Il saggio si incentra sull’analisi del rapporto che il Pascoli ebbe con la stampa quotidiana. Una relazione conflittuale, caratterizzata dal continuo alternarsi di stati d’animo contrastanti, pervasa spesso da un atteggiamento di diffidenza verso il giornalismo e al contempo permeata da una tensione quasi ansiogena che il poeta manifestò più volte nei confronti degli ambienti di redazione. Un’intesa dunque difficile e sofferta, che in ogni modo rivela il perenne desiderio di trovare un punto d’incontro tra sé e le vicende di attualità, tra l’intimo mondo poetico e la cronaca. A differenza del rivale Gabriele – indiscusso politico e giornalista consumato – il poeta romagnolo fu soprattutto assiduo e vorace lettore di giornali, ed è ormai accertata – rileggendo i numerosi ritagli incollati nei taccuini che si conservano nell’Archivio di Castelvecchio – la sua attenzione quasi morbosa per le vicende giudiziarie del tempo, spesso spunto di ispirazione poetica. Non a caso, dalle letture giornalistiche del Pascoli germogliarono prose e poesie e se da un lato appare innegabile il tormentato rapporto del poeta con la vita pubblica e la stampa, è altresì evidente il desiderio di uscire dal guscio della scontrosa solitudine per confrontarsi con la realtà esterna nella vita di relazione.
Giovanni Pascoli e i fatti di cronaca nella stampa quotidiana.
PISANI, Carla
Writing – Original Draft Preparation
2013-01-01
Abstract
Il saggio si incentra sull’analisi del rapporto che il Pascoli ebbe con la stampa quotidiana. Una relazione conflittuale, caratterizzata dal continuo alternarsi di stati d’animo contrastanti, pervasa spesso da un atteggiamento di diffidenza verso il giornalismo e al contempo permeata da una tensione quasi ansiogena che il poeta manifestò più volte nei confronti degli ambienti di redazione. Un’intesa dunque difficile e sofferta, che in ogni modo rivela il perenne desiderio di trovare un punto d’incontro tra sé e le vicende di attualità, tra l’intimo mondo poetico e la cronaca. A differenza del rivale Gabriele – indiscusso politico e giornalista consumato – il poeta romagnolo fu soprattutto assiduo e vorace lettore di giornali, ed è ormai accertata – rileggendo i numerosi ritagli incollati nei taccuini che si conservano nell’Archivio di Castelvecchio – la sua attenzione quasi morbosa per le vicende giudiziarie del tempo, spesso spunto di ispirazione poetica. Non a caso, dalle letture giornalistiche del Pascoli germogliarono prose e poesie e se da un lato appare innegabile il tormentato rapporto del poeta con la vita pubblica e la stampa, è altresì evidente il desiderio di uscire dal guscio della scontrosa solitudine per confrontarsi con la realtà esterna nella vita di relazione.File | Dimensione | Formato | |
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