta dell’impresa trascendentale denunciandone limiti, confusioni, difficoltà filosofiche di diverso genere (epistemologiche, gnoseologiche, mentaliste), anche attraverso incursioni sottili negli ingranaggi più delicati di quell’impresa. Se in questa sede si ritorna a quel congedo, che ha goduto in questi anni di non poche fortune, anche e soprattutto editoriali, è solo per evidenziare alcuni recenti contributi kantiani che, rispondendo direttamente o indirettamente a quelle difficoltà, rappresentano senz’altro una sponda privilegiata per ripensare alcune questioni emerse anche da quel dibattito.
Attualità kantiane: nota sulla questione della conoscenza del sé in Kant
FORGIONE, Luca
2008-01-01
Abstract
La pubblicazione del libro di Maurizio Ferraris Goodbye Kant ha suscitato, come si sa, molte reazioni di diverso genere, non solo nell’ambito più strettamente accademico o nella cerchia degli studiosi kantiani. Il suo intento, palesemente contestatore, s’intreccia a volte con un misto di pura provocazione e ironia – non senza compiacersi e compiacere, in modo anche raffinato, il lettore – non smarrendo, comunque, il filo del suo obiettivo primario: demolire un monumento come la filosofia di Kant, riconoscendone praticamente solo la sua straordinaria influenza storica. Partendo dalla lettura della Critica della ragion pura, l’autore attacca le fondamenta dell’impresa trascendentale denunciandone limiti, confusioni, difficoltà filosofiche di diverso genere (epistemologiche, gnoseologiche, mentaliste), anche attraverso incursioni sottili negli ingranaggi più delicati di quell’impresa. Se in questa sede si ritorna a quel congedo, che ha goduto in questi anni di non poche fortune, anche e soprattutto editoriali, è solo per evidenziare alcuni recenti contributi kantiani che, rispondendo direttamente o indirettamente a quelle difficoltà, rappresentano senz’altro una sponda privilegiata per ripensare alcune questioni emerse anche da quel dibattito.File | Dimensione | Formato | |
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