La marginalità colturale (es., suoli in pendenza con scarsa sostanza organica) caratterizza molti areali del Sud Italia. Il livello di sostanza organica è prerequisito per migliorare struttura e funzionalità del suolo (Montanaro et al., 2018). Spesso gli oliveti tradizionali sono gestiti con lavorazioni continue del suolo con conseguente emissione di CO2, perdita di sostanza organica e vulnerabilità all’erosione (Gucci et al., 2012). Lo studio ha avuto lo scopo di valutare l’effetto dell’inerbimento spontaneo in oliveto marginale su: a) permeabilità; b) erosione; c) biomassa della flora spontanea. In un oliveto (Montescaglioso - MT) della cv ‘Ogliarola del Bradano’ (100 alberi ha-1, 95 m slm, pendenza 9.5 %) è stata impostata una gestione differenziata del suolo: lavorato (L) vs inerbito (I). Durante la stagione vegeto-produttiva, sono stati misurati: a) la conducibilità idraulica del suolo a saturazione (Kfs) e il potenziale di flusso matriciale (Φm) a mezzo del permeametro di Guelph (n = 6); b) il ruscellamento e la quantità di suolo eroso con il simulatore di pioggia (n = 3); c) il peso secco della biomassa su parcelle di 1 m2 (n = 5) quantificato in primavera ed in autunno. In entrambe le tesi, sia Kfs (2.96 ± 1.00 e 2.49 ± 0.80 cm min-1 in L e I, rispettivamente) che Φm (0.41 ± 0.14 e 0.35 ± 0.11 cm2 min-1 in L e I, rispettivamente) non hanno mostrato differenze significative trattandosi del primo anno di insediamento della flora spontanea (Ramos et al., 2011). La presenza del cotico erboso, invece, ha significativamente ridotto di circa l’88% il ruscellamento (da 168.92 ± 76.96 g in L a 19.61 ± 5.75 g in I) e di circa il 64% la quantità di suolo eroso nella tesi I (0.53 ± 0.24 t ha-1) rispetto alla tesi L (1.48 ± 0.11 t ha-1) (Kort et al., 1998). Infatti, la quantità di biomassa misurata in primavera nel suolo I è risultata essere significativamente maggiore rispetto a L sia in primavera (3.98 ± 1.86 e 0.30 ± 0.09 t ha-1 in I e L, rispettivamente) che in autunno (1.32 ± 0.42 e 0.55 ± 0.10 t ha-1 in I e L, rispettivamente). Lo studio ha dimostrato come, nel breve periodo, la gestione del suolo sia in grado di contrastare le perdite di suolo ed aumentare la quantità di biomassa apportata che, nel lungo periodo, può favorire il sequestro di carbonio nel suolo (Ardenti et al., 2023) e la fertilità biologica e minerale dello stesso (de Torres et al., 2021). I risultati ottenuti forniscono informazioni di carattere quantitativo al concetto di ‘resilienza’ nei sistemi olivicoli marginali.

Gestione del suolo e resilienza in oliveto marginale

Antonio Carlomagno
;
Giuseppe Montanaro;Vitale Nuzzo
2024-01-01

Abstract

La marginalità colturale (es., suoli in pendenza con scarsa sostanza organica) caratterizza molti areali del Sud Italia. Il livello di sostanza organica è prerequisito per migliorare struttura e funzionalità del suolo (Montanaro et al., 2018). Spesso gli oliveti tradizionali sono gestiti con lavorazioni continue del suolo con conseguente emissione di CO2, perdita di sostanza organica e vulnerabilità all’erosione (Gucci et al., 2012). Lo studio ha avuto lo scopo di valutare l’effetto dell’inerbimento spontaneo in oliveto marginale su: a) permeabilità; b) erosione; c) biomassa della flora spontanea. In un oliveto (Montescaglioso - MT) della cv ‘Ogliarola del Bradano’ (100 alberi ha-1, 95 m slm, pendenza 9.5 %) è stata impostata una gestione differenziata del suolo: lavorato (L) vs inerbito (I). Durante la stagione vegeto-produttiva, sono stati misurati: a) la conducibilità idraulica del suolo a saturazione (Kfs) e il potenziale di flusso matriciale (Φm) a mezzo del permeametro di Guelph (n = 6); b) il ruscellamento e la quantità di suolo eroso con il simulatore di pioggia (n = 3); c) il peso secco della biomassa su parcelle di 1 m2 (n = 5) quantificato in primavera ed in autunno. In entrambe le tesi, sia Kfs (2.96 ± 1.00 e 2.49 ± 0.80 cm min-1 in L e I, rispettivamente) che Φm (0.41 ± 0.14 e 0.35 ± 0.11 cm2 min-1 in L e I, rispettivamente) non hanno mostrato differenze significative trattandosi del primo anno di insediamento della flora spontanea (Ramos et al., 2011). La presenza del cotico erboso, invece, ha significativamente ridotto di circa l’88% il ruscellamento (da 168.92 ± 76.96 g in L a 19.61 ± 5.75 g in I) e di circa il 64% la quantità di suolo eroso nella tesi I (0.53 ± 0.24 t ha-1) rispetto alla tesi L (1.48 ± 0.11 t ha-1) (Kort et al., 1998). Infatti, la quantità di biomassa misurata in primavera nel suolo I è risultata essere significativamente maggiore rispetto a L sia in primavera (3.98 ± 1.86 e 0.30 ± 0.09 t ha-1 in I e L, rispettivamente) che in autunno (1.32 ± 0.42 e 0.55 ± 0.10 t ha-1 in I e L, rispettivamente). Lo studio ha dimostrato come, nel breve periodo, la gestione del suolo sia in grado di contrastare le perdite di suolo ed aumentare la quantità di biomassa apportata che, nel lungo periodo, può favorire il sequestro di carbonio nel suolo (Ardenti et al., 2023) e la fertilità biologica e minerale dello stesso (de Torres et al., 2021). I risultati ottenuti forniscono informazioni di carattere quantitativo al concetto di ‘resilienza’ nei sistemi olivicoli marginali.
2024
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