Il saggio, che scaturisce da una difficile ricerca “sul campo”, costituisce il primo tentativo di ricostruire in modo organico e secondo criteri scientifici una storia dell’arte lucana nel Novecento, attraverso la consultazione di materiale documentario, giornalistico, di cataloghi di mostre e di altra bibliografia di vario genere e grazie anche all’ausilio di testimonianze dirette raccolte sul territorio. Oggetto della ricognizione è l’attività degli artisti lucani dentro e fuori i confini regionali lungo l’intero arco del Novecento. Dal saggio emergono diverse interessanti individualità, che appaiono degne di essere inserite nella storiografia sull’arte italiana novecentesca. In base all’indagine è stato possibile individuare alcune tappe fondamentali che hanno scandito l’evolversi della realtà locale sul piano artistico, a partire dall’iniziale, stretta dipendenza da Napoli, ex-capitale che continuò a mantenere a lungo una funzione culturale di “centro” rispetto alle altre zone del meridione d’Italia. Con l’organizzazione sistematica dell’attività artistica operata dal regime fascista si verificò una prima cesura rispetto alla situazione precedente, che per molti versi era ancora legata all’Ottocento, e le mostre Sindacali lucane rappresentarono le prime iniziative istituzionali di promozione delle arti sul territorio. Un’ulteriore fase si aprì nel secondo dopoguerra, quando nell’assenza in Basilicata di nuove proposte istituzionali, assunsero un ruolo rilevante le iniziative personali degli artisti, gli studi di alcuni dei quali divennero centri d’aggregazione e di formazione per una nuova generazione allora esordiente, che avendo recepito anche l’insegnamento di Levi, esule in Basilicata negli anni Trenta, mostrava una rinnovata sensibilità per le problematiche sociali della terra lucana. Questi artisti mossero verso Napoli, Roma, Firenze, Milano, città in cui studiarono e da cui diversi di loro ritornarono poi nella propria terra. Dagli anni Ottanta in poi si è assistito in Basilicata a una graduale ripresa delle iniziative istituzionali in campo artistico, in un contesto più vivace che in passato, contrassegnato dalla nascita di varie associazioni artistico-culturali. Allo sviluppo della situazione sul piano storico, sociale e culturale in genere, si è accompagnata nel corso del secolo una parallela evoluzione dei linguaggi adottati dagli artisti lucani, che hanno attraversato il naturalismo d’impronta ottocentesca, il novecentismo, il neorealismo, arrivando ad aggiornarsi alle avanguardie primo-novecentesche, alle ricerche concettuali e ai linguaggi postmoderni. Nonostante fossero spesso lontani dalla propria terra, gli artisti lucani per la maggior parte non hanno mai rescisso il legame con le proprie radici antropologiche, ancora oggi presente nel lavoro delle giovani generazioni sebbene esse siano ormai inserite in una dimensione culturale globalizzata.

Dentro e oltre il “luogo”. Tracce per una storia dell’arte in Basilicata nel Novecento

CUOZZO, Mariadelaide
2008-01-01

Abstract

Il saggio, che scaturisce da una difficile ricerca “sul campo”, costituisce il primo tentativo di ricostruire in modo organico e secondo criteri scientifici una storia dell’arte lucana nel Novecento, attraverso la consultazione di materiale documentario, giornalistico, di cataloghi di mostre e di altra bibliografia di vario genere e grazie anche all’ausilio di testimonianze dirette raccolte sul territorio. Oggetto della ricognizione è l’attività degli artisti lucani dentro e fuori i confini regionali lungo l’intero arco del Novecento. Dal saggio emergono diverse interessanti individualità, che appaiono degne di essere inserite nella storiografia sull’arte italiana novecentesca. In base all’indagine è stato possibile individuare alcune tappe fondamentali che hanno scandito l’evolversi della realtà locale sul piano artistico, a partire dall’iniziale, stretta dipendenza da Napoli, ex-capitale che continuò a mantenere a lungo una funzione culturale di “centro” rispetto alle altre zone del meridione d’Italia. Con l’organizzazione sistematica dell’attività artistica operata dal regime fascista si verificò una prima cesura rispetto alla situazione precedente, che per molti versi era ancora legata all’Ottocento, e le mostre Sindacali lucane rappresentarono le prime iniziative istituzionali di promozione delle arti sul territorio. Un’ulteriore fase si aprì nel secondo dopoguerra, quando nell’assenza in Basilicata di nuove proposte istituzionali, assunsero un ruolo rilevante le iniziative personali degli artisti, gli studi di alcuni dei quali divennero centri d’aggregazione e di formazione per una nuova generazione allora esordiente, che avendo recepito anche l’insegnamento di Levi, esule in Basilicata negli anni Trenta, mostrava una rinnovata sensibilità per le problematiche sociali della terra lucana. Questi artisti mossero verso Napoli, Roma, Firenze, Milano, città in cui studiarono e da cui diversi di loro ritornarono poi nella propria terra. Dagli anni Ottanta in poi si è assistito in Basilicata a una graduale ripresa delle iniziative istituzionali in campo artistico, in un contesto più vivace che in passato, contrassegnato dalla nascita di varie associazioni artistico-culturali. Allo sviluppo della situazione sul piano storico, sociale e culturale in genere, si è accompagnata nel corso del secolo una parallela evoluzione dei linguaggi adottati dagli artisti lucani, che hanno attraversato il naturalismo d’impronta ottocentesca, il novecentismo, il neorealismo, arrivando ad aggiornarsi alle avanguardie primo-novecentesche, alle ricerche concettuali e ai linguaggi postmoderni. Nonostante fossero spesso lontani dalla propria terra, gli artisti lucani per la maggior parte non hanno mai rescisso il legame con le proprie radici antropologiche, ancora oggi presente nel lavoro delle giovani generazioni sebbene esse siano ormai inserite in una dimensione culturale globalizzata.
2008
9788887583977
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