Nonostante le potenzialità documentarie di un territorio investito precocemente e in modo capillare dal processo di romanizzazione, ad oggi la Basilicata rientra tra quelle regioni non ancora interessate né da una schedatura organica dei pavimenti antichi né da uno studio monografico ad essi specificatamente rivolto. L’attività di ricerca che chi scrive sta conducendo in seno al corso Dottorato di Ricerca in Storia, Culture e Saperi dell’Europa Mediterranea dall’Antichità all’Età Contemporanea dell’Università della Basilicata è dedicata allo studio dei mosaici e dei pavimenti decorati antichi presenti nel territorio della Regione. Attraverso la raccolta e la razionalizzazione di tutta la documentazione esistente, sia edita sia inedita, ci si propone di realizzare un censimento sistematico che possa essere funzionale all’analisi e alla rielaborazione critica della “cultura musiva” dell’area indagata nella sua evoluzione storica. Tale lavoro, reso possibile grazie all’indispensabile collaborazione della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Basilicata, si lega al più ampio e ben noto Progetto TESS, coordinato a livello nazionale dal Dipartimento di Archeologia dell’Università di Padova, che si prefigge di catalogare in un’unica banca dati on-line le attestazioni dell’intera Penisola. L’obiettivo del contributo che s’intende presentare al XXI Convegno dell’AISCOM, pertanto, è quello di far conoscere il progetto di ricerca in progress a livello nazionale e di rendere conto della situazione complessiva che è stato possibile delineare fino ad ora, con riferimenti statistici al materiale noto e ad alcuni tra i contesti più rappresentativi. Considerando le sole testimonianze edite, anche in brevi segnalazioni, sono stati oggetto di schedatura oltre 220 pavimenti decorati, afferenti a quattro diverse tecniche: cementizio, tessellato, opus sectile e a commessi laterizi. La documentazione riguarda sia esemplari in situ o decontestualizzati di cui si conosce la sintassi decorativa, ove possibile verificati autopticamente e georeferenziati, sia esemplari lacunosi o addirittura perduti, ma comunque importanti per ricostruire le dinamiche insediative del territorio anche in contesti storico-topografici oggi alterati o non più apprezzabili. Le superfici pavimentali raccolte provengono da aree urbane, riconducibili a edifici sia residenziali sia pubblici, e da aree extraurbane, riconosciute nelle numerose villae rusticae distribuite nell’entroterra. L’arco cronologico entro il quale esse si distribuiscono comprende oltre otto secoli di storia, che vanno dalle prime attestazioni di età lucano-ellenistica (IV sec. a.C.) fino agli ultimi esiti tardo-romani (V/VI sec. d.C.). I caratteri stilistici e tipologici dei manufatti, analizzati nella loro evoluzione diacronica, individuano una cultura “musiva” locale in costante dialogo con le aree di grande tradizione figurativa del Mediterraneo.

Mosaici e pavimenti della Basilicata antica

Fabio Donnici
2016-01-01

Abstract

Nonostante le potenzialità documentarie di un territorio investito precocemente e in modo capillare dal processo di romanizzazione, ad oggi la Basilicata rientra tra quelle regioni non ancora interessate né da una schedatura organica dei pavimenti antichi né da uno studio monografico ad essi specificatamente rivolto. L’attività di ricerca che chi scrive sta conducendo in seno al corso Dottorato di Ricerca in Storia, Culture e Saperi dell’Europa Mediterranea dall’Antichità all’Età Contemporanea dell’Università della Basilicata è dedicata allo studio dei mosaici e dei pavimenti decorati antichi presenti nel territorio della Regione. Attraverso la raccolta e la razionalizzazione di tutta la documentazione esistente, sia edita sia inedita, ci si propone di realizzare un censimento sistematico che possa essere funzionale all’analisi e alla rielaborazione critica della “cultura musiva” dell’area indagata nella sua evoluzione storica. Tale lavoro, reso possibile grazie all’indispensabile collaborazione della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Basilicata, si lega al più ampio e ben noto Progetto TESS, coordinato a livello nazionale dal Dipartimento di Archeologia dell’Università di Padova, che si prefigge di catalogare in un’unica banca dati on-line le attestazioni dell’intera Penisola. L’obiettivo del contributo che s’intende presentare al XXI Convegno dell’AISCOM, pertanto, è quello di far conoscere il progetto di ricerca in progress a livello nazionale e di rendere conto della situazione complessiva che è stato possibile delineare fino ad ora, con riferimenti statistici al materiale noto e ad alcuni tra i contesti più rappresentativi. Considerando le sole testimonianze edite, anche in brevi segnalazioni, sono stati oggetto di schedatura oltre 220 pavimenti decorati, afferenti a quattro diverse tecniche: cementizio, tessellato, opus sectile e a commessi laterizi. La documentazione riguarda sia esemplari in situ o decontestualizzati di cui si conosce la sintassi decorativa, ove possibile verificati autopticamente e georeferenziati, sia esemplari lacunosi o addirittura perduti, ma comunque importanti per ricostruire le dinamiche insediative del territorio anche in contesti storico-topografici oggi alterati o non più apprezzabili. Le superfici pavimentali raccolte provengono da aree urbane, riconducibili a edifici sia residenziali sia pubblici, e da aree extraurbane, riconosciute nelle numerose villae rusticae distribuite nell’entroterra. L’arco cronologico entro il quale esse si distribuiscono comprende oltre otto secoli di storia, che vanno dalle prime attestazioni di età lucano-ellenistica (IV sec. a.C.) fino agli ultimi esiti tardo-romani (V/VI sec. d.C.). I caratteri stilistici e tipologici dei manufatti, analizzati nella loro evoluzione diacronica, individuano una cultura “musiva” locale in costante dialogo con le aree di grande tradizione figurativa del Mediterraneo.
2016
978-88-909657-2-2
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