Il coinvolgimento di nuovi saperi per rispondere allo spostamento di interessi verso le regioni culturali e spaziali che attengono ad un rinnovato progetto e domanda di paesaggio, sollecitano l’urgenza di una riflessione sul tema della formazione del paesaggista, figura che sembra aver riconquistato una propria autonomia culturale e un sapere tecnico nella dimensione teorica e operativa, particolarmente coinvolto nel progetto della città e dei territori contemporanei (Debating the landscape. Didactical issues, learning processes, training. Seminar 25, 26 and 27 October 2017 Geneva, High School of Landscape, Engineering and Architecture (HEPIA), Geneva, Switzerland) Le competenze sul paesaggio attingono a un sapere antico che si sta aggiornando su una nuova commessa e mestieri che promuove la nozione di paesaggio e la sua domanda di progetto. In alcuni contesti, come la Francia, la formazione da sempre è organizzata dentro un percorso specifico di teorie e pratiche progettuali che prende dall’architettura e dall’urbanistica, come pure dalla geografia, dall’agronomia e dalle scienze naturali, rielaborandole, senza confondere i diversi apporti disciplinari, attribuendo tuttavia sempre di più autonomia ad una scienza del paesaggio (Donadieu, 2013). La condizione di lavoro complessa che i contesti post-metropolitani si trovano oggi ad offrire, incoraggiano una rinnovata sensibilità per il paesaggio, generando una domanda di professionisti specializzati, con una caratterizzazione professionale multidisciplinare, trovando ospitalità soprattutto dentro le discipline della landscape architecture e del landscape planning. L'urbanistica, l'architettura del paesaggio e l’ecologia sono da sempre le discipline che meglio riescono ad intercettare le sfide della contemporaneità, sollecitate dall’urgenza dei grandi cambiamenti ambientali e dalle criticità globali del nostro secolo (consumo di suolo, sprawl, dismissione). Altri sapere, tuttavia, sempre di più sono chiamati in causa per interpretare quel besoin de pajsage che deriva da una mutata relazione uomo-natura che rielabora rappresentazioni e dimensione simbolica dell’abitare contemporaneo (Mininni, 2012). Il presente articolo prova a verificare l’utilità di una ‘scienza del paesaggio’ e della sua formazione a partire dal lavoro di alcuni studiosi soprattutto di scuola francese (Donadieu 2011, Conan 2011, Berque, 2010, Toublanc 2014, Sgard, 2013 ) impegnati da tempo ad organizzare sul paesaggio un nuovo sapere ma anche competenze codificate. Nell’ inseguire i bisogni, e oggi soprattutto i desideri della società, i saperi sul paesaggio operano in Italia, più che in altri contesti europei - distinguendosi anche dal landscape urbanism - in analogia con quello che da sempre fa l’urbanistica (Secchi, 2005 Viganò, 2014) ponendosi da una posizione più angolata che non rinuncia alla città e all’urbanità ma è capace di cogliere meglio geografie critiche e domande di progetto della contemporaneità. . .

Matera, Il tempo remoto che anticipò il futuro.

Mininni Mariavaleria
2018-01-01

Abstract

Il coinvolgimento di nuovi saperi per rispondere allo spostamento di interessi verso le regioni culturali e spaziali che attengono ad un rinnovato progetto e domanda di paesaggio, sollecitano l’urgenza di una riflessione sul tema della formazione del paesaggista, figura che sembra aver riconquistato una propria autonomia culturale e un sapere tecnico nella dimensione teorica e operativa, particolarmente coinvolto nel progetto della città e dei territori contemporanei (Debating the landscape. Didactical issues, learning processes, training. Seminar 25, 26 and 27 October 2017 Geneva, High School of Landscape, Engineering and Architecture (HEPIA), Geneva, Switzerland) Le competenze sul paesaggio attingono a un sapere antico che si sta aggiornando su una nuova commessa e mestieri che promuove la nozione di paesaggio e la sua domanda di progetto. In alcuni contesti, come la Francia, la formazione da sempre è organizzata dentro un percorso specifico di teorie e pratiche progettuali che prende dall’architettura e dall’urbanistica, come pure dalla geografia, dall’agronomia e dalle scienze naturali, rielaborandole, senza confondere i diversi apporti disciplinari, attribuendo tuttavia sempre di più autonomia ad una scienza del paesaggio (Donadieu, 2013). La condizione di lavoro complessa che i contesti post-metropolitani si trovano oggi ad offrire, incoraggiano una rinnovata sensibilità per il paesaggio, generando una domanda di professionisti specializzati, con una caratterizzazione professionale multidisciplinare, trovando ospitalità soprattutto dentro le discipline della landscape architecture e del landscape planning. L'urbanistica, l'architettura del paesaggio e l’ecologia sono da sempre le discipline che meglio riescono ad intercettare le sfide della contemporaneità, sollecitate dall’urgenza dei grandi cambiamenti ambientali e dalle criticità globali del nostro secolo (consumo di suolo, sprawl, dismissione). Altri sapere, tuttavia, sempre di più sono chiamati in causa per interpretare quel besoin de pajsage che deriva da una mutata relazione uomo-natura che rielabora rappresentazioni e dimensione simbolica dell’abitare contemporaneo (Mininni, 2012). Il presente articolo prova a verificare l’utilità di una ‘scienza del paesaggio’ e della sua formazione a partire dal lavoro di alcuni studiosi soprattutto di scuola francese (Donadieu 2011, Conan 2011, Berque, 2010, Toublanc 2014, Sgard, 2013 ) impegnati da tempo ad organizzare sul paesaggio un nuovo sapere ma anche competenze codificate. Nell’ inseguire i bisogni, e oggi soprattutto i desideri della società, i saperi sul paesaggio operano in Italia, più che in altri contesti europei - distinguendosi anche dal landscape urbanism - in analogia con quello che da sempre fa l’urbanistica (Secchi, 2005 Viganò, 2014) ponendosi da una posizione più angolata che non rinuncia alla città e all’urbanità ma è capace di cogliere meglio geografie critiche e domande di progetto della contemporaneità. . .
2018
978-88-6278-069-8
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11563/136269
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