L’architettura contemporanea si trova oggi a un bivio cruciale: conciliare in- novazione tecnologica e sostenibilità ambientale senza perdere il legame pro- fondo con la memoria dei materiali. Ogni elemento che compone un edificio porta con sé tracce storiche, comportamenti fisici e chimici, ma anche quanti- tà significative di energia incorporata e di gas a effetto serra, accumulati lungo l’intero ciclo di produzione e trasformazione. In questa prospettiva, i materiali non sono solo componenti strutturali: sono depositi di memoria, energia e carbonio, la cui gestione consapevole costituisce un elemento centrale nella progettazione di edifici sostenibili, resilienti e integrati con il contesto. Tra tutti i materiali, le finiture a base di calce tradizionale occupano un ruolo strategico. Non si tratta solo di rivestimenti estetici, ma di veri e propri intermediari tra costruito e ambiente naturale, capaci di regolare il comfort termico e igrometrico, influenzare la qualità dell’aria interna e modulare l’esperienza sensoriale degli spazi. La calce, materiale antico e versatile, viene oggi reinterpretata in chiave contemporanea: le formulazioni personalizzate permettono di ottenere finiture con proprietà specifiche di traspirabilità, durabilità, compatibilità ambientale ed estetica, capaci di dialogare armonicamente con l’edificio e con il territorio circostante. Le superfici in calce diventano così strumenti progettuali essenziali, in grado di coniugare funzionalità, estetica e sostenibilità in un unico gesto progettuale. La scelta consapevole delle finiture a calce tradizionale rappresenta anche un cambio di paradigma progettuale. L’architettura non è più concepita come un oggetto statico e definitivo, ma come un organismo dinamico, parte di un sistema complesso aperto ai cicli di vita dei materiali, alla manutenzione, alla rigenerazione e all’adattamento. In questo contesto, le finiture in calce non sono semplici rivestimenti, ma componenti attive del progetto, capaci di ottimizzare l’uso di energia e carbonio incorporato, ridurre gli impatti ambientali e contribuire al comfort e alla qualità percettiva degli spazi. Il libro esplora questi temi attraverso un approccio che intreccia teoria, sperimentazione pratica e strumenti digitali avanzati, mostrando come la progettazione contemporanea possa integrare conoscenze tecnologiche avanzate, analisi scientifiche e sensibilità culturale. In particolare, l’esperienza dell’Open Living Lab, condotta presso il corso di materiali per l’architettura della laurea magistrale in architettura dell’Università degli Studi della Basilicata, ha permesso di sperimentare l’applicazione del Passaporto Digitale dei Materiali daCostruzione. Tale strumento, conforme all’Ecodesign for Sustainable Products Regulation (ESPR, Regolamento UE 2024/1781) e al Construction Products Regulation (CPR, Regolamento UE 2024/3110), consente di gestire digitalmente informazioni relative al ciclo di vita dei materiali, alla tracciabilità, alla durabilità, alla manutenzione, al riuso e al riciclo, supportando scelte progettuali coerenti con i principi dell’economia circolare. L’attività ha coinvolto studenti e dottorandi in un percorso di co-creazione e sperimentazione progettuale, sviluppando sistemi modulari e disassemblabili, pannelli dinamici, arredi urbani e altri componenti sperimentali. I progetti sono stati documentati attraverso Passaporti Digitali articolati in flowchart, tabelle e schede tecniche, che hanno reso visibile e immediatamente consultabile l’intero ciclo di vita dei materiali e dei componenti. L’esperienza ha di- mostrato come il DPP possa diventare un dispositivo didattico e progettuale, capace di unire innovazione tecnologica, consapevolezza ambientale e trasparenza dei dati. In questo contesto, l’esperienza sviluppata in Basilicata ha consentito di sperimentare anche il Building Heritage Materials Passport (BHMP), strumento digitale avanzato pensato per tracciare e gestire il ciclo di vita dei materiali nel patrimonio costruito, con particolare attenzione alla sostenibilità e alla compatibilità con gli edifici storici. L’utilizzo del BHMP nei contesti materani e lucani ha permesso di documentare in modo sistematico le caratteristiche dei materiali tradizionali, come la calce e gli intonaci storici dei Sassi, integrando memoria storica, competenze artigianali locali e innovazioni tecnologiche. Questo approccio favorisce non solo la protezione e la valorizzazione del patrimonio edilizio della Basilicata, ma rappresenta anche un modello replicabile per la gestione consapevole dei materiali in progetti contemporanei, promuovendo una progettazione circolare e sostenibile che dialoga con il territorio e la sua storia. Il volume include inoltre il catalogo della mostra “Towards Continuum Building Design. Designing through Time: Circularity, Memory, Innovation”, ospitata presso il campus universitario di Matera nel giugno 2025. La mostra presenta progetti sviluppati dagli studenti che esplorano approcci circolari al design, alla gestione di materiali e alle pratiche costruttive, evidenziando come la memoria materiale possa essere rigenerata attraverso modalità progettuali innovative. Infine, il libro propone una riflessione sul futuro della progettazione architettonica ecosostenibile: l’integrazione di strumenti digitali come il DPP con materiali green tailor-made a base calce può aprire nuove strade verso una progettazione circolare, verso una gestione consapevole dei dati ambientali e verso la formazione di professionisti in grado di guidare la transizione ecologica e digitale del costruito.
La memoria dei materiali. Cap. 1, 2, 3
Graziella, Bernardo
2025-01-01
Abstract
L’architettura contemporanea si trova oggi a un bivio cruciale: conciliare in- novazione tecnologica e sostenibilità ambientale senza perdere il legame pro- fondo con la memoria dei materiali. Ogni elemento che compone un edificio porta con sé tracce storiche, comportamenti fisici e chimici, ma anche quanti- tà significative di energia incorporata e di gas a effetto serra, accumulati lungo l’intero ciclo di produzione e trasformazione. In questa prospettiva, i materiali non sono solo componenti strutturali: sono depositi di memoria, energia e carbonio, la cui gestione consapevole costituisce un elemento centrale nella progettazione di edifici sostenibili, resilienti e integrati con il contesto. Tra tutti i materiali, le finiture a base di calce tradizionale occupano un ruolo strategico. Non si tratta solo di rivestimenti estetici, ma di veri e propri intermediari tra costruito e ambiente naturale, capaci di regolare il comfort termico e igrometrico, influenzare la qualità dell’aria interna e modulare l’esperienza sensoriale degli spazi. La calce, materiale antico e versatile, viene oggi reinterpretata in chiave contemporanea: le formulazioni personalizzate permettono di ottenere finiture con proprietà specifiche di traspirabilità, durabilità, compatibilità ambientale ed estetica, capaci di dialogare armonicamente con l’edificio e con il territorio circostante. Le superfici in calce diventano così strumenti progettuali essenziali, in grado di coniugare funzionalità, estetica e sostenibilità in un unico gesto progettuale. La scelta consapevole delle finiture a calce tradizionale rappresenta anche un cambio di paradigma progettuale. L’architettura non è più concepita come un oggetto statico e definitivo, ma come un organismo dinamico, parte di un sistema complesso aperto ai cicli di vita dei materiali, alla manutenzione, alla rigenerazione e all’adattamento. In questo contesto, le finiture in calce non sono semplici rivestimenti, ma componenti attive del progetto, capaci di ottimizzare l’uso di energia e carbonio incorporato, ridurre gli impatti ambientali e contribuire al comfort e alla qualità percettiva degli spazi. Il libro esplora questi temi attraverso un approccio che intreccia teoria, sperimentazione pratica e strumenti digitali avanzati, mostrando come la progettazione contemporanea possa integrare conoscenze tecnologiche avanzate, analisi scientifiche e sensibilità culturale. In particolare, l’esperienza dell’Open Living Lab, condotta presso il corso di materiali per l’architettura della laurea magistrale in architettura dell’Università degli Studi della Basilicata, ha permesso di sperimentare l’applicazione del Passaporto Digitale dei Materiali daCostruzione. Tale strumento, conforme all’Ecodesign for Sustainable Products Regulation (ESPR, Regolamento UE 2024/1781) e al Construction Products Regulation (CPR, Regolamento UE 2024/3110), consente di gestire digitalmente informazioni relative al ciclo di vita dei materiali, alla tracciabilità, alla durabilità, alla manutenzione, al riuso e al riciclo, supportando scelte progettuali coerenti con i principi dell’economia circolare. L’attività ha coinvolto studenti e dottorandi in un percorso di co-creazione e sperimentazione progettuale, sviluppando sistemi modulari e disassemblabili, pannelli dinamici, arredi urbani e altri componenti sperimentali. I progetti sono stati documentati attraverso Passaporti Digitali articolati in flowchart, tabelle e schede tecniche, che hanno reso visibile e immediatamente consultabile l’intero ciclo di vita dei materiali e dei componenti. L’esperienza ha di- mostrato come il DPP possa diventare un dispositivo didattico e progettuale, capace di unire innovazione tecnologica, consapevolezza ambientale e trasparenza dei dati. In questo contesto, l’esperienza sviluppata in Basilicata ha consentito di sperimentare anche il Building Heritage Materials Passport (BHMP), strumento digitale avanzato pensato per tracciare e gestire il ciclo di vita dei materiali nel patrimonio costruito, con particolare attenzione alla sostenibilità e alla compatibilità con gli edifici storici. L’utilizzo del BHMP nei contesti materani e lucani ha permesso di documentare in modo sistematico le caratteristiche dei materiali tradizionali, come la calce e gli intonaci storici dei Sassi, integrando memoria storica, competenze artigianali locali e innovazioni tecnologiche. Questo approccio favorisce non solo la protezione e la valorizzazione del patrimonio edilizio della Basilicata, ma rappresenta anche un modello replicabile per la gestione consapevole dei materiali in progetti contemporanei, promuovendo una progettazione circolare e sostenibile che dialoga con il territorio e la sua storia. Il volume include inoltre il catalogo della mostra “Towards Continuum Building Design. Designing through Time: Circularity, Memory, Innovation”, ospitata presso il campus universitario di Matera nel giugno 2025. La mostra presenta progetti sviluppati dagli studenti che esplorano approcci circolari al design, alla gestione di materiali e alle pratiche costruttive, evidenziando come la memoria materiale possa essere rigenerata attraverso modalità progettuali innovative. Infine, il libro propone una riflessione sul futuro della progettazione architettonica ecosostenibile: l’integrazione di strumenti digitali come il DPP con materiali green tailor-made a base calce può aprire nuove strade verso una progettazione circolare, verso una gestione consapevole dei dati ambientali e verso la formazione di professionisti in grado di guidare la transizione ecologica e digitale del costruito.| File | Dimensione | Formato | |
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