Il lavoro affronta il tema della tutela e valorizzazione del patrimonio costruito minore diffuso in tutto il territorio della Basilicata con una chiave di lettura inedita che mutua la visione del senso dell’esistenza umana di Martin Heidegger. Attraverso la lettura critica del noto saggio “Costruire abitare pensare” scritto dal filosofo tedesco nel 1952, il lavoro ribalta la semplicistica prospettiva del costruire come fine-mezzo dell’abitare e vede sia il costruire che il pensare come manifestazioni dell’abitare ovvero dell’essere uomini mortali sulla terra. Con questa visione dilatata dal potere dell’intelletto e della volontà umana, il lavoro descrive “Il Casale” di Armento, uno dei più antichi borghi dell’entroterra lucano che attualmente versa in condizioni di completo abbandono e degrado. Il villaggio fu fondato dai monaci basiliani tra il X e l’inizio dell’XI secolo su una rupe conglomeratica da cui si domina la valle della Fiumara di Armento. Le piccole abitazioni in pietra di fiume del borgo raccontano la storia di un popolo che ha saputo abitare, costruire e pensare in un territorio fragile funestato da terremoti e da eventi franosi e alluvionali. Il tratto essenziale dell’antico modo di abitare nel borgo è l’aver cura della propria terra coltivando le cose che crescono e costruendo le cose che non crescono da sè con la sapienza del pensare a cui non sfugge la mortalità del proprio essere.

Costruire abitare pensare nei borghi dell’entroterra lucano

Graziella Bernardo
2024-01-01

Abstract

Il lavoro affronta il tema della tutela e valorizzazione del patrimonio costruito minore diffuso in tutto il territorio della Basilicata con una chiave di lettura inedita che mutua la visione del senso dell’esistenza umana di Martin Heidegger. Attraverso la lettura critica del noto saggio “Costruire abitare pensare” scritto dal filosofo tedesco nel 1952, il lavoro ribalta la semplicistica prospettiva del costruire come fine-mezzo dell’abitare e vede sia il costruire che il pensare come manifestazioni dell’abitare ovvero dell’essere uomini mortali sulla terra. Con questa visione dilatata dal potere dell’intelletto e della volontà umana, il lavoro descrive “Il Casale” di Armento, uno dei più antichi borghi dell’entroterra lucano che attualmente versa in condizioni di completo abbandono e degrado. Il villaggio fu fondato dai monaci basiliani tra il X e l’inizio dell’XI secolo su una rupe conglomeratica da cui si domina la valle della Fiumara di Armento. Le piccole abitazioni in pietra di fiume del borgo raccontano la storia di un popolo che ha saputo abitare, costruire e pensare in un territorio fragile funestato da terremoti e da eventi franosi e alluvionali. Il tratto essenziale dell’antico modo di abitare nel borgo è l’aver cura della propria terra coltivando le cose che crescono e costruendo le cose che non crescono da sè con la sapienza del pensare a cui non sfugge la mortalità del proprio essere.
2024
978-88-945775-0-1
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