L’intervento mira a ricostruire, attingendo da documenti di prima mano, l’iter di acquisizione allo stato dei manoscritti di Giacomo Leopardi, rimasti alla sua morte nelle mani di Antonio Ranieri, all’insaputa sia della famiglia Leopardi sia della comunità degli studiosi. Dei cosiddetti manoscritti napoletani di Leopardi (tra cui spicca lo Zibaldone) si ha notizia infatti solo all’apertura del testamento di Ranieri nel 1888: sequestrati e depositati presso il Pio Monte della Misericordia, essi verranno recuperati un decennio più tardi alla collettività da un sapiente intervento giuridico dell’allora Ministro della Pubblica istruzione Emanuele Gianturco, coadiuvato dal suo Capo di Gabinetto, il fine italianista Francesco Torraca. In questo studio si ricostruisce da un lato il rapporto di fattiva collaborazione e fruttuosa amicizia tra i due, entrambi lucani e allievi della seconda scuola di De Sanctis nella Napoli risorgimentale, dall’altro la vicenda parlamentare e politica che conduce all’esame dei manoscritti e alla pubblicazione dello Zibaldone.
Storia di un recupero: Emanuele Gianturco, Francesco Torraca e i manoscritti napoletani di Leopardi
Imbriani Maria Teresa
2017-01-01
Abstract
L’intervento mira a ricostruire, attingendo da documenti di prima mano, l’iter di acquisizione allo stato dei manoscritti di Giacomo Leopardi, rimasti alla sua morte nelle mani di Antonio Ranieri, all’insaputa sia della famiglia Leopardi sia della comunità degli studiosi. Dei cosiddetti manoscritti napoletani di Leopardi (tra cui spicca lo Zibaldone) si ha notizia infatti solo all’apertura del testamento di Ranieri nel 1888: sequestrati e depositati presso il Pio Monte della Misericordia, essi verranno recuperati un decennio più tardi alla collettività da un sapiente intervento giuridico dell’allora Ministro della Pubblica istruzione Emanuele Gianturco, coadiuvato dal suo Capo di Gabinetto, il fine italianista Francesco Torraca. In questo studio si ricostruisce da un lato il rapporto di fattiva collaborazione e fruttuosa amicizia tra i due, entrambi lucani e allievi della seconda scuola di De Sanctis nella Napoli risorgimentale, dall’altro la vicenda parlamentare e politica che conduce all’esame dei manoscritti e alla pubblicazione dello Zibaldone.File | Dimensione | Formato | |
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