Sulla scia della crescente attenzione storiografica rivolta alla stampa scolastica in Italia, e assecondando uno sguardo verso singole dimensioni regionali, il contributo intende fare luce su «L’Educatore lucano. Periodico d’educazione e d’istruzione per le scuole elementari», una delle esperienze di stampa pedagogica più rappresentative nell’area del Meridione d’Italia alla fine dell’Ottocento. Malgrado infatti la breve vita del principale periodico di educazione e istruzione pubblicato in Basilicata tra il 1881 e il 1883, risulta di significativo interesse non solo ripercorrerne le vicende editoriali quanto porre in risalto lo spazio dedicato sulle sue colonne alle tematiche d’interesse pedagogico-didattico, entro il quadro di ritardo delle condizioni dell’istruzione nell’area del Mezzogiorno d’Italia. Dopo aver esaminato i contenuti del programma di “lavoro educativo” presentato in apertura dai due principali fondatori, Vincenzo Solimena e Giovanni Plastino, il focus d’indagine sarà indirizzato a lumeggiare sia il ruolo dei direttori che le presenze di alcuni educatori locali (Vincenzo Granata e Giuseppe Aliani tra gli altri), nel dibattito che animarono intorno alle più scottanti questioni scolastiche oltre che su argomenti vicini agli indirizzi del positivismo pedagogico di fine secolo. Il cuore del lavoro sarà qindi costituito dalla disamina di tutti gli articoli apparsi in colonna sull’autorevole “giornale didattico” intorno al tema nevralgico dell’insegnamento della lingua italiana, nel contesto di una realtà fortemente caratterizzata dal persistente uso del dialetto nelle aule scolastiche. L’attenzione alle problematiche didattiche - sul piano metodologico e pratico - quale emerge dall’analisi proposta si rivela un’ottima cartina di tornasole degli orientamenti e delle sollecitazioni favoriti da simili organi a stampa nei progressi dell’educazione nella regione, ai fini della formazione e dell’aggiornamento dei maestri lucani. Le colonne del periodico si rivelano pertanto una fonte utile di conoscenza di un luogo non solo di dibattito e confronto teorico, ma di concreto supporto - tra “i ferri del mestiere” messi a disposizione dei maestri - , nello svolgimento della quotidiana pratica d’insegnamento, con articoli dedicati alla grammatica, alla nomenclatura, al tema di componimento, al contrasto tra dialetto e lingua nazionale, secondo la convinzione che l’indirizzo pratico viene determinato dai bisogni locali della scuola. Il caso di studio comprova, in sintesi, il valore del periodico didattico-pedagogico nel suo farsi promotore attivo della cultura scolastica degli insegnanti in Basilicata, ponendosi quale esperienza di pronunciato interesse sul versante della discussione teorica e dell’uso della didattica di singole discopline, nel panorama della stampa educativa italiana di fine Ottocento.
Un “giornale didattico” per i maestri del Sud. L’insegnamento della lingua italiana sulle colonne de «L’Educatore lucano. Periodico d’educazione e d’istruzione per le scuole elementari» (1881-1883)
M. D'Alessio
2018-01-01
Abstract
Sulla scia della crescente attenzione storiografica rivolta alla stampa scolastica in Italia, e assecondando uno sguardo verso singole dimensioni regionali, il contributo intende fare luce su «L’Educatore lucano. Periodico d’educazione e d’istruzione per le scuole elementari», una delle esperienze di stampa pedagogica più rappresentative nell’area del Meridione d’Italia alla fine dell’Ottocento. Malgrado infatti la breve vita del principale periodico di educazione e istruzione pubblicato in Basilicata tra il 1881 e il 1883, risulta di significativo interesse non solo ripercorrerne le vicende editoriali quanto porre in risalto lo spazio dedicato sulle sue colonne alle tematiche d’interesse pedagogico-didattico, entro il quadro di ritardo delle condizioni dell’istruzione nell’area del Mezzogiorno d’Italia. Dopo aver esaminato i contenuti del programma di “lavoro educativo” presentato in apertura dai due principali fondatori, Vincenzo Solimena e Giovanni Plastino, il focus d’indagine sarà indirizzato a lumeggiare sia il ruolo dei direttori che le presenze di alcuni educatori locali (Vincenzo Granata e Giuseppe Aliani tra gli altri), nel dibattito che animarono intorno alle più scottanti questioni scolastiche oltre che su argomenti vicini agli indirizzi del positivismo pedagogico di fine secolo. Il cuore del lavoro sarà qindi costituito dalla disamina di tutti gli articoli apparsi in colonna sull’autorevole “giornale didattico” intorno al tema nevralgico dell’insegnamento della lingua italiana, nel contesto di una realtà fortemente caratterizzata dal persistente uso del dialetto nelle aule scolastiche. L’attenzione alle problematiche didattiche - sul piano metodologico e pratico - quale emerge dall’analisi proposta si rivela un’ottima cartina di tornasole degli orientamenti e delle sollecitazioni favoriti da simili organi a stampa nei progressi dell’educazione nella regione, ai fini della formazione e dell’aggiornamento dei maestri lucani. Le colonne del periodico si rivelano pertanto una fonte utile di conoscenza di un luogo non solo di dibattito e confronto teorico, ma di concreto supporto - tra “i ferri del mestiere” messi a disposizione dei maestri - , nello svolgimento della quotidiana pratica d’insegnamento, con articoli dedicati alla grammatica, alla nomenclatura, al tema di componimento, al contrasto tra dialetto e lingua nazionale, secondo la convinzione che l’indirizzo pratico viene determinato dai bisogni locali della scuola. Il caso di studio comprova, in sintesi, il valore del periodico didattico-pedagogico nel suo farsi promotore attivo della cultura scolastica degli insegnanti in Basilicata, ponendosi quale esperienza di pronunciato interesse sul versante della discussione teorica e dell’uso della didattica di singole discopline, nel panorama della stampa educativa italiana di fine Ottocento.File | Dimensione | Formato | |
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