Il lavoro di tesi consiste nell’edizione critica dei Gesta Alfonsi regis dell’umanista siciliano Tommaso Chaula, corredati da uno studio introduttivo, dalla traduzione in italiano e da note di commento. Il testo latino dell’opera, di tipo storiografico, è noto attraverso la trascrizione diplomatica (di assai problematica intelligibilità) dello storico siciliano Raffaele Starrabba, pubblicata a Palermo nel 1904: il manoscritto, infatti, il Membr. 60 dell’Archivio di Stato di Napoli, è andato distrutto nel 1943. La trascrizione di Starrabba tuttavia non offre alcun supporto utile alla comprensione e alla fruizione del testo: non compie alcun intervento correttivo, preserva intatta la disorganica prassi ortografica del ms. (anche mantenendo le parole unite o divise in maniera scorretta), lascia tutti gli errori, dei quali si limita, raramente, a indicare in nota possibili ipotesi interpretative. Pertanto, partendo da questa fedele trascrizione diplomatica, che è stata trattata come fosse una sorta di riproduzione fotografica del manoscritto, è stata realizzata l’edizione critica dell’opera storiografica con l’intento di restituire il testo a più piena intelligibilità. L’edizione è stata realizzata anche collazionando le varianti trasmesse dal ms. AM833 (ff. 184r al 195r) conservato nel fondo principale della Kongelige Bibliothek di Copenaghen. Questo codice, composito e vergato da varie mani riconducibili alla seconda metà del XVI secolo, tuttavia, offre solo un compendio molto parziale dell’opera. L’edizione critica è introdotta da uno studio diviso in 4 capitoli: I. Storia e storiografia: l’Italia tra i secoli XIV e XV; II. Biografia dell’autore; III. I cinque libri delle gesta compiute da Alfonso d’Aragona: analisi e contenuto; IV. Lettura e interpretazione dell’opera storiografica. Dunque, il profilo dell’umanista siciliano è stato inserito nell’ampio scenario storico del primo Umanesimo e all’interno di quel dibattito culturale teso a definire il metodo di scrivere la storia; le scarse informazioni biografiche fin’ora note sono state integrate con l’individuazione di nuovi documenti, rinvenuti nel corso di un periodo di studio e ricerca trascorso presso l’Archivio della Corona d’Aragona, a Barcellona. L’esame della produzione letteraria precedente ai Gesta Alfonsi regis è stato necessario per far emergere la formazione e la personalità dell’autore. Dopo aver esposto il contenuto dei cinque libri e quindi le vicende politiche del regno di Napoli e le imprese di Alfonso il Magnanimo compiute tra il 1420-1424, è stata analizzata la struttura compositiva dell’opera attraverso l’analisi delle fonti. L’esame dettagliato della struttura e dei caratteri dell’opera ha permesso, infine, di inserirla nel dibattito storiografico umanistico della metà del XV sec., in quanto, oltre ad essere la prima opera d’ambito italiano dedicata ad Alfonso d’Aragona, nella narrazione storica evidenzia proprio quel nuovo metodo umanistico di scrivere la storia che si sviluppò presso la corte aragonese di Napoli. Attraverso l’edizione critica, è possibile, dunque, rivalutare l’importanza di un’opera storiografica che si rivela assai rilevante. In largo anticipo rispetto a quelle più note e studiate di Bartolomeo Facio, di Antonio Panormita o di Lorenzo Valla, essa testimonia, infatti, l’interesse per la scrittura della storia: un genere innovativo dalle forti connotazioni sia “propagandistiche” che etiche. Presentando taluni caratteri propri dello speculum principis, allo stesso tempo costituiva anche lo strumento privilegiato per l’elaborazione delle complesse strategie di legittimazione di un sovrano, che, come Alfonso il Magnanimo, alla sua corte fece germinare una peculiare forma di Umanesimo “monarchico”, che importanti esiti e ricadute ebbe nell’Europa dei decenni successivi.
Alle origini della storiografia umanistica aragonese. Edizione critica e studio dei "Gesta Alfonsi regis" di Tommaso Chaula / Libonati, Mariarosa. - (2020 Feb 11).
Alle origini della storiografia umanistica aragonese. Edizione critica e studio dei "Gesta Alfonsi regis" di Tommaso Chaula
LIBONATI, MARIAROSA
2020-02-11
Abstract
Il lavoro di tesi consiste nell’edizione critica dei Gesta Alfonsi regis dell’umanista siciliano Tommaso Chaula, corredati da uno studio introduttivo, dalla traduzione in italiano e da note di commento. Il testo latino dell’opera, di tipo storiografico, è noto attraverso la trascrizione diplomatica (di assai problematica intelligibilità) dello storico siciliano Raffaele Starrabba, pubblicata a Palermo nel 1904: il manoscritto, infatti, il Membr. 60 dell’Archivio di Stato di Napoli, è andato distrutto nel 1943. La trascrizione di Starrabba tuttavia non offre alcun supporto utile alla comprensione e alla fruizione del testo: non compie alcun intervento correttivo, preserva intatta la disorganica prassi ortografica del ms. (anche mantenendo le parole unite o divise in maniera scorretta), lascia tutti gli errori, dei quali si limita, raramente, a indicare in nota possibili ipotesi interpretative. Pertanto, partendo da questa fedele trascrizione diplomatica, che è stata trattata come fosse una sorta di riproduzione fotografica del manoscritto, è stata realizzata l’edizione critica dell’opera storiografica con l’intento di restituire il testo a più piena intelligibilità. L’edizione è stata realizzata anche collazionando le varianti trasmesse dal ms. AM833 (ff. 184r al 195r) conservato nel fondo principale della Kongelige Bibliothek di Copenaghen. Questo codice, composito e vergato da varie mani riconducibili alla seconda metà del XVI secolo, tuttavia, offre solo un compendio molto parziale dell’opera. L’edizione critica è introdotta da uno studio diviso in 4 capitoli: I. Storia e storiografia: l’Italia tra i secoli XIV e XV; II. Biografia dell’autore; III. I cinque libri delle gesta compiute da Alfonso d’Aragona: analisi e contenuto; IV. Lettura e interpretazione dell’opera storiografica. Dunque, il profilo dell’umanista siciliano è stato inserito nell’ampio scenario storico del primo Umanesimo e all’interno di quel dibattito culturale teso a definire il metodo di scrivere la storia; le scarse informazioni biografiche fin’ora note sono state integrate con l’individuazione di nuovi documenti, rinvenuti nel corso di un periodo di studio e ricerca trascorso presso l’Archivio della Corona d’Aragona, a Barcellona. L’esame della produzione letteraria precedente ai Gesta Alfonsi regis è stato necessario per far emergere la formazione e la personalità dell’autore. Dopo aver esposto il contenuto dei cinque libri e quindi le vicende politiche del regno di Napoli e le imprese di Alfonso il Magnanimo compiute tra il 1420-1424, è stata analizzata la struttura compositiva dell’opera attraverso l’analisi delle fonti. L’esame dettagliato della struttura e dei caratteri dell’opera ha permesso, infine, di inserirla nel dibattito storiografico umanistico della metà del XV sec., in quanto, oltre ad essere la prima opera d’ambito italiano dedicata ad Alfonso d’Aragona, nella narrazione storica evidenzia proprio quel nuovo metodo umanistico di scrivere la storia che si sviluppò presso la corte aragonese di Napoli. Attraverso l’edizione critica, è possibile, dunque, rivalutare l’importanza di un’opera storiografica che si rivela assai rilevante. In largo anticipo rispetto a quelle più note e studiate di Bartolomeo Facio, di Antonio Panormita o di Lorenzo Valla, essa testimonia, infatti, l’interesse per la scrittura della storia: un genere innovativo dalle forti connotazioni sia “propagandistiche” che etiche. Presentando taluni caratteri propri dello speculum principis, allo stesso tempo costituiva anche lo strumento privilegiato per l’elaborazione delle complesse strategie di legittimazione di un sovrano, che, come Alfonso il Magnanimo, alla sua corte fece germinare una peculiare forma di Umanesimo “monarchico”, che importanti esiti e ricadute ebbe nell’Europa dei decenni successivi.File | Dimensione | Formato | |
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