Ethos e teoria delle arti in Vincenzo Cuoco

Il saggio, indagando un tema non studiato dalla ricca bibliografia critica sull’opera di Vincenzo Cuoco, si concentra sulle riflessioni e sulle impressioni sviluppate dal molisano intorno all’arte e al bello ideale. Negli scritti giornalistici, così come nel Platone in Italia, sono diverse le considerazioni che Cuoco svolge intorno ai temi estetici, studiati in relazione al mondo antico o in occasione delle mostre e delle esposizioni milanesi in età napoleonica, in quanto i dipinti e le sculture suscitavano in lui una profonda impressione, così che poteva annotare: «quando si tratta di belle arti, io non posso trattenermi dallo scrivere. Dopo aver osservato un quadro, una statua, io chiedo conto a me stesso dell’impressione che ha prodotta in me; e scrivo…tutto ciò che mi viene in mente». Da qui la sua riflessione intorno al bello ideale, che si mostra in particolare attraverso i volti, le fisionomie, i costumi, espressioni di un atteggiamento teso a mettere in risalto il decoro e l’armonia delle singole figure raffigurate, coniugando ethos e pathos.