Nel presente lavoro è stata esaminata la possibilità di impiego di due tipologie di rifiuti speciali, rispettivamente derivanti dal settore delle costruzioni e demolizioni e dall’industria siderurgica, in sostituzione degli aggregati naturali utilizzati per il confezionamento di masselli autobloccanti in calcestruzzo. Per quanto riguarda la prima tipologia, sono stati oggetto di indagine i rifiuti prodotti dalla demolizione selettiva di un muro di sostegno in calcestruzzo armato mentre, per la seconda, si sono prese utilizzate le scorie da forno elettrico ad arco generate in una azienda produttrice di tondini in acciaio a partire da rottami ferrosi. Attualmente la maggior parte dei rifiuti da costruzione e demolizione (rifiuti C&D) e, più in particolare, la loro frazione fine (0-4 mm), è destinata allo smaltimento in discarica. Ad analoga collocazione sono destinate le scorie siderurgiche, anche se è da segnalare la recente messa a punto, ad opera di alcuni loro produttori, di processi innovativi volti ad ottenere frazioni di scoria idonee al recupero nel settore delle pavimentazioni stradali. Va tuttavia rilevato che tale forma di recupero non riguarda il granulato di scoria di dimensioni al di sotto dei 4 mm. La sperimentazione è stata pertanto condotta utilizzando le frazioni fini di entrambe le tipologie di rifiuto per la produzione di elementi per pavimentazioni in calcestruzzo ordinario nel quale, circa il 90% dell’aggregato naturale impiegato, ha dimensioni minori di 4 mm. La produzione dei masselli autobloccanti è stata realizzata in collaborazione con un’azienda lucana interessata a sperimentare la possibilità di sostituzione degli aggregati naturali utilizzati nel confezionamento dei suoi manufatti. Gli elementi prodotti, ottenuti da miscele con percentuale di sostituzione dell’aggregato naturale del 25, 50, 75 e, per i soli rifiuti da C&D, del 100%, sono stati sottoposti ad una serie di indagini fisico-meccaniche secondo la norma UNI EN 1338 di riferimento per il settore dei masselli autobloccanti, delle lastre e dei cordoli in calcestruzzo per pavimentazioni. I risultati ottenuti consentono di affermare che i manufatti ottenuti da entrambi i rifiuti con il 25% di sostituzione dell’aggregato naturale non presentano una significativa riduzione delle prestazioni; maggiori gradi di sostituzione sono possibili per gli elementi a base di scorie per i quali è tuttavia necessaria una ottimizzazione degli impasti di base per il confezionamento del calcestruzzo.

“Riutilizzo di rifiuti speciali come aggregati per la produzione di masselli autobloccanti in calcestruzzo ordinario”

MARROCCOLI, Milena;
2006-01-01

Abstract

Nel presente lavoro è stata esaminata la possibilità di impiego di due tipologie di rifiuti speciali, rispettivamente derivanti dal settore delle costruzioni e demolizioni e dall’industria siderurgica, in sostituzione degli aggregati naturali utilizzati per il confezionamento di masselli autobloccanti in calcestruzzo. Per quanto riguarda la prima tipologia, sono stati oggetto di indagine i rifiuti prodotti dalla demolizione selettiva di un muro di sostegno in calcestruzzo armato mentre, per la seconda, si sono prese utilizzate le scorie da forno elettrico ad arco generate in una azienda produttrice di tondini in acciaio a partire da rottami ferrosi. Attualmente la maggior parte dei rifiuti da costruzione e demolizione (rifiuti C&D) e, più in particolare, la loro frazione fine (0-4 mm), è destinata allo smaltimento in discarica. Ad analoga collocazione sono destinate le scorie siderurgiche, anche se è da segnalare la recente messa a punto, ad opera di alcuni loro produttori, di processi innovativi volti ad ottenere frazioni di scoria idonee al recupero nel settore delle pavimentazioni stradali. Va tuttavia rilevato che tale forma di recupero non riguarda il granulato di scoria di dimensioni al di sotto dei 4 mm. La sperimentazione è stata pertanto condotta utilizzando le frazioni fini di entrambe le tipologie di rifiuto per la produzione di elementi per pavimentazioni in calcestruzzo ordinario nel quale, circa il 90% dell’aggregato naturale impiegato, ha dimensioni minori di 4 mm. La produzione dei masselli autobloccanti è stata realizzata in collaborazione con un’azienda lucana interessata a sperimentare la possibilità di sostituzione degli aggregati naturali utilizzati nel confezionamento dei suoi manufatti. Gli elementi prodotti, ottenuti da miscele con percentuale di sostituzione dell’aggregato naturale del 25, 50, 75 e, per i soli rifiuti da C&D, del 100%, sono stati sottoposti ad una serie di indagini fisico-meccaniche secondo la norma UNI EN 1338 di riferimento per il settore dei masselli autobloccanti, delle lastre e dei cordoli in calcestruzzo per pavimentazioni. I risultati ottenuti consentono di affermare che i manufatti ottenuti da entrambi i rifiuti con il 25% di sostituzione dell’aggregato naturale non presentano una significativa riduzione delle prestazioni; maggiori gradi di sostituzione sono possibili per gli elementi a base di scorie per i quali è tuttavia necessaria una ottimizzazione degli impasti di base per il confezionamento del calcestruzzo.
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