Nell’attuale società, caratterizzata da indebolimento del senso civico e destrutturazione della dimensione identitaria, occorre nuovamente definire percorsi progettuali in grado di ascoltare e rispettare le differenze, ripensando la cittadinanza come dimensione relazionale, intersoggettiva, culturale, partendo dal paradigma dell’educativo. La progressivamente centralità acquisita dall’educazione alla cittadinanza, divenuta luogo cognitivo di riflessione e proposta, manifesta la necessità di ripensare la democrazia, il suo esercizio e la sua educazione. Una pedagogia attiva, che permetta di abbattere le barriere tra discipline scolastiche e quelle tra la scuola e il mondo esterno; accompagnare i programmi scolastici e lottare contro l’insuccesso scolastico, consentirebbe di sviluppare una pedagogia del progetto. All’interno di una simile prospettiva la pedagogia del patrimonio culturale, non essendo una materia ma, piuttosto, un approccio in grado di produrre una cultura dell’emancipazione e dell’autoregolazione dei comportamenti, diviene strumento di promozione dell’educazione ai diritti umani ed alla globalità. Si avverte nuovamente l’eco della considerazione deweyana: learning for democracy. Del resto, per l’educazione al cultural heritage, come per la cittadinanza, si tratta di concetti sottoposti nel tempo ad una profonda revisione, che ne ha ridefinito peculiarità ed ambiti di indagine. Assumendo, dunque, i nuovi significati e ruoli prodotti nei contesti della società contemporanea, l’educazione al patrimonio culturale diventa agente dei processi di educazione alla cittadinanza e alla costruzione dell’identità europea, con implicazioni sull’individuo e sulla società.

Educazione alla cittadinanza, pedagogia del patrimonio culturale: riflessioni di pedagogia

Scalcione Vincenzo Nunzio
2021-01-01

Abstract

Nell’attuale società, caratterizzata da indebolimento del senso civico e destrutturazione della dimensione identitaria, occorre nuovamente definire percorsi progettuali in grado di ascoltare e rispettare le differenze, ripensando la cittadinanza come dimensione relazionale, intersoggettiva, culturale, partendo dal paradigma dell’educativo. La progressivamente centralità acquisita dall’educazione alla cittadinanza, divenuta luogo cognitivo di riflessione e proposta, manifesta la necessità di ripensare la democrazia, il suo esercizio e la sua educazione. Una pedagogia attiva, che permetta di abbattere le barriere tra discipline scolastiche e quelle tra la scuola e il mondo esterno; accompagnare i programmi scolastici e lottare contro l’insuccesso scolastico, consentirebbe di sviluppare una pedagogia del progetto. All’interno di una simile prospettiva la pedagogia del patrimonio culturale, non essendo una materia ma, piuttosto, un approccio in grado di produrre una cultura dell’emancipazione e dell’autoregolazione dei comportamenti, diviene strumento di promozione dell’educazione ai diritti umani ed alla globalità. Si avverte nuovamente l’eco della considerazione deweyana: learning for democracy. Del resto, per l’educazione al cultural heritage, come per la cittadinanza, si tratta di concetti sottoposti nel tempo ad una profonda revisione, che ne ha ridefinito peculiarità ed ambiti di indagine. Assumendo, dunque, i nuovi significati e ruoli prodotti nei contesti della società contemporanea, l’educazione al patrimonio culturale diventa agente dei processi di educazione alla cittadinanza e alla costruzione dell’identità europea, con implicazioni sull’individuo e sulla società.
2021
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