La ricerca archeologica sulla cultura materiale, in particolare sulla produzione ed uso di vasellame, ha il compito di restituire alla comunità le abitudini e gli usi culinari di un determinato territorio e si arricchisce di valore sociale e culturale attraverso un’attenta analisi delle forme, degli impasti con cui sono realizzati i contenitori e delle loro funzioni, se da mensa, da dispensa, da trasporto o da cucina. Le fasi di studio per ottenere questi risultati sono lunghe ed articolate, in quanto si deve tenere in debito conto il contesto di rinvenimento, la stratigrafia archeologica e l’orizzonte cronologico di riferimento. Lo specialista archeologo che si occupa dei “cocci” rotti ha di conseguenza una grande responsabilità scientifica e deontologica, perché non si tratta soltanto di contare gli innumerevoli frammenti raccolti all’interno di una singola unità stratigrafica, di disegnare i profili dei contenitori diagnostici, ma lo sforzo principale è quello di guardare oltre, di ridisegnare la società che ha concepito - per gusto o per necessità - il suo repertorio morfologico, di studiare il tipo di alimentazione e di cultura culinaria di un determinato popolo. Dietro il cibo si nasconde «la fase culturale per eccellenza» (Montanari 2014, p. 50).
L’alimentazione tra tardo antico e alto medioevo: una proposta di lettura della documentazione materiale dal sito ex pozzi, Sparanise.
Brunella Gargiulo
2022-01-01
Abstract
La ricerca archeologica sulla cultura materiale, in particolare sulla produzione ed uso di vasellame, ha il compito di restituire alla comunità le abitudini e gli usi culinari di un determinato territorio e si arricchisce di valore sociale e culturale attraverso un’attenta analisi delle forme, degli impasti con cui sono realizzati i contenitori e delle loro funzioni, se da mensa, da dispensa, da trasporto o da cucina. Le fasi di studio per ottenere questi risultati sono lunghe ed articolate, in quanto si deve tenere in debito conto il contesto di rinvenimento, la stratigrafia archeologica e l’orizzonte cronologico di riferimento. Lo specialista archeologo che si occupa dei “cocci” rotti ha di conseguenza una grande responsabilità scientifica e deontologica, perché non si tratta soltanto di contare gli innumerevoli frammenti raccolti all’interno di una singola unità stratigrafica, di disegnare i profili dei contenitori diagnostici, ma lo sforzo principale è quello di guardare oltre, di ridisegnare la società che ha concepito - per gusto o per necessità - il suo repertorio morfologico, di studiare il tipo di alimentazione e di cultura culinaria di un determinato popolo. Dietro il cibo si nasconde «la fase culturale per eccellenza» (Montanari 2014, p. 50).File | Dimensione | Formato | |
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