Nella seconda metà degli anni Venti del Novecento, il medico e filosofo Viktor von Weizsäcker (1886-1957) elabora il progetto di un’antropologia medica, cioè di una «teoria generale della malattia» come teoria dell’uomo malato. I due testi proposti in questo volume, scritti a venti anni di distanza l’uno dall’altro, delineano efficacemente sviluppi e difficoltà di questo progetto, lasciando emergere l’esigenza profonda che lo muove: rivoluzionare i fondamenti epistemologici della medicina a partire da una nuova concezione della scienza, il cui nucleo concettuale è costituito dalla «relazione». L’incontro tra il medico e il paziente, in quanto situazione originaria dell’antropologia medica, diviene così l’autentica fonte dei criteri dell’azione terapeutica, salvaguardando il malato dal rischio di reificazione e spersonalizzazione a cui lo espone una medicina rigidamente positivista.
Questioni fondamentali di antropologia medica
Anzalone Mariafilomena
;
2017-01-01
Abstract
Nella seconda metà degli anni Venti del Novecento, il medico e filosofo Viktor von Weizsäcker (1886-1957) elabora il progetto di un’antropologia medica, cioè di una «teoria generale della malattia» come teoria dell’uomo malato. I due testi proposti in questo volume, scritti a venti anni di distanza l’uno dall’altro, delineano efficacemente sviluppi e difficoltà di questo progetto, lasciando emergere l’esigenza profonda che lo muove: rivoluzionare i fondamenti epistemologici della medicina a partire da una nuova concezione della scienza, il cui nucleo concettuale è costituito dalla «relazione». L’incontro tra il medico e il paziente, in quanto situazione originaria dell’antropologia medica, diviene così l’autentica fonte dei criteri dell’azione terapeutica, salvaguardando il malato dal rischio di reificazione e spersonalizzazione a cui lo espone una medicina rigidamente positivista.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.