L’industria del tabacco in Italia ha rappresentato per oltre un secolo, dalla fine dell’Ottocento sino ai primi anni 2000, una delle principali attività del settore manifatturiero sia sotto l’aspetto eco- nomico che sociale. La produzione premanifatturiera nei magaz- zini dei concessionari e quella manifatturiera nelle Manifatture di Stato hanno lasciato sul territorio italiano un cospicuo corpus di edifici, in numerosi casi anche di pregio architettonico, che oggi costituiscono un peculiare patrimonio con significative valenze archeologico-industriali. I magazzini per la lavorazione premanifatturiera delle foglie, pratica affidata solo alle sapienti mani delle operaie tabacchine, le Manifatture tabacchi, le Agenzie di coltivazione, i Magazzini greggi e sussidiari per lo stoccaggio del tabacco di prima lavo- razione, le Direzioni compartimentali, gli Istituti sperimentali per la tabacchicoltura, spesso sono stati ricavati in vecchi conventi o monasteri bui e tetri, oppure in opifici sei-settecenteschi come palazzi ducali o baronali. A partire dai primi decenni del Novecento questi vetusti edi- fici hanno lasciato spazio a fabbricati moderni e ariosi; vennero costruiti nuovi complessi industriali collocati in relazione ai luoghi di produzione e alla rete dei trasporti e situati in zone periferi- che rispetto ai centri abitati. Nascono i nuovi grandi Magazzini tabacchi greggi di Lecce, Verona, Milano, Napoli, le Manifatture tabacchi di Bologna e Firenze, l’Agenzia di coltivazione tabacchi del capo di Leuca a Lucugnano (Lecce) e tanti altri. Questi edifici, sia di proprietà dei Monopoli di Stato che dei concessionari, a seguito della crisi dell’attività premanifatturiera e manifatturiera, tra la fine degli anni Ottanta e Novanta del Novecento, sono stati dismessi e abbandonati. Si tratta di beni, in molti casi con un valore storico-patrimo- niale di pregio, che solo in minima parte sono stati rifunzionaliz- zati, vedi le manifatture tabacchi di Firenze, Rovereto, Bologna (solo per citarne alcuni) dove sono ancora in corso i lavori di recupero; mentre, in gran parte versano in uno stato di totale abbandono e degrado (il Magazzino Concentramento tabacchi Greggi di Lecce, opera dove è stato presente Pier Luigi Nervi sia come impresa di costruzione che come progettista, e tante altre fabbriche) o, addirittura, sono stati abbattuti per costruire nuovi edifici. Attraverso i contributi dei saggi e delle rubriche, il numero dedicato alle fabbriche del tabacco sviluppa temi legati alla col- tivazione, alla manipolazione, produzione e conservazione, agli edifici architettonici, al suo patrimonio costruito; inoltre, racco- glie sia testimonianze delle operaie tabacchine che di recupero e riuso di fabbriche destinate ad altre funzioni, come nel caso delle Manifatture tabacchi di Bologna (la Manifattura delle Arti, 1996- 2003, oggi sede della Cineteca di Bologna e la nuova Manifattura Tabacchi, in via Stalingrado, uno tra i più interessanti recuperi nell’ambizioso progetto di trasformazione in Tecnopolo promosso dalla Regione Emilia-Romagna); oppure come nel contributo de- dicato alla Manifattura Tabacchi di Torino o nella lungimirante acquisizione e successivo recupero e rifunzionalizzazione del Consorzio Tabacchicoltori di San Giustino (Perugia) destinato a Museo storico e scientifico del tabacco, in un’area vocata al ta- bacco e alla tabacchicoltura. Oltre al saggio …

La manifattura e le fabbriche del tabacco in Italia

Graziella Bernardo
;
Antonella Guida;Antonio Monte
2025-01-01

Abstract

L’industria del tabacco in Italia ha rappresentato per oltre un secolo, dalla fine dell’Ottocento sino ai primi anni 2000, una delle principali attività del settore manifatturiero sia sotto l’aspetto eco- nomico che sociale. La produzione premanifatturiera nei magaz- zini dei concessionari e quella manifatturiera nelle Manifatture di Stato hanno lasciato sul territorio italiano un cospicuo corpus di edifici, in numerosi casi anche di pregio architettonico, che oggi costituiscono un peculiare patrimonio con significative valenze archeologico-industriali. I magazzini per la lavorazione premanifatturiera delle foglie, pratica affidata solo alle sapienti mani delle operaie tabacchine, le Manifatture tabacchi, le Agenzie di coltivazione, i Magazzini greggi e sussidiari per lo stoccaggio del tabacco di prima lavo- razione, le Direzioni compartimentali, gli Istituti sperimentali per la tabacchicoltura, spesso sono stati ricavati in vecchi conventi o monasteri bui e tetri, oppure in opifici sei-settecenteschi come palazzi ducali o baronali. A partire dai primi decenni del Novecento questi vetusti edi- fici hanno lasciato spazio a fabbricati moderni e ariosi; vennero costruiti nuovi complessi industriali collocati in relazione ai luoghi di produzione e alla rete dei trasporti e situati in zone periferi- che rispetto ai centri abitati. Nascono i nuovi grandi Magazzini tabacchi greggi di Lecce, Verona, Milano, Napoli, le Manifatture tabacchi di Bologna e Firenze, l’Agenzia di coltivazione tabacchi del capo di Leuca a Lucugnano (Lecce) e tanti altri. Questi edifici, sia di proprietà dei Monopoli di Stato che dei concessionari, a seguito della crisi dell’attività premanifatturiera e manifatturiera, tra la fine degli anni Ottanta e Novanta del Novecento, sono stati dismessi e abbandonati. Si tratta di beni, in molti casi con un valore storico-patrimo- niale di pregio, che solo in minima parte sono stati rifunzionaliz- zati, vedi le manifatture tabacchi di Firenze, Rovereto, Bologna (solo per citarne alcuni) dove sono ancora in corso i lavori di recupero; mentre, in gran parte versano in uno stato di totale abbandono e degrado (il Magazzino Concentramento tabacchi Greggi di Lecce, opera dove è stato presente Pier Luigi Nervi sia come impresa di costruzione che come progettista, e tante altre fabbriche) o, addirittura, sono stati abbattuti per costruire nuovi edifici. Attraverso i contributi dei saggi e delle rubriche, il numero dedicato alle fabbriche del tabacco sviluppa temi legati alla col- tivazione, alla manipolazione, produzione e conservazione, agli edifici architettonici, al suo patrimonio costruito; inoltre, racco- glie sia testimonianze delle operaie tabacchine che di recupero e riuso di fabbriche destinate ad altre funzioni, come nel caso delle Manifatture tabacchi di Bologna (la Manifattura delle Arti, 1996- 2003, oggi sede della Cineteca di Bologna e la nuova Manifattura Tabacchi, in via Stalingrado, uno tra i più interessanti recuperi nell’ambizioso progetto di trasformazione in Tecnopolo promosso dalla Regione Emilia-Romagna); oppure come nel contributo de- dicato alla Manifattura Tabacchi di Torino o nella lungimirante acquisizione e successivo recupero e rifunzionalizzazione del Consorzio Tabacchicoltori di San Giustino (Perugia) destinato a Museo storico e scientifico del tabacco, in un’area vocata al ta- bacco e alla tabacchicoltura. Oltre al saggio …
2025
9788849558258
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