In questo lavoro si affronta il discorso sul potere della parola e la parola del potere che si intreccia nell’analisi del linguaggio politico del presidente venezuelano Hugo Chávez. Si delineano gli studi sulla cortesia, scortesia e aggressività verbale come strategie messe in atto per raggiungere specifici obiettivi comunicativi. Sono presi in esame alcuni discorsi del programma Aló Presidente e si analizzano le strategie cortesi, apparentemente cortesi, scortesi e aggressive, oltre all’uso dei venezuelanismi e della ricca fraseologia, considerando quest’ultima come strategia discorsiva di avvicinamento all’interlocutore. Si evidenzia l’uso, da parte del presidente Chávez, dell’ironia, delle ripetizioni e delle reiterazioni, sotto forma di slogan, per mantenere “alta” l’attenzione degli ascoltatori. Di notevole interesse la dicotomia noi/loro che si traduce con atti verbali cortesi e scortesi. Quindi linguaggio come pratica sociale, ma anche come potere, il fare delle parole e, in questo senso, si evince l’inizio di una nuova era comunicativa nel linguaggio politico con un uso eccessivo dei mass-media.
Uso della cortesia nel linguaggio politico di Hugo Chávez
FERRARA, GIOVANNA
2011-01-01
Abstract
In questo lavoro si affronta il discorso sul potere della parola e la parola del potere che si intreccia nell’analisi del linguaggio politico del presidente venezuelano Hugo Chávez. Si delineano gli studi sulla cortesia, scortesia e aggressività verbale come strategie messe in atto per raggiungere specifici obiettivi comunicativi. Sono presi in esame alcuni discorsi del programma Aló Presidente e si analizzano le strategie cortesi, apparentemente cortesi, scortesi e aggressive, oltre all’uso dei venezuelanismi e della ricca fraseologia, considerando quest’ultima come strategia discorsiva di avvicinamento all’interlocutore. Si evidenzia l’uso, da parte del presidente Chávez, dell’ironia, delle ripetizioni e delle reiterazioni, sotto forma di slogan, per mantenere “alta” l’attenzione degli ascoltatori. Di notevole interesse la dicotomia noi/loro che si traduce con atti verbali cortesi e scortesi. Quindi linguaggio come pratica sociale, ma anche come potere, il fare delle parole e, in questo senso, si evince l’inizio di una nuova era comunicativa nel linguaggio politico con un uso eccessivo dei mass-media.File | Dimensione | Formato | |
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