L'intervento di consolidamento e restauro del castello di Beselga è un caso di studio particolarmente interessante in quanto racchiude una serie di aspetti di grande rilevanza nella ricostruzione di monumenti che hanno subito la perdita di parti costitutive dell’originaria costruzione. L’argomento è di grande attualità in Paesi come l’Italia che hanno un notevole patrimonio architettonico e un territorio estremamente vulnerabile al rischio sismico e idrogeologico. Il lavoro presenta un’analisi critica dell’intervento di consolidamento e restauro del monumento che ha suscitato numerose critiche per la ricostruzione dell’originaria volumetria della costruzione con una struttura metallica a vista che è in netto contrasto con le originarie tecniche costruttive. La fortificazione, nota come Castello di Beselga, è costituita da una torre di guardia di epoca almohade (XII) e da un palazzo signorile risalente alla seconda metà del XV secolo. Secoli di incuria e di abbandono hanno ridotto il monumento alla condizione di un rudere spettrale e quasi privo di significato. Del palazzo signorile si sono preservate solo le mura del prospetto principale e una limitata parte del prospetto nord. La torre almohade ha subito il crollo del tetto e di una parte dell’ultimo piano della costruzione e la perdita di ampie porzioni delle mura perimetrali concentrate nelle zone d’angolo. Nell’anno 2004, un cedimento del terreno di riporto su cui era stato in parte costruito il palazzo ha causato il crollo dei resti delle mura perimetrali del lato nord del palazzo ed ha aggravato ulteriormente il precario stato di conservazione del monumento. Dopo questo drammatico evento, si sono resi necessari dei lavori di somma urgenza finalizzati al consolidamento e restauro del monumento. Si è prioritariamente intervenuti sulle mura perimetrali di altezza pari a 10 m del prospetto sud del palazzo che erano a rischio crollo per effetto vela attraverso la costruzione di una struttura metallica costituita da profili metallici in acciaio. La struttura è ancorata alla muratura nei vuoti della muratura lasciati dai tronchi di legno usati per il sostegno della casseratura del tapial e dell’impalcatura all’epoca della costruzione. La struttura è rivestita da una vernice protettiva di colore grigio azzurrognolo che richiama la colorazione della pietra di Sagunto utilizzata nella costruzione del monumento. Il consolidamento e restauro della torre ha richiesto l’esecuzione di diversi interventi. Le parti mancanti della muratura sono state ripristinate con il reimpiego dei materiali lapidei originali e l’uso di mattoni pieni nel caso della ricostruzione delle mura perimetrali dell’ultimo piano. Le parti ripristinate sono state rinforzate da un intonaco armato di colore neutro che rende le ricostruzioni distinguibili dalle parti esistenti della costruzione.

Il consolidamento e restauro del Castello di Beselga (Valencia, Spagna)

Graziella Bernardo
Writing – Review & Editing
;
Palmero Luis
2018-01-01

Abstract

L'intervento di consolidamento e restauro del castello di Beselga è un caso di studio particolarmente interessante in quanto racchiude una serie di aspetti di grande rilevanza nella ricostruzione di monumenti che hanno subito la perdita di parti costitutive dell’originaria costruzione. L’argomento è di grande attualità in Paesi come l’Italia che hanno un notevole patrimonio architettonico e un territorio estremamente vulnerabile al rischio sismico e idrogeologico. Il lavoro presenta un’analisi critica dell’intervento di consolidamento e restauro del monumento che ha suscitato numerose critiche per la ricostruzione dell’originaria volumetria della costruzione con una struttura metallica a vista che è in netto contrasto con le originarie tecniche costruttive. La fortificazione, nota come Castello di Beselga, è costituita da una torre di guardia di epoca almohade (XII) e da un palazzo signorile risalente alla seconda metà del XV secolo. Secoli di incuria e di abbandono hanno ridotto il monumento alla condizione di un rudere spettrale e quasi privo di significato. Del palazzo signorile si sono preservate solo le mura del prospetto principale e una limitata parte del prospetto nord. La torre almohade ha subito il crollo del tetto e di una parte dell’ultimo piano della costruzione e la perdita di ampie porzioni delle mura perimetrali concentrate nelle zone d’angolo. Nell’anno 2004, un cedimento del terreno di riporto su cui era stato in parte costruito il palazzo ha causato il crollo dei resti delle mura perimetrali del lato nord del palazzo ed ha aggravato ulteriormente il precario stato di conservazione del monumento. Dopo questo drammatico evento, si sono resi necessari dei lavori di somma urgenza finalizzati al consolidamento e restauro del monumento. Si è prioritariamente intervenuti sulle mura perimetrali di altezza pari a 10 m del prospetto sud del palazzo che erano a rischio crollo per effetto vela attraverso la costruzione di una struttura metallica costituita da profili metallici in acciaio. La struttura è ancorata alla muratura nei vuoti della muratura lasciati dai tronchi di legno usati per il sostegno della casseratura del tapial e dell’impalcatura all’epoca della costruzione. La struttura è rivestita da una vernice protettiva di colore grigio azzurrognolo che richiama la colorazione della pietra di Sagunto utilizzata nella costruzione del monumento. Il consolidamento e restauro della torre ha richiesto l’esecuzione di diversi interventi. Le parti mancanti della muratura sono state ripristinate con il reimpiego dei materiali lapidei originali e l’uso di mattoni pieni nel caso della ricostruzione delle mura perimetrali dell’ultimo piano. Le parti ripristinate sono state rinforzate da un intonaco armato di colore neutro che rende le ricostruzioni distinguibili dalle parti esistenti della costruzione.
2018
978-88-6026-245-5
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11563/136195
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