Il litorale in Italia è stato occupato nel corso degli ultimo secolo dalle grandi infrastrutture, strade, ferrovie, autostrade, come un’eco a terra della forma peninsulare, facilitando i collegamenti verticali alla grande scala lungo le due dorsali NS tirreniche e adriatiche. Contemporaneamente, nelle situazioni di contesto, veniva a separarsi la fitta rete di relazioni tra spazi costieri e sub costieri, l’origine di residualità e insuccessi di molti brani di coste italiane. Con l’insorgere del fenomeno turistico, la costa si è trasformata in spazio abitabile. In un primo tempo ha selezionato i luoghi panoramici o di facile accessibilità al mare come le grandi distese sabbiose, successivamente, come luogo dell’appropriazione democratica dei beni comuni, il litorale si è andato via via densificando, per diventare, nell’epoca recente, una indistinta periferia lineare, una città balneare continua, senza qualità né rapporto con il contesto. Anche gli usi si sono moltiplicati e stratificati, quelli provenienti dalle attività turistiche legate alla fruibilità del mare, le attrezzature della ricettività e del tempo libero, insieme alla proliferazione di nuovi materiali urbani e non urbani, portatori di funzioni non necessariamente derivate dalla vicinanza al mare. Stagionalità, rarefazione e densificazione di pratiche mostrano il territorio costiero come un tipico paesaggio contemporaneo, instabile, temporaneo e precario, dove continuamente strategie spaziali di soggetti provano ad ordinare più di un paesaggio, la doppia residenza per chi abita senza esclusività due case, e le coabitazioni, per chi condivide progetti di abitabilità di uno stesso luogo, della stessa casa. L’occasione per uno studio è offerta dalla ricerca sperimentale IMCA (Integrating Monitoring Coastal Area) finanziata nell’ambito dei progetti per lo sviluppo precompetitivo, con partenariati tra università (pianificatori e paesaggisti, biologi marini, ingegneri idraulici e fisici) e le PMI specializzate nel settore del telerilevamento e rilievo marino.
Letture transcalari sulla costa. Una ricerca in corso
MININNI, MARIAVALERIA
2007-01-01
Abstract
Il litorale in Italia è stato occupato nel corso degli ultimo secolo dalle grandi infrastrutture, strade, ferrovie, autostrade, come un’eco a terra della forma peninsulare, facilitando i collegamenti verticali alla grande scala lungo le due dorsali NS tirreniche e adriatiche. Contemporaneamente, nelle situazioni di contesto, veniva a separarsi la fitta rete di relazioni tra spazi costieri e sub costieri, l’origine di residualità e insuccessi di molti brani di coste italiane. Con l’insorgere del fenomeno turistico, la costa si è trasformata in spazio abitabile. In un primo tempo ha selezionato i luoghi panoramici o di facile accessibilità al mare come le grandi distese sabbiose, successivamente, come luogo dell’appropriazione democratica dei beni comuni, il litorale si è andato via via densificando, per diventare, nell’epoca recente, una indistinta periferia lineare, una città balneare continua, senza qualità né rapporto con il contesto. Anche gli usi si sono moltiplicati e stratificati, quelli provenienti dalle attività turistiche legate alla fruibilità del mare, le attrezzature della ricettività e del tempo libero, insieme alla proliferazione di nuovi materiali urbani e non urbani, portatori di funzioni non necessariamente derivate dalla vicinanza al mare. Stagionalità, rarefazione e densificazione di pratiche mostrano il territorio costiero come un tipico paesaggio contemporaneo, instabile, temporaneo e precario, dove continuamente strategie spaziali di soggetti provano ad ordinare più di un paesaggio, la doppia residenza per chi abita senza esclusività due case, e le coabitazioni, per chi condivide progetti di abitabilità di uno stesso luogo, della stessa casa. L’occasione per uno studio è offerta dalla ricerca sperimentale IMCA (Integrating Monitoring Coastal Area) finanziata nell’ambito dei progetti per lo sviluppo precompetitivo, con partenariati tra università (pianificatori e paesaggisti, biologi marini, ingegneri idraulici e fisici) e le PMI specializzate nel settore del telerilevamento e rilievo marino.File | Dimensione | Formato | |
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