L’analisi multiresiduale di agrofarmaci ha subito una profonda evoluzione in linea con le trasformazioni tecnologiche avvenute in campo analitico. Dall’analisi del singolo principio attivo, all’analisi della classe chimica sino all’analisi della classe agronomica si è assistito ad un’evoluzione dei metodi analitici che hanno privilegiato sempre più la quantità di molecole da ricercarsi per singola analisi rispetto alla qualità analitica del dato finale. Nella comunità europea il metodo QueChERS (quick, easy, cheap, effective, rugged, and safe), presentato la prima volta da Anastassiades nel 2002 alla IV edizione dell’EPRW tenutasi a Roma, è stato testato da più di 100 laboratori, che hanno dato vita ad una serie di ring-test annuali e negli Stati Uniti è stato validato come AOAC International Official Method 2007. Questo lavoro, condotto su campioni di lattuga provenienti da un’azienda biologica del Metapontino, ha avuto lo scopo di evidenziare punti di forza e di debolezza del metodo QueChERS confermando e dissentendo su valutazioni riportate in bibliografia. Per le determinazioni analitiche è stato adoperato un cromatografo liquido accoppiato ad uno spettrometro di massa a triplo quadrupolo e trappola ionica. I risultati hanno confermato molte positività (es. alta percentuale di recuperi per una vasta gamma di agrofarmaci polari e volatili, ridottissimo numero di passaggi, utilizzo intelligente di solventi, riduzione del personale) e alcune negatività (es. fattori di concentrazione molto bassi con necessità di arricchire il campione e soprattutto un elevato effetto matrice), ed hanno confermato come il metodo necessiti, se utilizzato per analisi di routine, di monotorare continuamente i punti critici del metodo. Alcune modifiche hanno già prodotto risultati positivi sfruttando le caratteristiche della cromatografia liquida che permette di evitare il problema degli elevati volumi di vaporizzazione di solventi organici propri della gas-cromatografia. Altre modifiche sono ancora in fase di sperimentazione.

Applicazione del metodo QueChERS per la determinazione di agrofarmaci residui in campioni di lattuga

SCRANO, Laura;LELARIO, FILOMENA;BUFO, Sabino Aurelio
2009-01-01

Abstract

L’analisi multiresiduale di agrofarmaci ha subito una profonda evoluzione in linea con le trasformazioni tecnologiche avvenute in campo analitico. Dall’analisi del singolo principio attivo, all’analisi della classe chimica sino all’analisi della classe agronomica si è assistito ad un’evoluzione dei metodi analitici che hanno privilegiato sempre più la quantità di molecole da ricercarsi per singola analisi rispetto alla qualità analitica del dato finale. Nella comunità europea il metodo QueChERS (quick, easy, cheap, effective, rugged, and safe), presentato la prima volta da Anastassiades nel 2002 alla IV edizione dell’EPRW tenutasi a Roma, è stato testato da più di 100 laboratori, che hanno dato vita ad una serie di ring-test annuali e negli Stati Uniti è stato validato come AOAC International Official Method 2007. Questo lavoro, condotto su campioni di lattuga provenienti da un’azienda biologica del Metapontino, ha avuto lo scopo di evidenziare punti di forza e di debolezza del metodo QueChERS confermando e dissentendo su valutazioni riportate in bibliografia. Per le determinazioni analitiche è stato adoperato un cromatografo liquido accoppiato ad uno spettrometro di massa a triplo quadrupolo e trappola ionica. I risultati hanno confermato molte positività (es. alta percentuale di recuperi per una vasta gamma di agrofarmaci polari e volatili, ridottissimo numero di passaggi, utilizzo intelligente di solventi, riduzione del personale) e alcune negatività (es. fattori di concentrazione molto bassi con necessità di arricchire il campione e soprattutto un elevato effetto matrice), ed hanno confermato come il metodo necessiti, se utilizzato per analisi di routine, di monotorare continuamente i punti critici del metodo. Alcune modifiche hanno già prodotto risultati positivi sfruttando le caratteristiche della cromatografia liquida che permette di evitare il problema degli elevati volumi di vaporizzazione di solventi organici propri della gas-cromatografia. Altre modifiche sono ancora in fase di sperimentazione.
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