Le varietà locali di fagiolo del centro e sud Italia, occupano nicchie di territorio a cui sono fortemente adattate e sono ancora utilizzate da un’agricoltura a basso impatto ambientale. Si tratta di genotipi dotati di caratteristiche morfo-agronomiche e nutrizionali “originali” e con qualità organolettiche superiori. La conservazione in situ /on farm e la valorizzazione per scopi commerciali di tale germoplasma locale possono ridurre i rischi di erosione genetica ma le modalità della produzione sementiera devono essere attentamente definite. Circa 500 agro-ecotipi autoctoni italiani di fagiolo (Phaseolus vulgaris L.) pari ad 1/8 della collezione di germoplasma Italiano di fagiolo sono state censite e valutate per caratteri agronomici e chimiconutrizionali mettendo a punto una banca dati. Si è moltiplicato, ringiovanito e valutato (in due località e per due anni) un segmento (88 accessioni di origine italiana) della collezione, usando 24 descrittori morfoagronomici e per 14 accessioni si è inoltre determinato il pattern faseolinico, il contenuto proteico, in inibitori della tripsina e in ceneri. Gli inibitori della tripsina sono risultati relativamente bassi, apprezzabilmente influenzati dall'annata e correlati negativamente con il contenuto proteico. Il contenuto proteico è stato da 30% (“Lamon Bilò”) a 21,5% (“Zolfino 2”). I pattern faseolinici osservati sono stati: ‘S’, ‘T’ e ‘C’, con nessuna variabilità entro accessione. Un’ampia collezione dal Centro Italia è stata sottoposta ad una valutazione della diversità morfo-fisiologica, (portamento, caratteristiche dell’infiorescenza, del legume e del seme) e ad analisi molecolari (marcatori AFLP e SSR). In sette varietà locali i marcatori AFLP hanno rilevato in media il 79% di polimorfismo e bande private. 12 primer SSR hanno confermato loci polimorfici (87,5%) con un in media 5 alleli per locus ed una eterozigosità media del 49,5%. Preferenze degli agricoltori, pratiche colturali, le differenti introduzioni e pressioni selettive ambientali hanno avuto un ruolo predominante nella differenziazione delle varietà locali. In una collezione di 130 accessioni di fagiolo, valutata per marcatori genetici (17 morfo-agronomici, pattern faseolinico, contenuto proteico, inibitori della tripsina e ceneri, 6 coppie di primer SSR e 2 combinazioni AFLP), sono state identificate due landraces eterogenee con IGP ‘Fagioli di Sarconi’ (PZ) a diverso habitus di crescita. Da queste è stato ottenuto per ciascuna landrace un lotto da destinare alla produzione sementiera che è stato allevato per più anni in due località diverse. La struttura genetica monitorata utilizzando marcatori molecolari (SSR ed AFLP) ha subito cambiamenti che suggeriscono di definire appropriate modalità di moltiplicazione per evitare rischi che l’erosione genetica elimini caratteri importanti di tipicità.

Valorizzazione e certificazione di agro-ecotipi italiani di fagiolo (Phaseolus vulgaris L.).

SPAGNOLETTI ZEULI, Pierluigi;DILUCA, Mariantonia;LOGOZZO, Giuseppina;MASI, Patrizia;
2004-01-01

Abstract

Le varietà locali di fagiolo del centro e sud Italia, occupano nicchie di territorio a cui sono fortemente adattate e sono ancora utilizzate da un’agricoltura a basso impatto ambientale. Si tratta di genotipi dotati di caratteristiche morfo-agronomiche e nutrizionali “originali” e con qualità organolettiche superiori. La conservazione in situ /on farm e la valorizzazione per scopi commerciali di tale germoplasma locale possono ridurre i rischi di erosione genetica ma le modalità della produzione sementiera devono essere attentamente definite. Circa 500 agro-ecotipi autoctoni italiani di fagiolo (Phaseolus vulgaris L.) pari ad 1/8 della collezione di germoplasma Italiano di fagiolo sono state censite e valutate per caratteri agronomici e chimiconutrizionali mettendo a punto una banca dati. Si è moltiplicato, ringiovanito e valutato (in due località e per due anni) un segmento (88 accessioni di origine italiana) della collezione, usando 24 descrittori morfoagronomici e per 14 accessioni si è inoltre determinato il pattern faseolinico, il contenuto proteico, in inibitori della tripsina e in ceneri. Gli inibitori della tripsina sono risultati relativamente bassi, apprezzabilmente influenzati dall'annata e correlati negativamente con il contenuto proteico. Il contenuto proteico è stato da 30% (“Lamon Bilò”) a 21,5% (“Zolfino 2”). I pattern faseolinici osservati sono stati: ‘S’, ‘T’ e ‘C’, con nessuna variabilità entro accessione. Un’ampia collezione dal Centro Italia è stata sottoposta ad una valutazione della diversità morfo-fisiologica, (portamento, caratteristiche dell’infiorescenza, del legume e del seme) e ad analisi molecolari (marcatori AFLP e SSR). In sette varietà locali i marcatori AFLP hanno rilevato in media il 79% di polimorfismo e bande private. 12 primer SSR hanno confermato loci polimorfici (87,5%) con un in media 5 alleli per locus ed una eterozigosità media del 49,5%. Preferenze degli agricoltori, pratiche colturali, le differenti introduzioni e pressioni selettive ambientali hanno avuto un ruolo predominante nella differenziazione delle varietà locali. In una collezione di 130 accessioni di fagiolo, valutata per marcatori genetici (17 morfo-agronomici, pattern faseolinico, contenuto proteico, inibitori della tripsina e ceneri, 6 coppie di primer SSR e 2 combinazioni AFLP), sono state identificate due landraces eterogenee con IGP ‘Fagioli di Sarconi’ (PZ) a diverso habitus di crescita. Da queste è stato ottenuto per ciascuna landrace un lotto da destinare alla produzione sementiera che è stato allevato per più anni in due località diverse. La struttura genetica monitorata utilizzando marcatori molecolari (SSR ed AFLP) ha subito cambiamenti che suggeriscono di definire appropriate modalità di moltiplicazione per evitare rischi che l’erosione genetica elimini caratteri importanti di tipicità.
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11563/14231
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact