The paper aims to analyse the basis of Cellini’s self-defence by the careful inspection of some passages of his 'Vita'. Firstly, it stresses in detail the intertextual and interdiscoursive connection between the opening sonnet of the 'Vita' and the first sonnet of Petrarch’s Canzoniere, representing an unavoidable reference for Cellini’s text, especially for its introductive purpose. Then, it focuses on the episode of ‘Madonna Porzia’, with an in-depth analysis of the moralentailments of thetext. Furthermore, it highlights those points of the scrutinised passages, which are ideologically close to the ideal figure of the artist as depicted in Vasari’s 'Vite'. In conclusion, the analysis shows the ways in which the author lets the level of the morals and that of the artistic skills cross together, so to make such a conceptual association the fundamental principle of his redemption as a man and an artist.

L’articolo mira ad analizzare le basi su cui Cellini fonda la propria apologia attraverso lo studio puntuale di alcuni passi della 'Vita'. Innanzitutto evidenzia nel dettaglio i rapporti intertestuali e interdiscorsivi tra il sonetto d’apertura alla 'Vita' e 'Rvf' I, di Petrarca, modello imprescindibile del testo celliniano, per via della sua funzione proemiale. Si sofferma poi sull’episodio della cosiddetta 'Madonna Porzia', con un particolare approfondimento relativo alle implicazioni etiche che sottostanno al testo. Mette inoltre in luce i punti in cui i passi analizzati risultano concettualmente vicini alla figura ideale dell’artista tratteggiata nelle 'Vite' vasariane. L’analisi, in conclusione, documenta le modalità mediante le quali l’autore sovrappone il piano della morale a quello della bravura e dell’abilità artistica, facendo di tale sodalizio concettuale il cardine della propria redenzione di uomo e di artista.

Il valore redentivo dell’arte nella 'Vita' di Benvenuto Cellini. Dal sonetto proemiale all’episodio della pseudo-Porzia

Acucella, Cristina
2014-01-01

Abstract

The paper aims to analyse the basis of Cellini’s self-defence by the careful inspection of some passages of his 'Vita'. Firstly, it stresses in detail the intertextual and interdiscoursive connection between the opening sonnet of the 'Vita' and the first sonnet of Petrarch’s Canzoniere, representing an unavoidable reference for Cellini’s text, especially for its introductive purpose. Then, it focuses on the episode of ‘Madonna Porzia’, with an in-depth analysis of the moralentailments of thetext. Furthermore, it highlights those points of the scrutinised passages, which are ideologically close to the ideal figure of the artist as depicted in Vasari’s 'Vite'. In conclusion, the analysis shows the ways in which the author lets the level of the morals and that of the artistic skills cross together, so to make such a conceptual association the fundamental principle of his redemption as a man and an artist.
2014
L’articolo mira ad analizzare le basi su cui Cellini fonda la propria apologia attraverso lo studio puntuale di alcuni passi della 'Vita'. Innanzitutto evidenzia nel dettaglio i rapporti intertestuali e interdiscorsivi tra il sonetto d’apertura alla 'Vita' e 'Rvf' I, di Petrarca, modello imprescindibile del testo celliniano, per via della sua funzione proemiale. Si sofferma poi sull’episodio della cosiddetta 'Madonna Porzia', con un particolare approfondimento relativo alle implicazioni etiche che sottostanno al testo. Mette inoltre in luce i punti in cui i passi analizzati risultano concettualmente vicini alla figura ideale dell’artista tratteggiata nelle 'Vite' vasariane. L’analisi, in conclusione, documenta le modalità mediante le quali l’autore sovrappone il piano della morale a quello della bravura e dell’abilità artistica, facendo di tale sodalizio concettuale il cardine della propria redenzione di uomo e di artista.
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