La valorizzazione ed il recupero dei “luoghi dell’industria”, di quel patrimonio architettonico che oggi, abbandonato e dimenticato, ritroviamo inglobato nel tessuto urbano o nella aree periferiche delle città, richiede un approccio progettuale integrato. Il crescente sviluppo della tecnologia e della scienza ha fatto comprendere che è cultura anche quella industriale e che i luoghi del lavoro che hanno segnato il nostro passato produttivo sono contenitori di scienza, di tecnologia, di competenze intellettuali e di lavoro, dove l’umanità con immenso sforzo opera e trasforma la vita e la società dell’uomo. Quindi questi manufatti, come eredità del passato e segni di una memoria collettiva da perpetuare, possono entrare a far parte legittimamente dei monumenti da preservare. L’importanza ne è determinata dallo stretto rapporto esistente tra la fabbrica e la manodopera che vi lavorava, tra il paesaggio in cui questi elementi s’inserivano, i mezzi di comunicazione e il ritmo del lavoro. Nel Sud Italia i manufatti riconducibili all’archeologia industriale rivestono particolare importanza in quanto testimonianze materiali del difficile e sofferto sviluppo socio-economico locale. Questi opifici oggi, pur avendo perso le funzioni per la quale erano stati progettati, conservano la struttura architettonica originaria e parte dei macchinari. L’oggetto della presente ricerca è il recupero e la valorizzazione di alcuni opifici mediante attuazione di azioni specifiche di intervento per rivitalizzare e ri-usare questi complessi architettonici che hanno perso il loro ruolo originario. La conservazione e la valorizzazione di una testimonianza storica e dell’ambiente circostante sono l’obiettivo del progetto di riuso dei Tabacchifici Centola a Pontecagnano (SA) e ESAB a Palazzo San Gervasio (PZ), effettuato mediante approfondimenti strutturali, tecnologici ed energetici. Non ci si propone semplicemente di conservare un bene, bensì di garantire la fruizione in un lungo periodo mediante la conoscenza degli elementi caratteristici delle attività del territorio in cui sono inseriti al fine di preservare la cultura prodotta dall’attività degli opifici e restituire alla collettività parti di città.

RIQUALIFICAZIONE DI AREE PRODUTTIVE DISMESSE. ESEMPI DI RECUPERO DI TABACCHIFICI IN BASILICATA E CAMPANIA

GUIDA, Antonella Grazia;MECCA, Ippolita
2014-01-01

Abstract

La valorizzazione ed il recupero dei “luoghi dell’industria”, di quel patrimonio architettonico che oggi, abbandonato e dimenticato, ritroviamo inglobato nel tessuto urbano o nella aree periferiche delle città, richiede un approccio progettuale integrato. Il crescente sviluppo della tecnologia e della scienza ha fatto comprendere che è cultura anche quella industriale e che i luoghi del lavoro che hanno segnato il nostro passato produttivo sono contenitori di scienza, di tecnologia, di competenze intellettuali e di lavoro, dove l’umanità con immenso sforzo opera e trasforma la vita e la società dell’uomo. Quindi questi manufatti, come eredità del passato e segni di una memoria collettiva da perpetuare, possono entrare a far parte legittimamente dei monumenti da preservare. L’importanza ne è determinata dallo stretto rapporto esistente tra la fabbrica e la manodopera che vi lavorava, tra il paesaggio in cui questi elementi s’inserivano, i mezzi di comunicazione e il ritmo del lavoro. Nel Sud Italia i manufatti riconducibili all’archeologia industriale rivestono particolare importanza in quanto testimonianze materiali del difficile e sofferto sviluppo socio-economico locale. Questi opifici oggi, pur avendo perso le funzioni per la quale erano stati progettati, conservano la struttura architettonica originaria e parte dei macchinari. L’oggetto della presente ricerca è il recupero e la valorizzazione di alcuni opifici mediante attuazione di azioni specifiche di intervento per rivitalizzare e ri-usare questi complessi architettonici che hanno perso il loro ruolo originario. La conservazione e la valorizzazione di una testimonianza storica e dell’ambiente circostante sono l’obiettivo del progetto di riuso dei Tabacchifici Centola a Pontecagnano (SA) e ESAB a Palazzo San Gervasio (PZ), effettuato mediante approfondimenti strutturali, tecnologici ed energetici. Non ci si propone semplicemente di conservare un bene, bensì di garantire la fruizione in un lungo periodo mediante la conoscenza degli elementi caratteristici delle attività del territorio in cui sono inseriti al fine di preservare la cultura prodotta dall’attività degli opifici e restituire alla collettività parti di città.
2014
978-84-616-8863-0
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