The city and its buildings are an expression of history and of man’s decisions on the organisation of the city and socio-political conditions. Precisely looking at this last aspect, it is interesting to focus attention on what were the “asylum architectures”, design signs that give back a particular conception of man and the spaces he inhabits. In the urban context of Potenza (Italy) at the beginning of the 20th century, the transformation of the “Ophelia” project from a mental hospital to a residential district was analysed. Although the project was never completed, its structure has profoundly marked the urban fabric of the ‘Santa Maria’ district of the city of Potenza, which was built on the design matrix imprinted by this project. The archival research activity and the contextual survey in the field have made it possible to create a documentation that aims to be a contribution to the recent history of the city, and a starting tool for future actions of urban recovery and redevelopment. This path of knowledge, born from the research carried out for some time now on “Modern Architecture” in Basilicata, becomes a reference heritage also in the teaching activities, where students experience hypotheses

La città e gli edifici che la compongono sono espressione della storia e delle decisioni dell’uomo sull’organizzazione della città e delle condizioni socio-politiche del momento. Proprio guardando a quest’ultimo aspetto, è interessante porre l’attenzione a quelle che sono state le “architetture manicomiali”, segni progettuali che restituiscono una particolare concezione dell’uomo e degli spazi che abita. Nel contesto Urbano della Potenza dell’inizio del XX secolo si è analizzata la trasformazione del progetto “Ophelia”, da struttura manicomiale a quartiere residenziale. Seppure il progetto non sia mai stato portato a compimento, la sua struttura ha segnato profondamente il tessuto urbano del quartiere “Santa Maria” della città di Potenza, il quale è stato costruito sulla matrice progettuale impressa proprio da questo progetto. L’attività di ricerca archivistica e quella contestuale di rilievo sul campo ha permesso di realizzare una documentazione che vuol rappresentare un contributo alla storia recente della città, ed uno strumento di partenza per future azioni di recupero e di riqualificazione urbana. Tale percorso di conoscenza, nato dalla ricerca svolta ormai da tempo sul “Moderno” in Basilicata, diventa un patrimonio di riferimento anche nelle attività didattiche, dove gli studenti prossimi alla laurea sperimentano ipotesi di “ridisegno” della città attraverso la reinterpretazione dei luoghi e, quindi, attraverso il progetto.

L’architettura manicomiale dei primi del Novecento a Potenza: da luogo della marginalità a luogo dell’abitare

Antonio Bixio;Giuseppe D'Angiulli;Letizia Albano
2022-01-01

Abstract

The city and its buildings are an expression of history and of man’s decisions on the organisation of the city and socio-political conditions. Precisely looking at this last aspect, it is interesting to focus attention on what were the “asylum architectures”, design signs that give back a particular conception of man and the spaces he inhabits. In the urban context of Potenza (Italy) at the beginning of the 20th century, the transformation of the “Ophelia” project from a mental hospital to a residential district was analysed. Although the project was never completed, its structure has profoundly marked the urban fabric of the ‘Santa Maria’ district of the city of Potenza, which was built on the design matrix imprinted by this project. The archival research activity and the contextual survey in the field have made it possible to create a documentation that aims to be a contribution to the recent history of the city, and a starting tool for future actions of urban recovery and redevelopment. This path of knowledge, born from the research carried out for some time now on “Modern Architecture” in Basilicata, becomes a reference heritage also in the teaching activities, where students experience hypotheses
2022
9788835141938
La città e gli edifici che la compongono sono espressione della storia e delle decisioni dell’uomo sull’organizzazione della città e delle condizioni socio-politiche del momento. Proprio guardando a quest’ultimo aspetto, è interessante porre l’attenzione a quelle che sono state le “architetture manicomiali”, segni progettuali che restituiscono una particolare concezione dell’uomo e degli spazi che abita. Nel contesto Urbano della Potenza dell’inizio del XX secolo si è analizzata la trasformazione del progetto “Ophelia”, da struttura manicomiale a quartiere residenziale. Seppure il progetto non sia mai stato portato a compimento, la sua struttura ha segnato profondamente il tessuto urbano del quartiere “Santa Maria” della città di Potenza, il quale è stato costruito sulla matrice progettuale impressa proprio da questo progetto. L’attività di ricerca archivistica e quella contestuale di rilievo sul campo ha permesso di realizzare una documentazione che vuol rappresentare un contributo alla storia recente della città, ed uno strumento di partenza per future azioni di recupero e di riqualificazione urbana. Tale percorso di conoscenza, nato dalla ricerca svolta ormai da tempo sul “Moderno” in Basilicata, diventa un patrimonio di riferimento anche nelle attività didattiche, dove gli studenti prossimi alla laurea sperimentano ipotesi di “ridisegno” della città attraverso la reinterpretazione dei luoghi e, quindi, attraverso il progetto.
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