Amnesia urbana e amnesia ambientale generazionale sono due fenomeni che hanno una matrice comune: si tratta di un deficit indotto dalla perdita progressiva di interazioni socioculturali, nel primo caso, e ambientali nel secondo. L’amnesia urbana si riferisce alla perdita, intenzionale o involontaria, della memoria collettiva associata a spazi urbani specifici. L’amnesia urbana porta spesso alla cancellazione dei legami tra comunità e territori, con conseguente disorientamento identitario e sociale. L’amnesia ambientale generazionale (Kahn, 2002) è definita come un costante slittamento dei parametri di quella che consideriamo una normale condizione ambientale. L’accelerazione esponenziale dell’urbanizzazione verificatasi a partire dalla seconda metà del secolo scorso è alla base di entrambi i fenomeni. Si tratta di una condizione inedita nella storia dell’umanità che implica la necessità di una rivoluzione di approcci, metodi e paradigmi, in sintesi, di una rivoluzione scientifica (Kuhn, 1962). L’ipotesi biofila (Kellert & Wilson, 1993) costituisce il fondamento su cui una nuova soglia epistemologica va definendosi e in cui la nostra ricerca colloca la Città-Natura come paradigma transdisciplinare tra architettura - in senso trascalare, quindi dal manufatto al paesaggio – biologia e psicologia ambientale. In tale contesto emergono tre possibili categorie operative: osmosi, ibridazione, simbiosi. In particolare progettare Città-Natura simbiotiche equivale a progettare per lo Chthulucene (Haraway, 2023).

Ipotesi biofila e progettazione rigenerativa per la Città-Natura

Rizzi, C.
2024-01-01

Abstract

Amnesia urbana e amnesia ambientale generazionale sono due fenomeni che hanno una matrice comune: si tratta di un deficit indotto dalla perdita progressiva di interazioni socioculturali, nel primo caso, e ambientali nel secondo. L’amnesia urbana si riferisce alla perdita, intenzionale o involontaria, della memoria collettiva associata a spazi urbani specifici. L’amnesia urbana porta spesso alla cancellazione dei legami tra comunità e territori, con conseguente disorientamento identitario e sociale. L’amnesia ambientale generazionale (Kahn, 2002) è definita come un costante slittamento dei parametri di quella che consideriamo una normale condizione ambientale. L’accelerazione esponenziale dell’urbanizzazione verificatasi a partire dalla seconda metà del secolo scorso è alla base di entrambi i fenomeni. Si tratta di una condizione inedita nella storia dell’umanità che implica la necessità di una rivoluzione di approcci, metodi e paradigmi, in sintesi, di una rivoluzione scientifica (Kuhn, 1962). L’ipotesi biofila (Kellert & Wilson, 1993) costituisce il fondamento su cui una nuova soglia epistemologica va definendosi e in cui la nostra ricerca colloca la Città-Natura come paradigma transdisciplinare tra architettura - in senso trascalare, quindi dal manufatto al paesaggio – biologia e psicologia ambientale. In tale contesto emergono tre possibili categorie operative: osmosi, ibridazione, simbiosi. In particolare progettare Città-Natura simbiotiche equivale a progettare per lo Chthulucene (Haraway, 2023).
2024
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