This consideration starts from the observation of the progressive disappearance from the contemporary cultural debate of the discussion around architectural design as a complete artistic manual practice, on its foundations and perspectives. Caught up in the euphoria of how digital drawing would modify and transform a role, a relationship, a way of conceiving and observing the world, we have forgotten to produce the ‘experience of architecture’, both in teaching and research, in a direct form with one’s body, with the senses, with the hands, with one’s spirit, with a close and very rapid relationship between thought and action. We are certain that mind, arm, hand, and sign are the substance of the relationship between theoretical thought and the ability to synthesize in formalizing a concrete point of view on reality. We intend to promote and practice hand drawing in architecture schools, as an irreplaceable means and tool for a reconciliation of the relationship with the time of our being in the world and with the poetic grandeur of direct observation through drawing which, besides restoring the immediacy of thought, can fill both the computer anonymity of the project and the analysis of reality. Every form of knowledge, in architecture as in all disciplinary fields, does not end in information, in the acquisition of perceptual data, or in historical-critical elaboration, but relates to a theoretical thinking structure, articulated through the contributions of experience of ‘doing’, also through drawing. It is an ethical reasoning on teaching and training in architecture, through hand drawing intended as a creative work in arts and science, from thought to spirit. It is legitimate and essential to set up and share reasoning on the constitutive structure and the evaluation criteria of these productions, both from a theoretical point of view and from a critical, didactic, and evaluative perspective.

Questa riflessione parte dall’osservazione della progressiva scomparsa dal dibattito culturale contemporaneo, della discussione intorno al Disegno di Architettura come pratica manuale artistica completa, sui suoi fondamenti e sulle prospettive. Presi dall’euforia di come il disegno digitale avrebbe modificato e trasformato un ruolo, un rapporto, un modo di concepire e osservare il mondo, si è dimenticato di produrre l’”esperienza dell’architettura”, sia nella didattica che nella ricerca, in una forma diretta con il proprio corpo, con i sensi, le mani, con il proprio spirito, con uno stretto e rapidissimo rapporto tra pensiero e azione. Siamo convinti che mente, braccio, mano e segno siano sostanza del rapporto tra pensiero teorico e capacità di sintesi nel formalizzare un punto di vista concreto della realtà. Intendiamo promuovere e praticare una ripresa a coltivare il disegno a mano nelle scuole di Architettura, come mezzo e strumento insostituibile per una riconciliazione del rapporto con il tempo del nostro essere al mondo e con la grandezza poetica dell’osservazione diretta attraverso il disegno che, oltre a restituirci l’immediatezza del pensiero, può colmare sia l’anonimato informatico del progetto, che dell’analisi della realtà. Ogni forma di conoscenza, in architettura come in tutti i campi disciplinari, non si esaurisce nell’informazione, nell’acquisizione di dati percettivi, nell’elaborazione storico-critica, ma si rapporta ad una struttura di pensiero teorica, articolata attraverso i contributi dell’esperienza del fare, anche attraverso il disegno. Si tratta di un ragionamento etico sull’insegnamento e sull’addestramento all’architettura, attraverso il disegno a mano inteso come opera creativa nelle arti e nella scienza, dal pensiero allo spirito. Sulla struttura costitutiva e sui criteri di valutazione di queste produzioni, è del tutto legittimo e indispensabile impostare e condividere un ragionamento, sia dal punto di vista teorico, che da quello critico, didattico e valutativo.

Il disegno a mano libera come pratica fondativa del pensiero architettonico.

Marianna Calia
;
Antonio Conte
2021-01-01

Abstract

This consideration starts from the observation of the progressive disappearance from the contemporary cultural debate of the discussion around architectural design as a complete artistic manual practice, on its foundations and perspectives. Caught up in the euphoria of how digital drawing would modify and transform a role, a relationship, a way of conceiving and observing the world, we have forgotten to produce the ‘experience of architecture’, both in teaching and research, in a direct form with one’s body, with the senses, with the hands, with one’s spirit, with a close and very rapid relationship between thought and action. We are certain that mind, arm, hand, and sign are the substance of the relationship between theoretical thought and the ability to synthesize in formalizing a concrete point of view on reality. We intend to promote and practice hand drawing in architecture schools, as an irreplaceable means and tool for a reconciliation of the relationship with the time of our being in the world and with the poetic grandeur of direct observation through drawing which, besides restoring the immediacy of thought, can fill both the computer anonymity of the project and the analysis of reality. Every form of knowledge, in architecture as in all disciplinary fields, does not end in information, in the acquisition of perceptual data, or in historical-critical elaboration, but relates to a theoretical thinking structure, articulated through the contributions of experience of ‘doing’, also through drawing. It is an ethical reasoning on teaching and training in architecture, through hand drawing intended as a creative work in arts and science, from thought to spirit. It is legitimate and essential to set up and share reasoning on the constitutive structure and the evaluation criteria of these productions, both from a theoretical point of view and from a critical, didactic, and evaluative perspective.
2021
Questa riflessione parte dall’osservazione della progressiva scomparsa dal dibattito culturale contemporaneo, della discussione intorno al Disegno di Architettura come pratica manuale artistica completa, sui suoi fondamenti e sulle prospettive. Presi dall’euforia di come il disegno digitale avrebbe modificato e trasformato un ruolo, un rapporto, un modo di concepire e osservare il mondo, si è dimenticato di produrre l’”esperienza dell’architettura”, sia nella didattica che nella ricerca, in una forma diretta con il proprio corpo, con i sensi, le mani, con il proprio spirito, con uno stretto e rapidissimo rapporto tra pensiero e azione. Siamo convinti che mente, braccio, mano e segno siano sostanza del rapporto tra pensiero teorico e capacità di sintesi nel formalizzare un punto di vista concreto della realtà. Intendiamo promuovere e praticare una ripresa a coltivare il disegno a mano nelle scuole di Architettura, come mezzo e strumento insostituibile per una riconciliazione del rapporto con il tempo del nostro essere al mondo e con la grandezza poetica dell’osservazione diretta attraverso il disegno che, oltre a restituirci l’immediatezza del pensiero, può colmare sia l’anonimato informatico del progetto, che dell’analisi della realtà. Ogni forma di conoscenza, in architettura come in tutti i campi disciplinari, non si esaurisce nell’informazione, nell’acquisizione di dati percettivi, nell’elaborazione storico-critica, ma si rapporta ad una struttura di pensiero teorica, articolata attraverso i contributi dell’esperienza del fare, anche attraverso il disegno. Si tratta di un ragionamento etico sull’insegnamento e sull’addestramento all’architettura, attraverso il disegno a mano inteso come opera creativa nelle arti e nella scienza, dal pensiero allo spirito. Sulla struttura costitutiva e sui criteri di valutazione di queste produzioni, è del tutto legittimo e indispensabile impostare e condividere un ragionamento, sia dal punto di vista teorico, che da quello critico, didattico e valutativo.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11563/167054
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