Il concetto di periferia, cosí come quello di centro, sono fenomeni difficili da definire. Se si considera il concetto di periferia nell’ambito della vita religiosa, la periferia cambia a seconda della relazione comunicativa con il centro. Esistono ordini religiosi in cui il centro è stabile, è cioè identificato con un luogo fisico collocato in uno spazio geografico definito, in questo caso anche la periferia è un luogo fisico, altro dal centro. In questi ordini in cui il centro è stabile le diverse modalità di relazione comunicativa con il centro determinano diversi tipi di periferia. Nel caso dei cluniacensi, un ordine strutturato in modo centralistico sino al XII secolo, la periferia è tutto ciò che non è il centro, in costante e diretta relazione comunicativa con Cluny, l’abbazia madre. Un secondo esempio è quello dei cistercensi nel secolo XII. Qui il centro è un organo istituzionale. La comunicazione fra centro e periferia è in questo caso mediata dai sottocentri, le abbazie madri, a partire dalle quali si definiscono diverse periferie, distinte per linee, di cui i sottocentri sono l’origine. Il terzo esempio di ordine con un centro stabile è quello dei premonstratensi. La comunicazione fra il centro, Prémontré e il capitolo generale, e la periferia avviene inizialmente attraverso il sistema gerarchico delle filiazioni, in modo simile a quello cistercense. A questo sistema già nella seconda metà del secolo XII fu affiancato uno strumento di comunicazione nuovo, i circatores, in diretta relazione con il centro. A partire dalla seconda metà del secolo XII in questi ordini, caratterizzati da un complesso grado di organizzazione e da strutture di comunicazione sempre più raffinate, garanti di un’assoluta unitas e uniformitas di osservanze liturgiche e di vita, si assiste alla lenta tendenza della periferia a sottrarsi alla assoluta omogeneizzazione voluta dal centro, in modo da esprimere la propria necessità di adattamento alla realtà politica ed ecclesiastica locale su base regionale. Profondamente diversa è la relazione comunicativa in quegli ordini in cui il centro è mobile, come ad esempio gli ordini mendicanti. In questo caso il centro inteso in senso funzionale è mobile e la periferia, solidamente organizzata, è là dove non è il centro. The concept of periphery, just as that of centre, is a difficult phenomenon to define. If one considers the concept of periphery in the field of religious life, the periphery changes according to the communicative relationship with the centre. There are religious orders in which the centre is stable, that is, identified with a physical place located in a defined geographical area. In this case, the periphery is also a physical place. In those orders with a stable centre the different ways of communication relations determined different types of periphery. In the case of the Cluniacs, an order structured centrally until the 12th century, the periphery consists of everything which is not the centre. A second example is that of the Cistercians in the 12th century. Here the center is an institutional body. The communication between centre and periphery is in this case mediated by the sub-centres, the mother houses, from which one defines varying peripheries, distinguished by lines, which originate in the sub-centres. The third example of an order with a stable centre is that of the Praemonstratensians. The communication between centre, Prémontré and the general chapter, and the periphery takes place initially through the hierarchy of filiation, similar to that of the Cistercians. The so-called circatores joined this system already in the second half of the 12th century. They were a new instrument of communication which was in direct relation with the centre. From the second half of the 12th century one witnesses in these orders a slow tendency of the periphery to avoid the absolute homogenization desired by the centre, so as to express their own necessity to adapt to the local political and ecclesiastical reality on a regional basis. This occurred in the context of a complex degree of organization which included increasingly refined structures of communication, guarantors of an absolute unitas and uniformitas of liturgical observance and life. The communication relationship in those orders in which the centre is mobile, such as for instance the mendicant orders, is profoundly different. In this case, the centre is mobile, whereas the solidly organized periphery is not.

Le forme della comunicazione negli ordini religiosi del secolo XII e XIII: Periferia, Sottocentri e Filiazioni

ANDENNA, CRISTINA
2012-01-01

Abstract

Il concetto di periferia, cosí come quello di centro, sono fenomeni difficili da definire. Se si considera il concetto di periferia nell’ambito della vita religiosa, la periferia cambia a seconda della relazione comunicativa con il centro. Esistono ordini religiosi in cui il centro è stabile, è cioè identificato con un luogo fisico collocato in uno spazio geografico definito, in questo caso anche la periferia è un luogo fisico, altro dal centro. In questi ordini in cui il centro è stabile le diverse modalità di relazione comunicativa con il centro determinano diversi tipi di periferia. Nel caso dei cluniacensi, un ordine strutturato in modo centralistico sino al XII secolo, la periferia è tutto ciò che non è il centro, in costante e diretta relazione comunicativa con Cluny, l’abbazia madre. Un secondo esempio è quello dei cistercensi nel secolo XII. Qui il centro è un organo istituzionale. La comunicazione fra centro e periferia è in questo caso mediata dai sottocentri, le abbazie madri, a partire dalle quali si definiscono diverse periferie, distinte per linee, di cui i sottocentri sono l’origine. Il terzo esempio di ordine con un centro stabile è quello dei premonstratensi. La comunicazione fra il centro, Prémontré e il capitolo generale, e la periferia avviene inizialmente attraverso il sistema gerarchico delle filiazioni, in modo simile a quello cistercense. A questo sistema già nella seconda metà del secolo XII fu affiancato uno strumento di comunicazione nuovo, i circatores, in diretta relazione con il centro. A partire dalla seconda metà del secolo XII in questi ordini, caratterizzati da un complesso grado di organizzazione e da strutture di comunicazione sempre più raffinate, garanti di un’assoluta unitas e uniformitas di osservanze liturgiche e di vita, si assiste alla lenta tendenza della periferia a sottrarsi alla assoluta omogeneizzazione voluta dal centro, in modo da esprimere la propria necessità di adattamento alla realtà politica ed ecclesiastica locale su base regionale. Profondamente diversa è la relazione comunicativa in quegli ordini in cui il centro è mobile, come ad esempio gli ordini mendicanti. In questo caso il centro inteso in senso funzionale è mobile e la periferia, solidamente organizzata, è là dove non è il centro. The concept of periphery, just as that of centre, is a difficult phenomenon to define. If one considers the concept of periphery in the field of religious life, the periphery changes according to the communicative relationship with the centre. There are religious orders in which the centre is stable, that is, identified with a physical place located in a defined geographical area. In this case, the periphery is also a physical place. In those orders with a stable centre the different ways of communication relations determined different types of periphery. In the case of the Cluniacs, an order structured centrally until the 12th century, the periphery consists of everything which is not the centre. A second example is that of the Cistercians in the 12th century. Here the center is an institutional body. The communication between centre and periphery is in this case mediated by the sub-centres, the mother houses, from which one defines varying peripheries, distinguished by lines, which originate in the sub-centres. The third example of an order with a stable centre is that of the Praemonstratensians. The communication between centre, Prémontré and the general chapter, and the periphery takes place initially through the hierarchy of filiation, similar to that of the Cistercians. The so-called circatores joined this system already in the second half of the 12th century. They were a new instrument of communication which was in direct relation with the centre. From the second half of the 12th century one witnesses in these orders a slow tendency of the periphery to avoid the absolute homogenization desired by the centre, so as to express their own necessity to adapt to the local political and ecclesiastical reality on a regional basis. This occurred in the context of a complex degree of organization which included increasingly refined structures of communication, guarantors of an absolute unitas and uniformitas of liturgical observance and life. The communication relationship in those orders in which the centre is mobile, such as for instance the mendicant orders, is profoundly different. In this case, the centre is mobile, whereas the solidly organized periphery is not.
2012
9783515099295
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11563/19658
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