L’idea alla base del lavoro è quella della possibilità di valorizzare il ruolo della funzione amministrativa di programmazione/pianificazione attraverso il metodo strategico che reca in sé sia elementi di innovazione riconducibili ad interventi pubblici che si avvalgono di disposizioni condizionali, sia la capacità di coinvolgimento del capitale privato per la realizzazione di obiettivi di interesse pubblico attraverso la previsione di un intervento di soggetti privati alla fase della elaborazione dei criteri stessi della programmazione e delle scelte “strategiche”.L’ipotesi di lavoro che emerge dalla riflessione è quella di una nuova modalità di intervento nello spazio e nel tempo da parte dei pubblici poteri, in un contesto generale che riconosca e valorizzi tecniche e discipline di liberalizzazione e semplificazione senza prescindere dalla natura pubblica e dalla caratterizzazione dell’attività amministrativa in termini di funzione, anzi mettendo al servizio della funzione amministrativa tecniche e metodi mutuati da modelli aziendalistici.A tal fine il percorso ricostruttivo si snoda attraverso le attività e i settori in cui la pubblica Amministrazione sta sperimentando tale metodologia, al fine di verificare se la “strategia” possa assurgere a vera e propria categoria concettuale attraverso cui i programmi politici, costituenti interpretazione e rappresentazione dei bisogni collettivi, si trasformano in azione pubblica indirizzata alla loro realizzazione. Nella indicata prospettiva il lavoro delinea, sinteticamente e limitatamente ai profili di rilievo nella ricostruzione, l’evoluzione del rapporto tra Stato ed economia, considerando specificamente il dibattito relativo all’individuazione dei limiti al potere pubblico di incidenza sulla libertà di iniziativa economica.
LINEAMENTI DELLA PIANIFICAZIONE STRATEGICA
IACOVONE, GIOVANNA
2010-01-01
Abstract
L’idea alla base del lavoro è quella della possibilità di valorizzare il ruolo della funzione amministrativa di programmazione/pianificazione attraverso il metodo strategico che reca in sé sia elementi di innovazione riconducibili ad interventi pubblici che si avvalgono di disposizioni condizionali, sia la capacità di coinvolgimento del capitale privato per la realizzazione di obiettivi di interesse pubblico attraverso la previsione di un intervento di soggetti privati alla fase della elaborazione dei criteri stessi della programmazione e delle scelte “strategiche”.L’ipotesi di lavoro che emerge dalla riflessione è quella di una nuova modalità di intervento nello spazio e nel tempo da parte dei pubblici poteri, in un contesto generale che riconosca e valorizzi tecniche e discipline di liberalizzazione e semplificazione senza prescindere dalla natura pubblica e dalla caratterizzazione dell’attività amministrativa in termini di funzione, anzi mettendo al servizio della funzione amministrativa tecniche e metodi mutuati da modelli aziendalistici.A tal fine il percorso ricostruttivo si snoda attraverso le attività e i settori in cui la pubblica Amministrazione sta sperimentando tale metodologia, al fine di verificare se la “strategia” possa assurgere a vera e propria categoria concettuale attraverso cui i programmi politici, costituenti interpretazione e rappresentazione dei bisogni collettivi, si trasformano in azione pubblica indirizzata alla loro realizzazione. Nella indicata prospettiva il lavoro delinea, sinteticamente e limitatamente ai profili di rilievo nella ricostruzione, l’evoluzione del rapporto tra Stato ed economia, considerando specificamente il dibattito relativo all’individuazione dei limiti al potere pubblico di incidenza sulla libertà di iniziativa economica.File | Dimensione | Formato | |
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