Grazie al confronto tra la precedente letteratura sugli aspetti storici, religiosi, socio-economici e demografici, artistici ed architettonici della Basilicata tra tarda antichità e medioevo con più recenti indagini archeologiche e con progetti di ricerca in corso, è stato possibile delineare un quadro d’insieme sulla evoluzione delle forme di insediamento e di sfruttamento territoriale tra X e XII secolo. La lettura archeologica di un territorio dai confini geografici e culturali di difficile e complessa individuazione ha tenuto conto di tre elementi “diagnostici” (città, campagne e siti fortificati), osservati attraverso il confronto con il registro materiale e storico-documentario ed in parallelo con altre esperienze regionali. Se per i secoli V-VII d.C. i dati archeologici delineano una discreta vitalità delle campagne, solo agli inizi appare la lettura delle trasformazioni delle campagne nell’altomedioevo; per alcune aree specifiche si assiste ad un processo di riconfigurazione delle aree rurali dipendente e/o generato da due modelli insediativi peculiari: il monastero e il castello. Tra VIII e X secolo le grandi istituzioni monastiche sostenute dai principi longobardi (Montecassino, Santa Sofia di Benevento, San Vincenzo al Volturno) estesero la loro giurisdizione su numerose chiese e casali della Basilicata, ripopolando e rivitalizzando aree ormai abbandonate e altrettanto fece il monachesimo greco. Tra XI e XIII secolo la geografia del potere viene ridisegnata dalla conquista normanna e dalla riorganizzazione del territorio della Basilicata ad opera di Federico II, attraverso una consistente rete di castelli, fondazioni monastiche, ed insediamenti sparsi nelle campagne. L’utilizzo di specifiche metodologie di ricerca per la comprensione delle dinamiche territoriali (viewshed analysis, shortest path) e dei sistemi di collegamento tra i siti fortificati e l’analisi della circolazione della ceramica proveniente dai contesti scavati, ha consentito infine di proporre un primo quadro dell’archeologia del potere nelle campagne medievali della Basilicata.

Il mondo rurale della Basilicata nel medioevo. La lettura archeologica della compagine insediativa, delle modalità di controllo e sfruttamento territoriale e dei sistemi socio-economici delle campagne tra X e XIII secolo

SOGLIANI, FRANCESCA
2010-01-01

Abstract

Grazie al confronto tra la precedente letteratura sugli aspetti storici, religiosi, socio-economici e demografici, artistici ed architettonici della Basilicata tra tarda antichità e medioevo con più recenti indagini archeologiche e con progetti di ricerca in corso, è stato possibile delineare un quadro d’insieme sulla evoluzione delle forme di insediamento e di sfruttamento territoriale tra X e XII secolo. La lettura archeologica di un territorio dai confini geografici e culturali di difficile e complessa individuazione ha tenuto conto di tre elementi “diagnostici” (città, campagne e siti fortificati), osservati attraverso il confronto con il registro materiale e storico-documentario ed in parallelo con altre esperienze regionali. Se per i secoli V-VII d.C. i dati archeologici delineano una discreta vitalità delle campagne, solo agli inizi appare la lettura delle trasformazioni delle campagne nell’altomedioevo; per alcune aree specifiche si assiste ad un processo di riconfigurazione delle aree rurali dipendente e/o generato da due modelli insediativi peculiari: il monastero e il castello. Tra VIII e X secolo le grandi istituzioni monastiche sostenute dai principi longobardi (Montecassino, Santa Sofia di Benevento, San Vincenzo al Volturno) estesero la loro giurisdizione su numerose chiese e casali della Basilicata, ripopolando e rivitalizzando aree ormai abbandonate e altrettanto fece il monachesimo greco. Tra XI e XIII secolo la geografia del potere viene ridisegnata dalla conquista normanna e dalla riorganizzazione del territorio della Basilicata ad opera di Federico II, attraverso una consistente rete di castelli, fondazioni monastiche, ed insediamenti sparsi nelle campagne. L’utilizzo di specifiche metodologie di ricerca per la comprensione delle dinamiche territoriali (viewshed analysis, shortest path) e dei sistemi di collegamento tra i siti fortificati e l’analisi della circolazione della ceramica proveniente dai contesti scavati, ha consentito infine di proporre un primo quadro dell’archeologia del potere nelle campagne medievali della Basilicata.
2010
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