L’evoluzione di un ciclo orogenico generalmente comprende due stadi distensivi separati da uno stadio compressivo. Questa successione di eventi ha caratterizzato la storia deformativa di molte catene collisionali, ed il record di ogni singolo stadio può essere riconosciuto tramite l’analisi di strutture a scala diversa, da microscopica a regionale. Tuttavia, mentre la storia completa di una catena viene generalmente dedotta dall’integrazione di osservazioni condotte su numerose esposizioni e sezioni naturali, sono invece estremamente rare le situazioni nelle quali è possibile ricostruire l’intera sequenza deformativa attraverso lo studio un singolo affioramento. Il doppio cambiamento di regime tettonico (inversione tettonica) che ha caratterizzato l’evoluzione dell’Appennino meridionale, da distensione pre-orogenica a compressione sin-orogenica (inversione positiva) e da compressione sin-orogenica a distensione tardo/post-orogenica (inversione negativa), ben documentato alla scala regionale nelle Unità Lagonegresi della Basilicata, è magnificamente registrato in una sezione di dimensioni metriche a Serra Manarella, nei pressi dell’abitato di San Fele (Potenza). In questa sezione affiora la parte superiore della Formazione degli Scisti Silicei del Giurassico, che passa alla sovrastante Formazione dei Galestri del Cretacico Inferiore. Una faglia diretta sinsedimentaria che produce un rigetto di alcune decine di centimetri è sigillata dagli strati sommitali degli Scisti Silicei. Questi strati sono coinvolti in una coppia anticlinale-sinclinale, collegata allo sviluppo verso l’alto di un sovrascorrimento mesoscopico di età neogenica. La struttura composita risultante dalla sovrapposizione del sovrascorrimento alla faglia diretta sinsedimentaria, è a sua volta troncata da una faglia diretta riferibile al Pleistocene Medio, che produce un rigetto verticale di alcuni metri. Lo studio dei rapporti di sovrapposizione fra queste strutture rappresenta, pertanto, un’eccezionale opportunità per poter definire in maniera univoca la cronologia relativa delle principali deformazioni che hanno caratterizzato l’evoluzione tettonica delle Unità Lagonegresi nell’Appennino Meridionale. Il riconoscimento di situazioni analoghe in altri settori della catena sud-appenninica, od in altre catene orogeniche, può essere difficile, in quanto richiede una rara combinazione di esposizione perpendicolare, o almeno ad alto angolo rispetto alle strutture analizzate, ed una marcata coassialità strutturale; tuttavia esso potrebbe porre importanti vincoli all’interpretazione della cronologia relativa fra le strutture macroscopiche affioranti in una determinata area, fornendo in tal modo un’utile strumento per la realizzazione di sezioni di importanza regionale.
La storia deformativa dell’Appennino meridionale ricostruita in un affioramento metrico nei dintorni di San Fele (Potenza)
PROSSER, Giacomo;
2003-01-01
Abstract
L’evoluzione di un ciclo orogenico generalmente comprende due stadi distensivi separati da uno stadio compressivo. Questa successione di eventi ha caratterizzato la storia deformativa di molte catene collisionali, ed il record di ogni singolo stadio può essere riconosciuto tramite l’analisi di strutture a scala diversa, da microscopica a regionale. Tuttavia, mentre la storia completa di una catena viene generalmente dedotta dall’integrazione di osservazioni condotte su numerose esposizioni e sezioni naturali, sono invece estremamente rare le situazioni nelle quali è possibile ricostruire l’intera sequenza deformativa attraverso lo studio un singolo affioramento. Il doppio cambiamento di regime tettonico (inversione tettonica) che ha caratterizzato l’evoluzione dell’Appennino meridionale, da distensione pre-orogenica a compressione sin-orogenica (inversione positiva) e da compressione sin-orogenica a distensione tardo/post-orogenica (inversione negativa), ben documentato alla scala regionale nelle Unità Lagonegresi della Basilicata, è magnificamente registrato in una sezione di dimensioni metriche a Serra Manarella, nei pressi dell’abitato di San Fele (Potenza). In questa sezione affiora la parte superiore della Formazione degli Scisti Silicei del Giurassico, che passa alla sovrastante Formazione dei Galestri del Cretacico Inferiore. Una faglia diretta sinsedimentaria che produce un rigetto di alcune decine di centimetri è sigillata dagli strati sommitali degli Scisti Silicei. Questi strati sono coinvolti in una coppia anticlinale-sinclinale, collegata allo sviluppo verso l’alto di un sovrascorrimento mesoscopico di età neogenica. La struttura composita risultante dalla sovrapposizione del sovrascorrimento alla faglia diretta sinsedimentaria, è a sua volta troncata da una faglia diretta riferibile al Pleistocene Medio, che produce un rigetto verticale di alcuni metri. Lo studio dei rapporti di sovrapposizione fra queste strutture rappresenta, pertanto, un’eccezionale opportunità per poter definire in maniera univoca la cronologia relativa delle principali deformazioni che hanno caratterizzato l’evoluzione tettonica delle Unità Lagonegresi nell’Appennino Meridionale. Il riconoscimento di situazioni analoghe in altri settori della catena sud-appenninica, od in altre catene orogeniche, può essere difficile, in quanto richiede una rara combinazione di esposizione perpendicolare, o almeno ad alto angolo rispetto alle strutture analizzate, ed una marcata coassialità strutturale; tuttavia esso potrebbe porre importanti vincoli all’interpretazione della cronologia relativa fra le strutture macroscopiche affioranti in una determinata area, fornendo in tal modo un’utile strumento per la realizzazione di sezioni di importanza regionale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.