Nel nostro Paese recentemente sono stati realizzati interventi formativi organizzati dall’Amministrazione scolastica, resi validi attraverso il coinvolgimento della comunità scientifica e accademica, con lo scopo di implementare le competenze dei docenti e dei dirigenti scolastici in tema di inclusione degli alunni con BES. La pubblicazione presenta i risultati di una ricerca empirica da cui emerge un’insufficiente ricaduta in termini di disseminazione in area regionale. Condizionano l’innovazione, tra l’altro, forme di refrattarietà verso strumenti tradizionalmente ritenuti appannaggio del settore sanitario, come i sistemi di classificazione. Da ciò l’approccio, carente ed inadeguato, con il modello ICF, nonostante la sua connotazione bio-psico-sociale. Emergono anche difficoltà nel portare avanti ogni discorso, recepito come teorico e predicatorio, tendente a trasformare la scuola in contesto ideale dove ogni alunno possa autoaffermarsi, sostenuto nel suo funzionamento dalla rimozione degli ostacoli e dall’attivazione di adeguati facilitatori, per liberare il suo desiderio di attività e di partecipazione. Punto di forza, guardando avanti, è intravisto nella ricerca-azione da rendere pervasiva in ogni ambiente formativo. Tale metodologia, grazie all’intreccio tra teoria e pratica e al coinvolgimento corresponsabile nella presa in carico di tutti gli alunni, pone i docenti nelle condizioni di aprirsi ad ogni forma di sperimentazione, impegnati a migliorare sul campo le proprie competenze professionali a beneficio di una scuola autenticamente inclusiva.
Inclusione e BES: stato dell'arte e prospettive. Una ricerca sul campo
MILITO, DOMENICO
2014-01-01
Abstract
Nel nostro Paese recentemente sono stati realizzati interventi formativi organizzati dall’Amministrazione scolastica, resi validi attraverso il coinvolgimento della comunità scientifica e accademica, con lo scopo di implementare le competenze dei docenti e dei dirigenti scolastici in tema di inclusione degli alunni con BES. La pubblicazione presenta i risultati di una ricerca empirica da cui emerge un’insufficiente ricaduta in termini di disseminazione in area regionale. Condizionano l’innovazione, tra l’altro, forme di refrattarietà verso strumenti tradizionalmente ritenuti appannaggio del settore sanitario, come i sistemi di classificazione. Da ciò l’approccio, carente ed inadeguato, con il modello ICF, nonostante la sua connotazione bio-psico-sociale. Emergono anche difficoltà nel portare avanti ogni discorso, recepito come teorico e predicatorio, tendente a trasformare la scuola in contesto ideale dove ogni alunno possa autoaffermarsi, sostenuto nel suo funzionamento dalla rimozione degli ostacoli e dall’attivazione di adeguati facilitatori, per liberare il suo desiderio di attività e di partecipazione. Punto di forza, guardando avanti, è intravisto nella ricerca-azione da rendere pervasiva in ogni ambiente formativo. Tale metodologia, grazie all’intreccio tra teoria e pratica e al coinvolgimento corresponsabile nella presa in carico di tutti gli alunni, pone i docenti nelle condizioni di aprirsi ad ogni forma di sperimentazione, impegnati a migliorare sul campo le proprie competenze professionali a beneficio di una scuola autenticamente inclusiva.File | Dimensione | Formato | |
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