Il problema del deterioramento del patrimonio archeologico è particolarmente rilevante nei Paesi con una ricca eredità culturale. Le aree archeologiche, costruzioni, moschee, statue, musei ed oggetti sono tutti esposti a differenti stress biotici ed abiotici anche a causa di condizioni climatiche particolarmente aggressive. Licheni e funghi sono conosciuti come agenti primari del deterioramento di suddetti manufatti, processo che spesso riesce a danneggiare anche gli strati profondi del materiale lapideo grazie e/o a causa dell’interazione del microbiota con i costituenti chimici delle strutture architettoniche, complici anche le condizioni climatiche. I licheni svolgono però un duplice ruolo: sono infatti utilizzati come biosensori per il monitoraggio di aree inquinate. I nostri studi sono stati pertanto indirizzati a mostrare questo dualismo comportamentale: • è stato seguita l’evoluzione, la crescita e il danno prodotto sulla calcarenite di Gravina (materiale del sito) del lichene Caloplaca flavescens (Huds.) J.R. Laundon, agente biodeteriogeno dell’area archeologica sita tra Lavello, un piccolo paese della Regione Basilicata, e la zona industriale “Fenice”in località S. Nicola di Melfi. • contestualmente è stata monitorata in talli di Pseudoevernia furfuracea (L.) Zopf, la presenza di metalli pesanti adottando il metodo del trapianto lichenico. I talli sono stati posizionati in lichen-bags ed i risultati analitici ottenuti sono stati correlati con i parametri climatici e di qualità dell’aria. I risultati biologici preliminari hanno confermato l’attività biodeterogena della C. flavescens e l’accumulo di Al, Cd, Cr, Cu nei talli di P. furfuracea posizionati a Sud-Est, nel senso dei venti dominanti ed in direzione della Zona Industriale.
AGENTI BIODETERIOGENI E BENI CULTURALI
M. BRIENZA;SCRANO, Laura;BUFO, Sabino Aurelio
2010-01-01
Abstract
Il problema del deterioramento del patrimonio archeologico è particolarmente rilevante nei Paesi con una ricca eredità culturale. Le aree archeologiche, costruzioni, moschee, statue, musei ed oggetti sono tutti esposti a differenti stress biotici ed abiotici anche a causa di condizioni climatiche particolarmente aggressive. Licheni e funghi sono conosciuti come agenti primari del deterioramento di suddetti manufatti, processo che spesso riesce a danneggiare anche gli strati profondi del materiale lapideo grazie e/o a causa dell’interazione del microbiota con i costituenti chimici delle strutture architettoniche, complici anche le condizioni climatiche. I licheni svolgono però un duplice ruolo: sono infatti utilizzati come biosensori per il monitoraggio di aree inquinate. I nostri studi sono stati pertanto indirizzati a mostrare questo dualismo comportamentale: • è stato seguita l’evoluzione, la crescita e il danno prodotto sulla calcarenite di Gravina (materiale del sito) del lichene Caloplaca flavescens (Huds.) J.R. Laundon, agente biodeteriogeno dell’area archeologica sita tra Lavello, un piccolo paese della Regione Basilicata, e la zona industriale “Fenice”in località S. Nicola di Melfi. • contestualmente è stata monitorata in talli di Pseudoevernia furfuracea (L.) Zopf, la presenza di metalli pesanti adottando il metodo del trapianto lichenico. I talli sono stati posizionati in lichen-bags ed i risultati analitici ottenuti sono stati correlati con i parametri climatici e di qualità dell’aria. I risultati biologici preliminari hanno confermato l’attività biodeterogena della C. flavescens e l’accumulo di Al, Cd, Cr, Cu nei talli di P. furfuracea posizionati a Sud-Est, nel senso dei venti dominanti ed in direzione della Zona Industriale.File | Dimensione | Formato | |
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