Secondo Tucidide, lo scopo dell'archeologia era di "dimostrare di ricostruire il passato non solo attraverso le fonti ma anche attraverso prove scientifiche esatte” evidenziando, quindi, la stretta correlazione che esiste fra cultura umanistica e scientifica (Artioli, 2010). Ecco che i reperti archeologici rinvenuti in aree di scavo o in ritrovamenti subacquei, debitamente interrogati possono raccontarci, in maniera dettagliata, tradizioni, usi, itinerari di viaggio, scambi commerciali delle civiltà che hanno popolato in passato i territori (Parmeggiani, 2003). La presente ricerca si è focalizzata sullo studio di reperti metallici ritrovati duranti gli scavi archeologici nell’area Siris di Policoro (Matera) al fine di ottenere informazioni sulle caratteristiche chimico – fisiche degli oggetti, sulle tecnologie di realizzazione e sullo stato di degrado/corrosione. I reperti, consistenti in: specillo (Fig.1), punta di freccia, tappo di fiaschetta, bastoncino in piombo, arma in ferro, punta di giavellotto e fibula sono stati analizzati attraverso una sinergia di metodologie non distruttive quali Microscopia Ottica (MO), Fluorescenza dei Raggi X (XRF), Diffrazione di Raggi X (XRD), X-ray Photoelecton Spectroscopy (XPS) e Spettroscopia Raman. Sui reperti sono state anche condotte indagini microbiologiche per verificare la presenza di biodeteriogeni. I principali risultati possono essere così riassunti:  le analisi XRD mostrano che i campioni sono costituiti essenzialmente da leghe di ferro e alluminio e ossidi di ferro e rame, sovente con incrostazioni di quarzo e calcite,  le analisi XRF oltre a rivelare gli elementi maggiori quali Fe, Cu e Zn, rivelano per alcuni campioni tracce di Zn e Pb. Nello specifico, “Spec3” , la cui scheda museale riportava come composizione metallica 100% in ferro, è risultata essere una lega di Cu e Zn con tracce di Fe e Pb .Nessun biodeteriogeno risulta essere presente sugli oggetti analizzati. Fine ultimo della ricerca consisterà nell’identificazione e pianificazione di successivi interventi green di risanamento e consolidamento.

Manufatti metallici: cultura umanistica e scientifica strettamente interconnessi

Sgarro N.;Mesto E.
Investigation
;
Rizzo G.
;
Scrano L.
;
2022-01-01

Abstract

Secondo Tucidide, lo scopo dell'archeologia era di "dimostrare di ricostruire il passato non solo attraverso le fonti ma anche attraverso prove scientifiche esatte” evidenziando, quindi, la stretta correlazione che esiste fra cultura umanistica e scientifica (Artioli, 2010). Ecco che i reperti archeologici rinvenuti in aree di scavo o in ritrovamenti subacquei, debitamente interrogati possono raccontarci, in maniera dettagliata, tradizioni, usi, itinerari di viaggio, scambi commerciali delle civiltà che hanno popolato in passato i territori (Parmeggiani, 2003). La presente ricerca si è focalizzata sullo studio di reperti metallici ritrovati duranti gli scavi archeologici nell’area Siris di Policoro (Matera) al fine di ottenere informazioni sulle caratteristiche chimico – fisiche degli oggetti, sulle tecnologie di realizzazione e sullo stato di degrado/corrosione. I reperti, consistenti in: specillo (Fig.1), punta di freccia, tappo di fiaschetta, bastoncino in piombo, arma in ferro, punta di giavellotto e fibula sono stati analizzati attraverso una sinergia di metodologie non distruttive quali Microscopia Ottica (MO), Fluorescenza dei Raggi X (XRF), Diffrazione di Raggi X (XRD), X-ray Photoelecton Spectroscopy (XPS) e Spettroscopia Raman. Sui reperti sono state anche condotte indagini microbiologiche per verificare la presenza di biodeteriogeni. I principali risultati possono essere così riassunti:  le analisi XRD mostrano che i campioni sono costituiti essenzialmente da leghe di ferro e alluminio e ossidi di ferro e rame, sovente con incrostazioni di quarzo e calcite,  le analisi XRF oltre a rivelare gli elementi maggiori quali Fe, Cu e Zn, rivelano per alcuni campioni tracce di Zn e Pb. Nello specifico, “Spec3” , la cui scheda museale riportava come composizione metallica 100% in ferro, è risultata essere una lega di Cu e Zn con tracce di Fe e Pb .Nessun biodeteriogeno risulta essere presente sugli oggetti analizzati. Fine ultimo della ricerca consisterà nell’identificazione e pianificazione di successivi interventi green di risanamento e consolidamento.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11563/165814
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