Si è spesso opportunamente rilevato come il cinema rappresenti per la ricerca ecocritica un campo di studi particolarmente fertile, sia per le potenzialità espressive del mezzo filmico, sia per la molteplicità di prospettive che può offrire al ricercatore (Ivakhiv 2011, 2013). Conseguentemente, l’ecocritica cinematografica si è sviluppata non solo rivolgendosi a quei film direttamente incentrati su problemi e tematiche ambientali, ma dando vita anche a ricerche di carattere più generale che, secondo una prospettiva fenomenologico-ermeneutica e muovendo dal concetto di mondo filmico (Sobchack 1992, Yacavone 2014), hanno studiato i processi percettivi e interpretativi messi in atto dal mezzo cinematografico. Paradossalmente, in questo variegato e promettente scenario, sono ancora relativamente pochi gli studi che, in chiave ecocritica, hanno condotto un’analisi del cinema italiano contemporaneo e delle sue produzioni. Nel quadro della filosofia del film e, in particolare, da quella specifica prospettiva di ricerca individuata con il termine anglosassone film as philosophy (Frampton 2006, Mulhall 2008, Mullarkey 2009, 2011), il saggio propone una breve ricognizione nel nuovo cinema italiano attraverso l’interpretazione del pensiero ecocritico espresso da tre opere cinematografiche degli ultimi anni: Le quattro volte (Frammartino 2010), Un giorno devi andare (Diritti 2013) e Le meraviglie (Rohrwacher 2014). L’incontro con questi tre mondi filmici offre allo spettatore l’espressione di una filosofia di vita fondata sull’antinomica concretezza di un’utopia che appare in qualche modo realizzabile.
Soggettività e natura. Il pensiero ecocritico nel nuovo cinema italiano
Alberto Baracco
2018-01-01
Abstract
Si è spesso opportunamente rilevato come il cinema rappresenti per la ricerca ecocritica un campo di studi particolarmente fertile, sia per le potenzialità espressive del mezzo filmico, sia per la molteplicità di prospettive che può offrire al ricercatore (Ivakhiv 2011, 2013). Conseguentemente, l’ecocritica cinematografica si è sviluppata non solo rivolgendosi a quei film direttamente incentrati su problemi e tematiche ambientali, ma dando vita anche a ricerche di carattere più generale che, secondo una prospettiva fenomenologico-ermeneutica e muovendo dal concetto di mondo filmico (Sobchack 1992, Yacavone 2014), hanno studiato i processi percettivi e interpretativi messi in atto dal mezzo cinematografico. Paradossalmente, in questo variegato e promettente scenario, sono ancora relativamente pochi gli studi che, in chiave ecocritica, hanno condotto un’analisi del cinema italiano contemporaneo e delle sue produzioni. Nel quadro della filosofia del film e, in particolare, da quella specifica prospettiva di ricerca individuata con il termine anglosassone film as philosophy (Frampton 2006, Mulhall 2008, Mullarkey 2009, 2011), il saggio propone una breve ricognizione nel nuovo cinema italiano attraverso l’interpretazione del pensiero ecocritico espresso da tre opere cinematografiche degli ultimi anni: Le quattro volte (Frammartino 2010), Un giorno devi andare (Diritti 2013) e Le meraviglie (Rohrwacher 2014). L’incontro con questi tre mondi filmici offre allo spettatore l’espressione di una filosofia di vita fondata sull’antinomica concretezza di un’utopia che appare in qualche modo realizzabile.File | Dimensione | Formato | |
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