Nei territori contemporanei gli usi allargati e la dispersione abitativa hanno prodotto, a partire dalle seconda metà del secolo scorso forme, forme spaziali sempre diverse, una dilatazione del fenomeno urbano che ha investito lo spazio agricolo periurbano. Il periurbano non è un paesaggio inedito ma, come tanti territori dell’età moderna, presenta «ordini spaziali inattesi», nel senso che la sua spazialità non è necessariamente voluta o pensata dagli attori che, in diversa maniera, hanno contribuito a produrlo. Un territorio inatteso, come quello che emerge nella Valle d’Itria, dove il processo storico dell’abitare in campagna sta trasformando profondamente il senso delle relazioni tra l’abitare e il coltivare, trovando un certo avvallo nelle regole di trasformazione degli strumenti di pianificazione. Un caso di periurbanità storicamente fondata su relazioni di prossimità tra città campagna e agricoltura, tra economie e forme di abitabilità, ma che nella contemporaneità presenta forme e ordini sempre più tesi a snaturane la ruralità e che vale la pena di osservare. Le indagini svolte, attingendo da alcune esperienze di spazi, dai modi con cui il territorio agricolo viene declinato e disciplinato nella strumentazione urbanistica, dalle istanze di autorizzazioni paesaggistiche che propongono e richiedono nuovi e inediti usi del territorio con nuovi materiali, dal consumo di suolo che impone nuovi presidi turistico-residenziali o ricettivo-produttivo, sono orientate a proporre un nuovo lessico per il progetto spaziale del territorio, mettendo in luce i modi in cui la periurbanità possa trovare spazio e regole nelle strumentazioni vigenti ed offrire le risposte adeguate per una ridefinizione dei bisogni e delle potenzialità dei territori.
Ruralità periurbana?.il caso della Valle d'Itria
MININNI, MARIAVALERIA;
2014-01-01
Abstract
Nei territori contemporanei gli usi allargati e la dispersione abitativa hanno prodotto, a partire dalle seconda metà del secolo scorso forme, forme spaziali sempre diverse, una dilatazione del fenomeno urbano che ha investito lo spazio agricolo periurbano. Il periurbano non è un paesaggio inedito ma, come tanti territori dell’età moderna, presenta «ordini spaziali inattesi», nel senso che la sua spazialità non è necessariamente voluta o pensata dagli attori che, in diversa maniera, hanno contribuito a produrlo. Un territorio inatteso, come quello che emerge nella Valle d’Itria, dove il processo storico dell’abitare in campagna sta trasformando profondamente il senso delle relazioni tra l’abitare e il coltivare, trovando un certo avvallo nelle regole di trasformazione degli strumenti di pianificazione. Un caso di periurbanità storicamente fondata su relazioni di prossimità tra città campagna e agricoltura, tra economie e forme di abitabilità, ma che nella contemporaneità presenta forme e ordini sempre più tesi a snaturane la ruralità e che vale la pena di osservare. Le indagini svolte, attingendo da alcune esperienze di spazi, dai modi con cui il territorio agricolo viene declinato e disciplinato nella strumentazione urbanistica, dalle istanze di autorizzazioni paesaggistiche che propongono e richiedono nuovi e inediti usi del territorio con nuovi materiali, dal consumo di suolo che impone nuovi presidi turistico-residenziali o ricettivo-produttivo, sono orientate a proporre un nuovo lessico per il progetto spaziale del territorio, mettendo in luce i modi in cui la periurbanità possa trovare spazio e regole nelle strumentazioni vigenti ed offrire le risposte adeguate per una ridefinizione dei bisogni e delle potenzialità dei territori.File | Dimensione | Formato | |
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