L’educazione, secondo Aguilar e Bize (2018), rappresenta lo strumento attraverso il quale l’uomo si predispone al cambiamento, alla trasformazione, alla critica dello stabilito,. L’azione dell’educazione presuppone, infatti, la non staticità ed è applicabile in qualsiasi contesto e dunque anche ai problemi dell’ambiente, al rispetto della natura e alla sua tutela. L’educazione ambientale(EA) e l’educazione allo sviluppo sostenibile (ESS) mirano a far acquisire ai cittadini consapevolezza ed attenzione verso il loro ambiente come “anche la determinazione e la motivazione che li metterà in grado di agire, individualmente o collettivamente, per risolvere i problemi attuali e futuri “(Cipparone, 2005). Negli ultimi secoli il modello di sfruttamento dell'ambiente tipico del mondo occidentale (modello che si sta estendendo al cosiddetto mondo in via di sviluppo) ha saturato la capacità dell'ambiente di autorigenerare le proprie risorse e pertanto è indispensabile mettere in discussione gli attuali modelli per migliorarli/modificarli approcciandoli basandosi sulla sfera valoriale prima che su quella cognitiva: educare i cittadini attuali e futuri alla sostenibilità significa attivare processi virtuosi di cambiamento complessivo dei comportamenti e degli stili di vita. La comunità internazionale, prendendo atto dell’importanza dell’ambiente ha indicato, con l’art. III-233 della Costituzione Europea i principi cardine della Politica ambientale che “mira ad un elevato livello di tutela, tenendo conto delle diversità delle situazioni nelle varie regioni dell’Unione”. L’importanza di prevedere un impegno ambientale nella fonte più importante di un ordinamento giuridico è segnale d’integrazione della politica ambientale nelle altre politiche comunitarie, poiché basata, oltre che sul principio fondamentale di tutela, sui principi dell’azione preventiva, di precauzione e correzione alla fonte e del principio dello sviluppo sostenibile. L’UNESCO al termine del Decennio dedicato all’EES (DESD 2005-2014), deciso durante il Vertice Mondiale sullo Sviluppo sostenibile di Johannesburg (2002), ha lanciato il Programma Globale d’Azione sull’Educazione allo Sviluppo sostenibile (GAP) per contribuire alla nuova Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, varata dai Capi di Stato e di Governo a settembre 2015.

EDUCARE PER CAMBIARE: IL RUOLO DELL'EDUCAZIONE AMBIENTALE

LAURA SCRANO
2019-01-01

Abstract

L’educazione, secondo Aguilar e Bize (2018), rappresenta lo strumento attraverso il quale l’uomo si predispone al cambiamento, alla trasformazione, alla critica dello stabilito,. L’azione dell’educazione presuppone, infatti, la non staticità ed è applicabile in qualsiasi contesto e dunque anche ai problemi dell’ambiente, al rispetto della natura e alla sua tutela. L’educazione ambientale(EA) e l’educazione allo sviluppo sostenibile (ESS) mirano a far acquisire ai cittadini consapevolezza ed attenzione verso il loro ambiente come “anche la determinazione e la motivazione che li metterà in grado di agire, individualmente o collettivamente, per risolvere i problemi attuali e futuri “(Cipparone, 2005). Negli ultimi secoli il modello di sfruttamento dell'ambiente tipico del mondo occidentale (modello che si sta estendendo al cosiddetto mondo in via di sviluppo) ha saturato la capacità dell'ambiente di autorigenerare le proprie risorse e pertanto è indispensabile mettere in discussione gli attuali modelli per migliorarli/modificarli approcciandoli basandosi sulla sfera valoriale prima che su quella cognitiva: educare i cittadini attuali e futuri alla sostenibilità significa attivare processi virtuosi di cambiamento complessivo dei comportamenti e degli stili di vita. La comunità internazionale, prendendo atto dell’importanza dell’ambiente ha indicato, con l’art. III-233 della Costituzione Europea i principi cardine della Politica ambientale che “mira ad un elevato livello di tutela, tenendo conto delle diversità delle situazioni nelle varie regioni dell’Unione”. L’importanza di prevedere un impegno ambientale nella fonte più importante di un ordinamento giuridico è segnale d’integrazione della politica ambientale nelle altre politiche comunitarie, poiché basata, oltre che sul principio fondamentale di tutela, sui principi dell’azione preventiva, di precauzione e correzione alla fonte e del principio dello sviluppo sostenibile. L’UNESCO al termine del Decennio dedicato all’EES (DESD 2005-2014), deciso durante il Vertice Mondiale sullo Sviluppo sostenibile di Johannesburg (2002), ha lanciato il Programma Globale d’Azione sull’Educazione allo Sviluppo sostenibile (GAP) per contribuire alla nuova Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, varata dai Capi di Stato e di Governo a settembre 2015.
2019
9788867094349
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
Educazione Ambientale SCRANO.pdf

accesso aperto

Tipologia: Documento in Post-print
Licenza: DRM non definito
Dimensione 555.67 kB
Formato Adobe PDF
555.67 kB Adobe PDF Visualizza/Apri

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11563/139864
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact