In questo articolo si fa luce sulle origini storiche del dibattito sulle esperienze di premorte, focalizzando l’attenzione sulle indagini pionieristiche condotte dallo psicologo e filosofo francese Victor Egger (1848-1909) che, ancora oggi, rappresenta un interlocutore obbligato per gli studi sia in ambito psicologico-psichiatrico che filosofico-epistemologico. Dall’analisi dei due articoli di Egger sull’«Io dei morenti» usciti sulla "Revue philosophique de la France et de l’étranger" nel 1896, emerge un dato morale inaggirabile. Se consideriamo la morte come un’esperienza qualitativa in prima persona, non possiamo non prendere atto del sorgere dell’«io vivo», inteso da Egger come la reazione spontanea dell’organismo alla minaccia della morte biologica. Ed è a questo livello che assume un’importanza decisiva l’esercizio spirituale tramandato dai classici.
Victor Egger e la visione panoramica del morente.
Riccardo Roni
2025-01-01
Abstract
In questo articolo si fa luce sulle origini storiche del dibattito sulle esperienze di premorte, focalizzando l’attenzione sulle indagini pionieristiche condotte dallo psicologo e filosofo francese Victor Egger (1848-1909) che, ancora oggi, rappresenta un interlocutore obbligato per gli studi sia in ambito psicologico-psichiatrico che filosofico-epistemologico. Dall’analisi dei due articoli di Egger sull’«Io dei morenti» usciti sulla "Revue philosophique de la France et de l’étranger" nel 1896, emerge un dato morale inaggirabile. Se consideriamo la morte come un’esperienza qualitativa in prima persona, non possiamo non prendere atto del sorgere dell’«io vivo», inteso da Egger come la reazione spontanea dell’organismo alla minaccia della morte biologica. Ed è a questo livello che assume un’importanza decisiva l’esercizio spirituale tramandato dai classici.| File | Dimensione | Formato | |
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