L’evoluzione delle arti belliche nonché degli strumenti e delle tecnologie impiegate nei grandi conflitti mondiali hanno portato ad una trasformazione dei luoghi e delle architetture difensive che hanno visto un impiego di siti strategici sempre più complessi e spesso inaccessibili, nonché l’utilizzo dei più disparati sistemi di difesa. Nel clima di tensione della Guerra Fredda, la forte minaccia da parte delle due superpotenze USA e URSS nell’impiego di armamenti di distruzione di massa, ha coinvolto molti paesi europei tra cui l’Italia che, sotto gli occhi increduli della popolazione, ha visto dispiegare ben 10 basi missilistiche nucleari tra le incolte terre del parco della Murgia, in una zona a cavallo tra la Basilicata e la Puglia. Le basi Jupiter sono state caratterizzate dalla particolare forma triangolare, disposte in direzione Nord-Est, ai cui vertici sono state collocate le rampe di lancio dei missili a raggio intermedio (IRBM), armati con una potente testata termonucleare. L’intero sistema difensivo inoltre è stato composto da tutte le apparecchiature elettroniche e di rifornimento, da caserme di comando, da sistemi di protezione e dalle torri di controllo che hanno circoscritto il perimetro del sito militare. Questi luoghi “invisibili”, come le basi Jupiter (sottoutilizzate per un arco temporale molto breve (1960-1963)), ben radicati nel territorio e voluti a sostegno della NATO rappresentano una grossa “fetta” di quel patrimonio edilizio militare che, sotteso al vincolo di segretezza, si trova oggigiorno, nella maggior parte dei casi, in uno stato di abbandono e di disuso. Questi particolari paesaggi militari, nei quali l’azione dell’uomo si intreccia con la natura incontaminata, forniscono oggi numerosi spunti per una riqualificazione improntata sia al recupero dei valori immateriali di cui questi siti sono portatori sia ad un reimpiego funzionale per le comunità locali. L’importanza della conoscenza verso i manufatti di questo patrimonio architettonico tanto vicino temporalmente quanto distante culturalmente dalla società contemporanea, diviene il fulcro fondamentale per le azioni di tutela e valorizzazione di luoghi dal fascino senza tempo che diversamente lasciati in uno stato di abbandono comporterebbero la perdita di testimonianze materiali e storiche.
Cold War military landscapes: Jupiter missiles bases in Italy
pagliuca antonello
;grimaldi giulio;
2024-01-01
Abstract
L’evoluzione delle arti belliche nonché degli strumenti e delle tecnologie impiegate nei grandi conflitti mondiali hanno portato ad una trasformazione dei luoghi e delle architetture difensive che hanno visto un impiego di siti strategici sempre più complessi e spesso inaccessibili, nonché l’utilizzo dei più disparati sistemi di difesa. Nel clima di tensione della Guerra Fredda, la forte minaccia da parte delle due superpotenze USA e URSS nell’impiego di armamenti di distruzione di massa, ha coinvolto molti paesi europei tra cui l’Italia che, sotto gli occhi increduli della popolazione, ha visto dispiegare ben 10 basi missilistiche nucleari tra le incolte terre del parco della Murgia, in una zona a cavallo tra la Basilicata e la Puglia. Le basi Jupiter sono state caratterizzate dalla particolare forma triangolare, disposte in direzione Nord-Est, ai cui vertici sono state collocate le rampe di lancio dei missili a raggio intermedio (IRBM), armati con una potente testata termonucleare. L’intero sistema difensivo inoltre è stato composto da tutte le apparecchiature elettroniche e di rifornimento, da caserme di comando, da sistemi di protezione e dalle torri di controllo che hanno circoscritto il perimetro del sito militare. Questi luoghi “invisibili”, come le basi Jupiter (sottoutilizzate per un arco temporale molto breve (1960-1963)), ben radicati nel territorio e voluti a sostegno della NATO rappresentano una grossa “fetta” di quel patrimonio edilizio militare che, sotteso al vincolo di segretezza, si trova oggigiorno, nella maggior parte dei casi, in uno stato di abbandono e di disuso. Questi particolari paesaggi militari, nei quali l’azione dell’uomo si intreccia con la natura incontaminata, forniscono oggi numerosi spunti per una riqualificazione improntata sia al recupero dei valori immateriali di cui questi siti sono portatori sia ad un reimpiego funzionale per le comunità locali. L’importanza della conoscenza verso i manufatti di questo patrimonio architettonico tanto vicino temporalmente quanto distante culturalmente dalla società contemporanea, diviene il fulcro fondamentale per le azioni di tutela e valorizzazione di luoghi dal fascino senza tempo che diversamente lasciati in uno stato di abbandono comporterebbero la perdita di testimonianze materiali e storiche.File | Dimensione | Formato | |
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