Il Lazio presenta ancora delle aree floristicamente poco conosciute o per nulla indaga- te (Anzalone & al. 2005, 2010), fra queste ci sono i territori a cavallo tra Lazio, Umbria e Abruzzo esclusi dal sistema delle Aree Protette, dove l'attenzione dei floristi è stata stori- camente attratta dai maggiori gruppi montuosi dell'Appennino centrale (come Reatini, Sibillini, Laga). In particolare, il settore montuoso che costituisce l’alta Valle del fiume Velino risulta del tutto privo di dati sulla presenza di specie o habitat di interesse conser- vazionistico, come evidenziato dal progetto di individuazione e cartografia delle Aree Importanti per le Piante in Italia (IPA) (Blasi & al. 2011). In questo lavoro vengono presentati i risultati delle indagini condotte nel settore montuoso M.te Pozzoni-M.te Prato-Valle di S. Rufo costituente la testata del bacino del Fiume Velino. L’area di studio è localizzata nel territorio del comune di Cittareale (Rieti) e si estende per circa 300 ha a quote comprese tra 1160 e 1903 m. Il substrato è formato principalmente da calcari e calcari marnosi della successione umbro-marchigiana. La testata della valle è modellata da un evidente circo glaciale. Il fondovalle si presenta in gran parte ricoperto di detrito di versante misto a sedimenti di origine fluvio-glaciale. Il clima è di tipo Temperato Oceanico/Semicontinentale compreso tra il Supratemperato inferiore e l’Orotemperato inferiore Umido/Iperumido. La copertura del suolo attuale è dominata da boschi cedui di faggio e secondariamente di cerro, pascoli a cotico più o meno chiuso, arbusteti, prati da sfalcio e limitate superfici incolte. La flora dell’area è stata indagata effettuando numerose erborizzazioni ed escursioni di campo nei periodi primavera-autunno dal 2008 al 2012. Per la determinazione dei campioni raccolti si è fatto riferimento principalmente alla “Flora d'Italia” di Pignatti e alla “Flora Europaea”. La nomenclatura e la distribuzione ita- liana dei taxa fa riferimento a Conti & al. (2005) e ad altri lavori specifici recenti. I cam- pioni raccolti sono conservati in HLUC e nell’erbario Lattanzi (Roma). Sono state censite circa 800 entità. Tra queste il 16% sono considerate rare o rarissime per il territorio regionale (Achillea tomentosa L., Alchemilla cinerea Buser, Arabis auri- culata Lam., Carex liparocarpos Gaudin, C. panicea L., Conringia austriaca (Jacq.) Sweet, Cotoneaster integerrimus Medik., Gagea minima (L.) Ker Gawl., Genista sagitta- lis L., Hieracium tomentosum L., Hypericum hyssopifolium Chaix, Iris marsica I.Ricci & Colas., Mcneillia graminifolia subsp. clandestina (Port.) Dillenb. & Kadereit, Onobrychis arenaria (Kit.) DC. subsp. arenaria, Ornithogalum refractum Kit. ex Willd., Parnassia palustris L., Pilosella cymosa (L.) F.W.Schultz & Sch.Bip., P. hoppeana (Schult.) F.W.Schultz & Sch.Bip., P. piloselloides subsp. praealta (Gochnat) S.Braut & Greuter,Podospermum laciniatum (L.) DC. subsp. laciniatum, P. purpureum (L.) W.D.J.Koch & Ziz, Senecio provincialis (L.) Druce, Silene nutans L., Trifolium phleoides Willd., Trisetaria villosa (Bertol.) Banfi & Soldano, Viola kitaibeliana Schult); 36 sono conside- rate come a rischio di estinzione e sono inserite nelle Liste Rosse regionali (es. Fritillaria montana Hoppe ex W.D.J.Koch, Tulipa australis Link) e 3 sono risultate nuove per la flora del Lazio: Arum cylindraceum Gasp., Corydalis solida subsp. densiflora (J.Presl & C.Presl) Arcang. ed Erysimum majellense Polatschek. Infine, 6 risultavano come presenze dubbie o non più segnalate per il Lazio: Alopecurus pratensis L. subsp. pratensis, Hieracium bupleroides C.C.Gmel., Klasea nudicaulis (L.) Fourr., Scandix macrorhyncha C.A.Mey e Trisetaria flavescens (L.) Baumg. subsp. flavescens. Le caratteristiche rilevate nell'area di studio, tra cui l'elevato numero di entità censite su una superficie di pochissimi km2, la presenza di numerosi taxa rari e di interesse conser- vazionistico e la completa assenza di specie esotiche, se si eccettuano alcune specie fore- stali utilizzate nei poco estesi rimboschimenti di conifere, evidenziano il buono stato di conservazione dell'area e il suo elevato valore conservazionistico. Questi risultati dimo- strano che le esplorazioni botaniche in settori ancora poco conosciuti, contribuiscono in maniera consistente all'individuazione di aree di alto interesse per la conservazione della diversità vegetale quali le IPA, anche poste al di fuori delle attuali aree protette.

Specie rare e di interesse conservazionistico di un settore poco conosciuto dell'Appennino centrale (Cittareale, Rieti)

ROSATI, LEONARDO
2014-01-01

Abstract

Il Lazio presenta ancora delle aree floristicamente poco conosciute o per nulla indaga- te (Anzalone & al. 2005, 2010), fra queste ci sono i territori a cavallo tra Lazio, Umbria e Abruzzo esclusi dal sistema delle Aree Protette, dove l'attenzione dei floristi è stata stori- camente attratta dai maggiori gruppi montuosi dell'Appennino centrale (come Reatini, Sibillini, Laga). In particolare, il settore montuoso che costituisce l’alta Valle del fiume Velino risulta del tutto privo di dati sulla presenza di specie o habitat di interesse conser- vazionistico, come evidenziato dal progetto di individuazione e cartografia delle Aree Importanti per le Piante in Italia (IPA) (Blasi & al. 2011). In questo lavoro vengono presentati i risultati delle indagini condotte nel settore montuoso M.te Pozzoni-M.te Prato-Valle di S. Rufo costituente la testata del bacino del Fiume Velino. L’area di studio è localizzata nel territorio del comune di Cittareale (Rieti) e si estende per circa 300 ha a quote comprese tra 1160 e 1903 m. Il substrato è formato principalmente da calcari e calcari marnosi della successione umbro-marchigiana. La testata della valle è modellata da un evidente circo glaciale. Il fondovalle si presenta in gran parte ricoperto di detrito di versante misto a sedimenti di origine fluvio-glaciale. Il clima è di tipo Temperato Oceanico/Semicontinentale compreso tra il Supratemperato inferiore e l’Orotemperato inferiore Umido/Iperumido. La copertura del suolo attuale è dominata da boschi cedui di faggio e secondariamente di cerro, pascoli a cotico più o meno chiuso, arbusteti, prati da sfalcio e limitate superfici incolte. La flora dell’area è stata indagata effettuando numerose erborizzazioni ed escursioni di campo nei periodi primavera-autunno dal 2008 al 2012. Per la determinazione dei campioni raccolti si è fatto riferimento principalmente alla “Flora d'Italia” di Pignatti e alla “Flora Europaea”. La nomenclatura e la distribuzione ita- liana dei taxa fa riferimento a Conti & al. (2005) e ad altri lavori specifici recenti. I cam- pioni raccolti sono conservati in HLUC e nell’erbario Lattanzi (Roma). Sono state censite circa 800 entità. Tra queste il 16% sono considerate rare o rarissime per il territorio regionale (Achillea tomentosa L., Alchemilla cinerea Buser, Arabis auri- culata Lam., Carex liparocarpos Gaudin, C. panicea L., Conringia austriaca (Jacq.) Sweet, Cotoneaster integerrimus Medik., Gagea minima (L.) Ker Gawl., Genista sagitta- lis L., Hieracium tomentosum L., Hypericum hyssopifolium Chaix, Iris marsica I.Ricci & Colas., Mcneillia graminifolia subsp. clandestina (Port.) Dillenb. & Kadereit, Onobrychis arenaria (Kit.) DC. subsp. arenaria, Ornithogalum refractum Kit. ex Willd., Parnassia palustris L., Pilosella cymosa (L.) F.W.Schultz & Sch.Bip., P. hoppeana (Schult.) F.W.Schultz & Sch.Bip., P. piloselloides subsp. praealta (Gochnat) S.Braut & Greuter,Podospermum laciniatum (L.) DC. subsp. laciniatum, P. purpureum (L.) W.D.J.Koch & Ziz, Senecio provincialis (L.) Druce, Silene nutans L., Trifolium phleoides Willd., Trisetaria villosa (Bertol.) Banfi & Soldano, Viola kitaibeliana Schult); 36 sono conside- rate come a rischio di estinzione e sono inserite nelle Liste Rosse regionali (es. Fritillaria montana Hoppe ex W.D.J.Koch, Tulipa australis Link) e 3 sono risultate nuove per la flora del Lazio: Arum cylindraceum Gasp., Corydalis solida subsp. densiflora (J.Presl & C.Presl) Arcang. ed Erysimum majellense Polatschek. Infine, 6 risultavano come presenze dubbie o non più segnalate per il Lazio: Alopecurus pratensis L. subsp. pratensis, Hieracium bupleroides C.C.Gmel., Klasea nudicaulis (L.) Fourr., Scandix macrorhyncha C.A.Mey e Trisetaria flavescens (L.) Baumg. subsp. flavescens. Le caratteristiche rilevate nell'area di studio, tra cui l'elevato numero di entità censite su una superficie di pochissimi km2, la presenza di numerosi taxa rari e di interesse conser- vazionistico e la completa assenza di specie esotiche, se si eccettuano alcune specie fore- stali utilizzate nei poco estesi rimboschimenti di conifere, evidenziano il buono stato di conservazione dell'area e il suo elevato valore conservazionistico. Questi risultati dimo- strano che le esplorazioni botaniche in settori ancora poco conosciuti, contribuiscono in maniera consistente all'individuazione di aree di alto interesse per la conservazione della diversità vegetale quali le IPA, anche poste al di fuori delle attuali aree protette.
2014
978-88-85915-10-7
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11563/112215
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