In generale, a livello nazionale esiste una scarsa sensibilità botanico-orticola legata all‟uso delle piante nelle loro molteplici espressioni che è di ostacolo ad una diffusione capillare della conoscenza della biodiversità ornamentale e naturale, il contrario di quanto avviene invece nei Paesi anglosassoni. Sugli scenari del mercato nazionale ed internazionale delle bulbose ornamentali si assiste all‟introduzione continua e al rapido turn-over di nuove varietà, soprattutto da parte degli ibridatori dei Paesi anglosassoni e, più recentemente, di alcuni di area tropicale; si tratta di specie aliene invasive le quali sono spesso causa di perdita di biodiversità in quanto si sostituiscono alle specie autoctone. Per l‟area biogeografica mediterranea, numerose sono le specie autoctone da poter utilizzare a scopi ornamentali. Tuttavia le richieste di materiale vegetale di base da parte di coltivatori spesso non possono essere soddisfatte per la carenza di collezioni e per l‟assenza di una rete informativa sulle collezioni esistenti su base nazionale. L‟obiettivo di questo lavoro è il reperimento ed un primo screening di specie geofite autoctone ad uso ornamentale, soprattutto in contesti ad elevata naturalità ed in ambiti territoriali che presentano importanti aspetti storico-culturali e di identità locale. La fase preliminare della ricerca prevede la documentazione tecnico-scientifica sulla biodiversità di interesse ornamentale riguardante aspetti sistematici, biologici, colturali e culturali, con particolare riguardo alle piante autoctone di maggiore interesse commerciale e storico. Il passo successivo riguarda l‟ampliamento delle collezioni esistenti, anche in termini numerici, favorendo la costituzione di una rete di collezioni pubbliche e private contraddistinte da regole omogenee di catalogazione e mantenimento (sul modello anglosassone). Infine, è necessario incentivare la sperimentazione su specie non note, in particolare quelle autoctone, ibridi, varietà e accessioni che possano costituire futuro materiale vegetale impiegabile nel settore florovivaistico.

BIODIVERSITÀ E CONSERVAZIONE DI GEOFITE AUTOCTONE DI INTERESSE ORNAMENTALE

FASCETTI, Simonetta;POTENZA, GIOVANNA;CASTRONUOVO, Donato;CANDIDO, Vincenzo
2014-01-01

Abstract

In generale, a livello nazionale esiste una scarsa sensibilità botanico-orticola legata all‟uso delle piante nelle loro molteplici espressioni che è di ostacolo ad una diffusione capillare della conoscenza della biodiversità ornamentale e naturale, il contrario di quanto avviene invece nei Paesi anglosassoni. Sugli scenari del mercato nazionale ed internazionale delle bulbose ornamentali si assiste all‟introduzione continua e al rapido turn-over di nuove varietà, soprattutto da parte degli ibridatori dei Paesi anglosassoni e, più recentemente, di alcuni di area tropicale; si tratta di specie aliene invasive le quali sono spesso causa di perdita di biodiversità in quanto si sostituiscono alle specie autoctone. Per l‟area biogeografica mediterranea, numerose sono le specie autoctone da poter utilizzare a scopi ornamentali. Tuttavia le richieste di materiale vegetale di base da parte di coltivatori spesso non possono essere soddisfatte per la carenza di collezioni e per l‟assenza di una rete informativa sulle collezioni esistenti su base nazionale. L‟obiettivo di questo lavoro è il reperimento ed un primo screening di specie geofite autoctone ad uso ornamentale, soprattutto in contesti ad elevata naturalità ed in ambiti territoriali che presentano importanti aspetti storico-culturali e di identità locale. La fase preliminare della ricerca prevede la documentazione tecnico-scientifica sulla biodiversità di interesse ornamentale riguardante aspetti sistematici, biologici, colturali e culturali, con particolare riguardo alle piante autoctone di maggiore interesse commerciale e storico. Il passo successivo riguarda l‟ampliamento delle collezioni esistenti, anche in termini numerici, favorendo la costituzione di una rete di collezioni pubbliche e private contraddistinte da regole omogenee di catalogazione e mantenimento (sul modello anglosassone). Infine, è necessario incentivare la sperimentazione su specie non note, in particolare quelle autoctone, ibridi, varietà e accessioni che possano costituire futuro materiale vegetale impiegabile nel settore florovivaistico.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11563/93093
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