Grazie a fonti documentarie in larga parte inedite, l'articolo ricostruisce l'impegno politico-letterario di Pietro Mele dal 1943 al 1967, anno della sua morte. Nato a San Severino Lucano nel 1911 e rimasto orfano di padre all'età di dodici anni, Mele iniziò a lavorare giovanissimo come fabbro ferraio. Studiando da autodidatta, nel 1938 conseguì il diploma presso l'Istituto Magistrale di Firenze, diventando maestro elementare. Nel giugno del 1943 fu nominato commissario prefettizio del suo comune d'origine, mantenendo la carica anche nella delicata fase di transizione dal fascismo alla Repubblica. Uomo di profonda fede cristiana, individuò nel Partito comunista la forza politica capace di tradurre i precetti evangelici di attenzione agli ultimi e agli indifesi in atti concreti di progresso civile, culturale e sociale, non condividendo la dottrina del materialismo ateo, ma attribuendo al comunismo il ruolo di baluardo contro le tendenze più conservatrici e reazionarie della società. Contribuì per questo alla fondazione della sezione del Pci di San Severino Lucano e, nell'autunno del 1946, la lista "Stella" da lui guidata vinse le elezioni amministrative. Il Consiglio comunale lo elesse quindi alla carica di sindaco, impegno che mantenne fino al 1952. Nell'ottobre del 1950, in piena guerra fredda, il prefetto di Potenza lo sospese dall'incarico per aver promosso tra i suoi concittadini la raccolta firme per la petizione di Stoccolma in favore della pace e contro le armi atomiche. La sospensione suscitò le proteste dell'intero Consiglio e fu oggetto di diverse interrogazioni parlamentari. Come sindaco, Mele avviò un importante azione di ammodernamento del paese, spendendosi per la tutela e la valorizzazione dell'ambiente e la costruzione di strade, ponti, acquedotti, fognature e scuole. Perseguì tali obiettivi – nell'interesse di tutti i centri dell'area del lagonegrese e del Pollino – anche come consigliere provinciale nel periodo compreso tra il 1956 e il 1964, anno in cui tornò alla guida del comune di San Severino, questa volta con una lista d'ispirazione democristiana. Nel febbraio del 1967, pochi mesi prima di morire, scrisse il testo della delibera con cui la Giunta comunale sanseverinese chiese ufficialmente alle autorità governative italiane di elevare il massiccio del Pollino a Parco Nazionale, cosa che avvenne 21 anni dopo, nel 1988. Pietro Mele, però, fu anche un abile romanziere. Tra il 1956 e il 1966, infatti, pubblicò tre volumi con la Casa editrice milanese Gastaldi: I Crocifissi, tradotto anche in Brasile dall'Editora das Américas di Sao Paulo con il titolo A cruz de Roma; Il prossimo tuo e Aurora. I tre i romanzi storici, che ebbero un buon successo editoriale e di critica, furono ambientati rispettivamente in epoca romana, nel 1953 e negli anni della Seconda guerra mondiale. Essi rivelano ancora oggi non solo le doti di narratore di Mele, ma anche e soprattutto la sua visione del mondo e dei rapporti umani, riflettendo in chiave letteraria il senso più autentico della sua attività etico-politica, vissuta all'insegna dell'elevazione spirituale, dell'emancipazione culturale e del benessere collettivo
«Sono comunista e sono cristiano»: l'impegno politico-letterario di Pietro Mele a San Severino Lucano nel secondo dopoguerra (1943-1967)
Fasanella Michele
2025-01-01
Abstract
Grazie a fonti documentarie in larga parte inedite, l'articolo ricostruisce l'impegno politico-letterario di Pietro Mele dal 1943 al 1967, anno della sua morte. Nato a San Severino Lucano nel 1911 e rimasto orfano di padre all'età di dodici anni, Mele iniziò a lavorare giovanissimo come fabbro ferraio. Studiando da autodidatta, nel 1938 conseguì il diploma presso l'Istituto Magistrale di Firenze, diventando maestro elementare. Nel giugno del 1943 fu nominato commissario prefettizio del suo comune d'origine, mantenendo la carica anche nella delicata fase di transizione dal fascismo alla Repubblica. Uomo di profonda fede cristiana, individuò nel Partito comunista la forza politica capace di tradurre i precetti evangelici di attenzione agli ultimi e agli indifesi in atti concreti di progresso civile, culturale e sociale, non condividendo la dottrina del materialismo ateo, ma attribuendo al comunismo il ruolo di baluardo contro le tendenze più conservatrici e reazionarie della società. Contribuì per questo alla fondazione della sezione del Pci di San Severino Lucano e, nell'autunno del 1946, la lista "Stella" da lui guidata vinse le elezioni amministrative. Il Consiglio comunale lo elesse quindi alla carica di sindaco, impegno che mantenne fino al 1952. Nell'ottobre del 1950, in piena guerra fredda, il prefetto di Potenza lo sospese dall'incarico per aver promosso tra i suoi concittadini la raccolta firme per la petizione di Stoccolma in favore della pace e contro le armi atomiche. La sospensione suscitò le proteste dell'intero Consiglio e fu oggetto di diverse interrogazioni parlamentari. Come sindaco, Mele avviò un importante azione di ammodernamento del paese, spendendosi per la tutela e la valorizzazione dell'ambiente e la costruzione di strade, ponti, acquedotti, fognature e scuole. Perseguì tali obiettivi – nell'interesse di tutti i centri dell'area del lagonegrese e del Pollino – anche come consigliere provinciale nel periodo compreso tra il 1956 e il 1964, anno in cui tornò alla guida del comune di San Severino, questa volta con una lista d'ispirazione democristiana. Nel febbraio del 1967, pochi mesi prima di morire, scrisse il testo della delibera con cui la Giunta comunale sanseverinese chiese ufficialmente alle autorità governative italiane di elevare il massiccio del Pollino a Parco Nazionale, cosa che avvenne 21 anni dopo, nel 1988. Pietro Mele, però, fu anche un abile romanziere. Tra il 1956 e il 1966, infatti, pubblicò tre volumi con la Casa editrice milanese Gastaldi: I Crocifissi, tradotto anche in Brasile dall'Editora das Américas di Sao Paulo con il titolo A cruz de Roma; Il prossimo tuo e Aurora. I tre i romanzi storici, che ebbero un buon successo editoriale e di critica, furono ambientati rispettivamente in epoca romana, nel 1953 e negli anni della Seconda guerra mondiale. Essi rivelano ancora oggi non solo le doti di narratore di Mele, ma anche e soprattutto la sua visione del mondo e dei rapporti umani, riflettendo in chiave letteraria il senso più autentico della sua attività etico-politica, vissuta all'insegna dell'elevazione spirituale, dell'emancipazione culturale e del benessere collettivo| File | Dimensione | Formato | |
|---|---|---|---|
|
Michele Fasanella_basiliskos VI_Pietro Mele.pdf
solo utenti autorizzati
Tipologia:
Pdf editoriale
Licenza:
Versione editoriale
Dimensione
2.12 MB
Formato
Adobe PDF
|
2.12 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri Richiedi una copia |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


