I costi di produzione sono il convitato di pietra con cui si confrontano tutti gli imprenditori del settore della viticoltura di pregio. Da un lato la continua crescita qualitativa del prodotto è necessaria per fronteggiare la concorrenza sempre più agguerrita dei vecchi e nuovi attori del mercato globale. Sono quindi necessari sostanziosi investimenti, sia in vigna che in cantina. Dall’altro, la stessa concorrenza impone che la crescita qualitativa avvenga limitando l’impatto sui prezzi al consumatore, se non proprio riducendoli. Le innovazioni di processo che potrebbero ridurre i costi di produzione sono numerose, ma la loro adozione incontra due ostacoli principali: l’adattabilità alla struttura aziendale e la sostenibilità finanziaria. Entrambi gli ostacoli sono particolarmente rilevanti nella viticoltura meridionale. In questa nota saranno presentati i risultati di un esercizio di analisi dei costi e dell’impatto di innovazioni di processo, effettuato nel comprensorio di produzione del vino Aglianico del Vulture,(DOC e DOCG) nell’ambito di un progetto integrato di filiera (PIF) finanziato dal PSR Basilicata 2007-2013 . Nel Vulture, in Basilicata, troviamo un vigneto di alta collina, con pendenze medie, disperso in piccoli appezzamenti, spesso inframezzati ad altre colture, specialmente l’olivo tra le arboree, e cereali. Le tecniche di produzione, a partire dai sesti di impianto e dalle forme di allevamento, sono fortemente condizionate dall’orografia, e dalle particolarità agronomiche e fisiologiche del vitigno più diffuso, l’Aglianico. Le aziende del comprensorio che producono per il mercato dei vini di qualità, presentano tutte una elevata intensità di capitale e di lavoro. Infatti, l’evoluzione tecnologica che ha investito la maggior parte delle aziende, ha portato all’abbandono delle varietà di minor pregio a favore di una maggiore specializzazione varietale, ed alla sostituzione dei vecchi vigneti con impianti moderni e razionali. Questi sviluppi hanno portato anche ad alla omogeneizzazione delle tecniche di produzione e trasformazione, con una diffusa utilizzazione di macchine e di manodopera specializzata. L’azienda contadina tradizionale, in cui la vigna era il complemento di ordinamenti misti, è stata affiancata e spesso sostituita da aziende specializzate, a conduzione capitalistica. I costi si sono omogeneizzati insieme alle tecniche di produzione, e si sono fatti sempre più spesso espliciti, anche per il lavoro, in quanto la stessa azienda famigliare è sempre più lontana dal modello tradizionale della famiglia diretto-coltivatrice e si serve spesso di tecnici specializzati.

Per la Viticoltura del Vulture Meccanizzare conviene

PERRETTI, Biagio
;
DI NAPOLI, FRANCESCO
2016-01-01

Abstract

I costi di produzione sono il convitato di pietra con cui si confrontano tutti gli imprenditori del settore della viticoltura di pregio. Da un lato la continua crescita qualitativa del prodotto è necessaria per fronteggiare la concorrenza sempre più agguerrita dei vecchi e nuovi attori del mercato globale. Sono quindi necessari sostanziosi investimenti, sia in vigna che in cantina. Dall’altro, la stessa concorrenza impone che la crescita qualitativa avvenga limitando l’impatto sui prezzi al consumatore, se non proprio riducendoli. Le innovazioni di processo che potrebbero ridurre i costi di produzione sono numerose, ma la loro adozione incontra due ostacoli principali: l’adattabilità alla struttura aziendale e la sostenibilità finanziaria. Entrambi gli ostacoli sono particolarmente rilevanti nella viticoltura meridionale. In questa nota saranno presentati i risultati di un esercizio di analisi dei costi e dell’impatto di innovazioni di processo, effettuato nel comprensorio di produzione del vino Aglianico del Vulture,(DOC e DOCG) nell’ambito di un progetto integrato di filiera (PIF) finanziato dal PSR Basilicata 2007-2013 . Nel Vulture, in Basilicata, troviamo un vigneto di alta collina, con pendenze medie, disperso in piccoli appezzamenti, spesso inframezzati ad altre colture, specialmente l’olivo tra le arboree, e cereali. Le tecniche di produzione, a partire dai sesti di impianto e dalle forme di allevamento, sono fortemente condizionate dall’orografia, e dalle particolarità agronomiche e fisiologiche del vitigno più diffuso, l’Aglianico. Le aziende del comprensorio che producono per il mercato dei vini di qualità, presentano tutte una elevata intensità di capitale e di lavoro. Infatti, l’evoluzione tecnologica che ha investito la maggior parte delle aziende, ha portato all’abbandono delle varietà di minor pregio a favore di una maggiore specializzazione varietale, ed alla sostituzione dei vecchi vigneti con impianti moderni e razionali. Questi sviluppi hanno portato anche ad alla omogeneizzazione delle tecniche di produzione e trasformazione, con una diffusa utilizzazione di macchine e di manodopera specializzata. L’azienda contadina tradizionale, in cui la vigna era il complemento di ordinamenti misti, è stata affiancata e spesso sostituita da aziende specializzate, a conduzione capitalistica. I costi si sono omogeneizzati insieme alle tecniche di produzione, e si sono fatti sempre più spesso espliciti, anche per il lavoro, in quanto la stessa azienda famigliare è sempre più lontana dal modello tradizionale della famiglia diretto-coltivatrice e si serve spesso di tecnici specializzati.
2016
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11563/118056
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