Nell'articolo si è cercato di tracciare un bilancio degli studi sul fenomeno del franco-italiano e di proporre alcune linee di ricerca utili a darne una descrizione adeguata, che non potrà comunque essere del tutto unitaria, a causa della grandissima varietà delle sue realizzazioni concrete. Si tratta di selezionare un corpus, di adottare un parametro coerente, che tenga conto delle possibili convergenze di esiti regionali antico-francesi e italiani settentrionali, della altrettanto possibile adozione da parte dei copisti di forme franco-italiane ormai entrate a far parte del loro bagaglio linguistico, e perciò non collegate ad un eventuale testo antico-francese di partenza. Tenere ben presenti queste avvertenze dovrebbe evitare di cadere in equivoci, come quello discusso in cui cadde il pur valido filologo svedese Emmanuel Walberg studiando la lingua della versione realizzata in Italia del Nord (Veneto) della leggenda dell'Anticristo. Un correttivo potrebbe venire dallo studio dei testi e delle copie multiple franco-italiane, come la Chanson de Roland dei manoscritti C e V7, e dei manoscritti che contengono diverse opere in redazione franco-italiana (come il cod. Marciano fr. IV per la Chanson d'Aspremont e la Chanson de Roland). Le attestazioni multiple consentono di verificare, in certi casi, ciò che può essere attribuito al copista e ciò che presumibilmente proviene dai modelli vicini e lontani. Si invita a procedere ad uno studio complessivo del fenomeno linguistico franco-italiano (reso più agevole oggi da strumenti preziosi come il RIALFrI) per cercare per lo meno, pur in mezzo a tante variabili, alcune costanti, che in effetti si notano anche a prima vista, ma che compaiono nei vari testi in percentuali assai diverse. Questo studio dovrebbe concretizzarsi nella compilazione di schede linguistiche relative ai vari fenomeni, delle quali si è data esemplificazione applicando il metodo al testo-cavia dell'Anticristo franco-italiano. L'articolo si conclude su una prova interpretativa condotta sul testi scorrettissimo della canzone della Mort Charlemagne.

Carlo Beretta - Giovanni Palumbo, Il franco-italiano in area padana: questioni, problemi e appunti di metodo

BERETTA, Carlo Alberto;
2015-01-01

Abstract

Nell'articolo si è cercato di tracciare un bilancio degli studi sul fenomeno del franco-italiano e di proporre alcune linee di ricerca utili a darne una descrizione adeguata, che non potrà comunque essere del tutto unitaria, a causa della grandissima varietà delle sue realizzazioni concrete. Si tratta di selezionare un corpus, di adottare un parametro coerente, che tenga conto delle possibili convergenze di esiti regionali antico-francesi e italiani settentrionali, della altrettanto possibile adozione da parte dei copisti di forme franco-italiane ormai entrate a far parte del loro bagaglio linguistico, e perciò non collegate ad un eventuale testo antico-francese di partenza. Tenere ben presenti queste avvertenze dovrebbe evitare di cadere in equivoci, come quello discusso in cui cadde il pur valido filologo svedese Emmanuel Walberg studiando la lingua della versione realizzata in Italia del Nord (Veneto) della leggenda dell'Anticristo. Un correttivo potrebbe venire dallo studio dei testi e delle copie multiple franco-italiane, come la Chanson de Roland dei manoscritti C e V7, e dei manoscritti che contengono diverse opere in redazione franco-italiana (come il cod. Marciano fr. IV per la Chanson d'Aspremont e la Chanson de Roland). Le attestazioni multiple consentono di verificare, in certi casi, ciò che può essere attribuito al copista e ciò che presumibilmente proviene dai modelli vicini e lontani. Si invita a procedere ad uno studio complessivo del fenomeno linguistico franco-italiano (reso più agevole oggi da strumenti preziosi come il RIALFrI) per cercare per lo meno, pur in mezzo a tante variabili, alcune costanti, che in effetti si notano anche a prima vista, ma che compaiono nei vari testi in percentuali assai diverse. Questo studio dovrebbe concretizzarsi nella compilazione di schede linguistiche relative ai vari fenomeni, delle quali si è data esemplificazione applicando il metodo al testo-cavia dell'Anticristo franco-italiano. L'articolo si conclude su una prova interpretativa condotta sul testi scorrettissimo della canzone della Mort Charlemagne.
2015
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