Il XX secolo è stato un secolo di radicali cambiamenti sociali, economici e culturali segnati dal progresso scientifico e tecnologico e dalla produzione su scala industriale di nuovi materiali e beni di consumo. In questo mutato contesto, le città hanno avuto una rapida espansione urbana e una forte crescita demografica, diventando nodi strategici dei nuovi modelli di produzione e consumo del benessere della società industriale basati sull’economia lineare che produce rifiuti e inquinamento ambientale. L’economia lineare è anche nota con la formula prendi-produci-usa-getta dalla sequenza delle operazioni di estrazione di materie prime e di combustibili fossili come fonti di energia, di produzione e uso di prodotti e di abbandono a fine vita come rifiuti. Dopo il boom economico degli anni Cinquanta e Sessanta e la prima crisi energetica degli anni Settanta, gli effetti negativi sull’ambiente e sulla qualità della vita sono diventati sempre più evidenti riaccendendo l’attenzione sul tema della sostenibilità dello sviluppo e sull’urgenza di una transizione ecologica verso i modelli dell’economia circolare che sono in grado di autorigenerarsi come i cicli naturali e durare per un tempo illimitato con risorse limitate. Le città da luoghi del benessere si sono rapidamente trasformate in ecosistemi vulnerabili su cui occorre intervenire prioritariamente con azioni strategiche per il controllo del cambiamento climatico e per il raggiungimento dei 17 obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite che con una visione olistica focalizzano l’attenzione sulle sfide ambientali, economiche e sociali dello sviluppo sostenibile. Con il Green Deal l’Unione Europea si è impegnata a raggiungere la neutralità climatica nel 2050 con un modello di economia competitiva in grado di contrastare il degrado ambientale e di garantire le stesse opportunità di crescita e di sviluppo a ogni individuo e ogni luogo. Il raggiungimento di questo ambizioso obiettivo richiede una rivoluzione culturale che scardini preconcetti strumentali e infondati, riequilibri le iniquità tra cittadini e luoghi e trasformi nuovamente le città in laboratori di costruzione di un futuro migliore con la sperimentazione di innovazioni tecnologiche e di nuovi materiali ecologici e sostenibili.
Ri-creazioni contemporanee
Bernardo, Graziella
2025-01-01
Abstract
Il XX secolo è stato un secolo di radicali cambiamenti sociali, economici e culturali segnati dal progresso scientifico e tecnologico e dalla produzione su scala industriale di nuovi materiali e beni di consumo. In questo mutato contesto, le città hanno avuto una rapida espansione urbana e una forte crescita demografica, diventando nodi strategici dei nuovi modelli di produzione e consumo del benessere della società industriale basati sull’economia lineare che produce rifiuti e inquinamento ambientale. L’economia lineare è anche nota con la formula prendi-produci-usa-getta dalla sequenza delle operazioni di estrazione di materie prime e di combustibili fossili come fonti di energia, di produzione e uso di prodotti e di abbandono a fine vita come rifiuti. Dopo il boom economico degli anni Cinquanta e Sessanta e la prima crisi energetica degli anni Settanta, gli effetti negativi sull’ambiente e sulla qualità della vita sono diventati sempre più evidenti riaccendendo l’attenzione sul tema della sostenibilità dello sviluppo e sull’urgenza di una transizione ecologica verso i modelli dell’economia circolare che sono in grado di autorigenerarsi come i cicli naturali e durare per un tempo illimitato con risorse limitate. Le città da luoghi del benessere si sono rapidamente trasformate in ecosistemi vulnerabili su cui occorre intervenire prioritariamente con azioni strategiche per il controllo del cambiamento climatico e per il raggiungimento dei 17 obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite che con una visione olistica focalizzano l’attenzione sulle sfide ambientali, economiche e sociali dello sviluppo sostenibile. Con il Green Deal l’Unione Europea si è impegnata a raggiungere la neutralità climatica nel 2050 con un modello di economia competitiva in grado di contrastare il degrado ambientale e di garantire le stesse opportunità di crescita e di sviluppo a ogni individuo e ogni luogo. Il raggiungimento di questo ambizioso obiettivo richiede una rivoluzione culturale che scardini preconcetti strumentali e infondati, riequilibri le iniquità tra cittadini e luoghi e trasformi nuovamente le città in laboratori di costruzione di un futuro migliore con la sperimentazione di innovazioni tecnologiche e di nuovi materiali ecologici e sostenibili.| File | Dimensione | Formato | |
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