La pandemia 2020 con la quarantena obbligatoria ha creato una discontinuità con tutto quanto si credeva possibile prima. Niente si può dare per scontato. Anche un discorso sulla bellezza non può prescindere da questa premessa, la bellezza è poi stata in questa situazione paradossalmente preservata e perduta allo stesso tempo. Preservatissimi paesaggi naturali, piante, altre specie viventi, orchidee di montagna, acque del mare, edelweiss e tutto ciò che il solo passaggio degli esseri umani deturpava. La pandemia ha scombinato le carte dei nostri destini per sempre, quelli del vivere quotidiano, della progettazione, degli assunti fondamentali basati sui cinque sensi e della socialità, per non parlare dell’economia. Se un discorso sulla bellezza poteva essere concluso con un inno all’incontro fra esseri umani, tarallucci e vino, con l’abbraccio nel cerchio di una pizzica o di una tarantella, la condivisione di una sagra di paese, o di una gita scolastica con pacca sulla spalla, oggi va iniziato a partire da qui, dal fatto che toccare qualcuno non è più cosa normale finché la prossimità è pericolosa, e che non sarà più la stretta di mano, forse, il modo per siglare un accordo. Cosa resta della bellezza? Quali sono le domande da abitare?
Il bello che resta, demolire i cinici.
Kuhtz, S
2022-01-01
Abstract
La pandemia 2020 con la quarantena obbligatoria ha creato una discontinuità con tutto quanto si credeva possibile prima. Niente si può dare per scontato. Anche un discorso sulla bellezza non può prescindere da questa premessa, la bellezza è poi stata in questa situazione paradossalmente preservata e perduta allo stesso tempo. Preservatissimi paesaggi naturali, piante, altre specie viventi, orchidee di montagna, acque del mare, edelweiss e tutto ciò che il solo passaggio degli esseri umani deturpava. La pandemia ha scombinato le carte dei nostri destini per sempre, quelli del vivere quotidiano, della progettazione, degli assunti fondamentali basati sui cinque sensi e della socialità, per non parlare dell’economia. Se un discorso sulla bellezza poteva essere concluso con un inno all’incontro fra esseri umani, tarallucci e vino, con l’abbraccio nel cerchio di una pizzica o di una tarantella, la condivisione di una sagra di paese, o di una gita scolastica con pacca sulla spalla, oggi va iniziato a partire da qui, dal fatto che toccare qualcuno non è più cosa normale finché la prossimità è pericolosa, e che non sarà più la stretta di mano, forse, il modo per siglare un accordo. Cosa resta della bellezza? Quali sono le domande da abitare?File | Dimensione | Formato | |
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