Gli agrofarmaci, sostanze chimiche che consentono di controllare i danni causati da agenti patogeni sulle colture agricole, sono soggetti a due tipi di degradazione: biotica ed abiotica. La prima avviene ad opera dei microrganismi, la seconda in seguito a reazioni di fotolisi, fotossidazione e di idrolisi. Poiché le reazioni abiotiche (tranne l’idrolisi) sono associate alla radiazione solare, la maggior parte delle reazioni di degradazione hanno luogo durante il giorno. Tutte queste trasformazioni, in natura, avvengono contemporaneamente e, non sempre riescono a trasformare rapidamente gli xenobiotici in composti non nocivi. A volte, infatti, i prodotti intermedi di degradazione sono dannosi maggiormente e/o quanto la molecola madre che li ha generati. Considerando che persistenza, mobilità dei fitofarmaci, contaminazione, salvaguardia e risanamento dell’acqua e della vita acquatica sono temi di grande interesse, si è voluto studiare il comportamento fotochimico in ambiente naturale di una solfonilurea il Tribenuron-methyl. Le prove in fase liquida sono state condotte al buio e alla luce utilizzando il Suntest, un simulatore solare. Gli esperimenti cinetici sono stati monitorati adoperando la cromatografia liquida accoppiata ad un rivelatore DAD e/0 MS. Il Tribenuron-methyl disciolto in acqua ultrapura dopo 8 ore di irradiazione e dopo 52 ore al buio non è più strumentalmente rilevabile. In entrambe le prove compare il prodotto di degradazione 2-methoxy-4-methylamino-6-methyl-1,3,5-triazine, che da bibliografia risulta tossico quanto la molecola madre. La stessa sostanza attiva disciolta in un campione di acqua prelevato da un pozzo della Val d’Agri, località della Basilicata, mostra una maggiore persistenza: dopo 700 ore sia al buio sia sotto irradiazione è ancora presente, senza che si formi il prodotto intermedio. La cinetica di degradazione sembra influenzata non solo dalle diverse sostanze disciolte nella fase liquida ma anche dal pH del mezzo acquoso.

DEGRADAZIONE FOTOCHIMICA DI UNA SOLFONILUREA IN ACQUA DI FALDA

SCRANO, Laura;F. LELARIO;BUFO, Sabino Aurelio
2010-01-01

Abstract

Gli agrofarmaci, sostanze chimiche che consentono di controllare i danni causati da agenti patogeni sulle colture agricole, sono soggetti a due tipi di degradazione: biotica ed abiotica. La prima avviene ad opera dei microrganismi, la seconda in seguito a reazioni di fotolisi, fotossidazione e di idrolisi. Poiché le reazioni abiotiche (tranne l’idrolisi) sono associate alla radiazione solare, la maggior parte delle reazioni di degradazione hanno luogo durante il giorno. Tutte queste trasformazioni, in natura, avvengono contemporaneamente e, non sempre riescono a trasformare rapidamente gli xenobiotici in composti non nocivi. A volte, infatti, i prodotti intermedi di degradazione sono dannosi maggiormente e/o quanto la molecola madre che li ha generati. Considerando che persistenza, mobilità dei fitofarmaci, contaminazione, salvaguardia e risanamento dell’acqua e della vita acquatica sono temi di grande interesse, si è voluto studiare il comportamento fotochimico in ambiente naturale di una solfonilurea il Tribenuron-methyl. Le prove in fase liquida sono state condotte al buio e alla luce utilizzando il Suntest, un simulatore solare. Gli esperimenti cinetici sono stati monitorati adoperando la cromatografia liquida accoppiata ad un rivelatore DAD e/0 MS. Il Tribenuron-methyl disciolto in acqua ultrapura dopo 8 ore di irradiazione e dopo 52 ore al buio non è più strumentalmente rilevabile. In entrambe le prove compare il prodotto di degradazione 2-methoxy-4-methylamino-6-methyl-1,3,5-triazine, che da bibliografia risulta tossico quanto la molecola madre. La stessa sostanza attiva disciolta in un campione di acqua prelevato da un pozzo della Val d’Agri, località della Basilicata, mostra una maggiore persistenza: dopo 700 ore sia al buio sia sotto irradiazione è ancora presente, senza che si formi il prodotto intermedio. La cinetica di degradazione sembra influenzata non solo dalle diverse sostanze disciolte nella fase liquida ma anche dal pH del mezzo acquoso.
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