Almeno dalla metà del XII secolo nei pressi di luoghi di culto nei Sassi di Matera dedicati alle martiri Lucia e Agata si raccolsero alcune donne ispirate dal desiderio di condurre vita religiosa, tra le quali emerse nel 1208 la figura dell’influente Mattia di Partinico, che, dopo aver riccamente dotato la comunità, ne divenne badessa. È molto probabile che la donna e la chiesa da lei prescelta avessero un legame ancora vivo con la famiglia dell’ammiraglio Maione di Bari, ucciso nel 1160. La comunità così consolidata, di ispirazione benedettina, utilizzò parte delle grotte e dei luoghi di culto disposti tra l’area di Casalnuovo, ove era la chiesa di S. Lucia alle Malve, e l’estremità della Civita, sino a trovare nel corso del XIV secolo una più acconcia sistemazione negli edifici ancora esistenti sul ciglio della gravina al termine dello sperone della Civita. Nel XVIII secolo con grande caparbietà le monache ottennero il trasferimento sul Piano, negli edifici che attualmente ospitano la sede materana dell’Istituto Centrale di Restauro. Con le soppressioni una parte dei documenti dell’archivio della comunità fu versata alla metà del XIX secolo nel Grande Archivio di Napoli e quindi andò perduta con l’incendio del 1943; quegli stessi documenti sopravvivono, però, grazie alle trascrizioni che ne fece approntare Giustino Fortunato agli inizi del XX secolo, all’interno del suo progetto di edizione di un “Codice Diplomatico Materano”. Quel progetto, rimasto incompiuto e oggi non più praticabile, viene qui utilizzato per pubblicare le trascrizioni che Fortunato commissionò, in modo da restituire almeno una parte della documentazione medievale relativa a Matera e al suo territorio, con un’attenta verifica delle informazioni contenute in quelle trascrizioni alla luce dell’ulteriore documentazione superstite. In questo volume sono pubblicati infatti 40 documenti tratti dal Codice avviato da Fortunato e altri 7 documenti di diversa provenienza, riguardanti la storia del monastero sino alla fine del XV secolo, che permettono di aggiungere tasselli importanti per ricostruire il profilo della Matera medievale e dell’esperienza monastica femminile.

Il Fondo Santa Lucia (1170-1494). Codice Diplomatico di Matera, II

panarelli francesco
2018-01-01

Abstract

Almeno dalla metà del XII secolo nei pressi di luoghi di culto nei Sassi di Matera dedicati alle martiri Lucia e Agata si raccolsero alcune donne ispirate dal desiderio di condurre vita religiosa, tra le quali emerse nel 1208 la figura dell’influente Mattia di Partinico, che, dopo aver riccamente dotato la comunità, ne divenne badessa. È molto probabile che la donna e la chiesa da lei prescelta avessero un legame ancora vivo con la famiglia dell’ammiraglio Maione di Bari, ucciso nel 1160. La comunità così consolidata, di ispirazione benedettina, utilizzò parte delle grotte e dei luoghi di culto disposti tra l’area di Casalnuovo, ove era la chiesa di S. Lucia alle Malve, e l’estremità della Civita, sino a trovare nel corso del XIV secolo una più acconcia sistemazione negli edifici ancora esistenti sul ciglio della gravina al termine dello sperone della Civita. Nel XVIII secolo con grande caparbietà le monache ottennero il trasferimento sul Piano, negli edifici che attualmente ospitano la sede materana dell’Istituto Centrale di Restauro. Con le soppressioni una parte dei documenti dell’archivio della comunità fu versata alla metà del XIX secolo nel Grande Archivio di Napoli e quindi andò perduta con l’incendio del 1943; quegli stessi documenti sopravvivono, però, grazie alle trascrizioni che ne fece approntare Giustino Fortunato agli inizi del XX secolo, all’interno del suo progetto di edizione di un “Codice Diplomatico Materano”. Quel progetto, rimasto incompiuto e oggi non più praticabile, viene qui utilizzato per pubblicare le trascrizioni che Fortunato commissionò, in modo da restituire almeno una parte della documentazione medievale relativa a Matera e al suo territorio, con un’attenta verifica delle informazioni contenute in quelle trascrizioni alla luce dell’ulteriore documentazione superstite. In questo volume sono pubblicati infatti 40 documenti tratti dal Codice avviato da Fortunato e altri 7 documenti di diversa provenienza, riguardanti la storia del monastero sino alla fine del XV secolo, che permettono di aggiungere tasselli importanti per ricostruire il profilo della Matera medievale e dell’esperienza monastica femminile.
2018
9788867661497
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