Questo testo è volto essenzialmente a mostrare la funzione decisiva che riveste la valutazione diagnostica ai fini della pianificazione e implementazione di processi di apprendimento-insegnamento dotati di reale efficacia e sostanzialmente improntati a principi e criteri fondati sul piano scientifico, in quanto corroborati dall’impiego di modelli teorico-applicativi e di strumenti di rilevazione validati e ampiamente collaudati attraverso prassi didattico-educative consolidate o, in alcuni casi, in altri contesti in cui la pratica del testing e la ricerca in campo psicometrico e docimologico trovano applicazione. Nella prima parte del libro vengono circostanziatamente illustrate le ragioni che danno fondamento alla necessità di impostare il lavoro didattico sulla base di un insieme di dati ed informazioni, opportunamente elaborati ed organizzati, raccolti in sede di valutazione diagnostica. Nei capitoli iniziali sono altresì chiariti il significato e il valore dell’approccio diagnostico alla conoscenza dell’alunno, in contrasto con impostazioni ed atteggiamenti legati a modelli pedagogico-didattici più tradizionali, nei quali prevale l’esigenza di interpretare le pre-condizioni e i pre-requisiti dell’apprendimento in termini prognostici e/o di potenziale di apprendimento. Nella seconda parte viene presentato un modello originale, elaborato dall’autore, di valutazione diagnostica, il quale trova applicazione in un esteso ventaglio di situazioni didattiche e formative particolari, attraverso l’utilizzo di uno strumento direttamente connesso al modello stesso, definito Profilo in Ingresso dell’Alunno. Tanto il modello quanto lo strumento proposti dall’autore si configurano come il risultato di un approccio fondato sull’esigenza di analizzare condizioni e fattori dell’apprendimento considerando la personalità dell’alunno “a 360 gradi”, in accordo con il presupposto che quest’ultimo sia coinvolto nel processo formativo non già esclusivamente in ragione della mobilitazione di attività di natura strettamente cognitiva (premessa su cui si basa, in particolare, l’esigenza di considerare conoscenze, abilità e competenze pregresse, a cui si limita generalmente l’orizzonte complessivo della valutazione in entrata nell’approccio più tradizionale e consueto), fra cui il modello proposto annovera non soltanto i pre-requisiti generali e disciplinari, ma anche la padronanza linguistica ed il grado di efficienza di alcuni processi di ordine cognitivo di carattere molto generale quali la memoria, l’attenzione e la metacognizione, ma anche di processi da ricondurre alla dimensione affettivo-relazionale. Fra questi ultimi vengono in particolare considerati la motivazione ad apprendere, gli atteggiamenti, la socialità (intesa quale livello di sviluppo di un quadro relazionale concreto e di comportamenti e competenze ad esso legati, quali la collaboratività, la capacità di dialogo, il rispetto dell’opinione altrui, il rispetto delle regole e la lealtà nelle attività, anche di tipo ludico, svolte in gruppo o in squadra e, più in generale, ogni competenza di natura pro-sociale), il livello di socializzazione (intesa quale processo di maturazione della propria identità sociale, ossia, in altri termini, di una coscienza etico-civile, processo che fa riferimento ad un quadro di relazionalità più esteso ed “astratto”, vale a dire al contesto della comunità politico-civile di appartenenza). Seguendo questa impostazione, il Profilo in Ingresso dell’Alunno viene articolato in dodici sezioni specifiche, le quali annoverano, oltre ai settori relativi all’area cognitiva ed a quella affettivo-relazionale già indicati, anche un insieme di dati anamnestici e di sfondo relativi al contesto familiare e socio-culturale di provenienza, alla carriera scolastica pregressa, agli interessi personali, alle attività extra-scolastiche e così via. Per ciascuna delle dimensioni specifiche considerate, viene presentato, dapprima, un modello teorico-interpretativo dei processi psico-cognitivi, psico-affettivi o psico-relazionali coinvolti, elaborato nell’ambito di qualche branca disciplinare specifica della ricerca in campo psico-pedagogico - come, ad esempio, la psicologia cognitiva e dell’apprendimento o la psicologia sociale - ed altamente accreditato; in riferimento al modello teorico assunto, viene poi proposto un elenco di variabili e indicatori la cui rilevazione risulta utile ai fini di delineare un quadro sufficientemente esauriente e attendibile del livello di sviluppo del discente nell’area corrispondente; vengono, infine, presentati gli strumenti di rilevazione utili ad ottenere i dati – di natura quantitativa o qualitativa - necessari a stabilire tale grado di sviluppo e sulla cui base approntare le linee di una programmazione didattico-educativa individualizzata quanto più possibile declinata sugli specifici ed effettivi bisogni formativi dell’alunno. Tanto per fare alcuni esempi, ai fini dell’accertamento della padronanza linguistica, vengono proposti strumenti quali il glotto-kit, i test di comprensione della lettura (T.C.L. e cloze test) e la griglia I.E.A. per la rilevazione delle competenze di produzione scritta; ai fini dell’accertamento del grado di motivazione ad apprendere e degli atteggiamenti, vengono proposti alcuni strumenti costruiti secondo il modello della scala di Likert; ai fini della rilevazione del grado di integrazione e del ruolo assunto nel gruppo-classe, viene presentato il socio-test di Moreno. Oltre a proporre alcuni strumenti specifici da lui stesso predisposti e validati, l’autore di questo libro ha in prima persona collaborato, tramite la partecipazione a specifiche indagini realizzate nel contesto italiano o internazionale, alla elaborazione e/o alla validazione su grandi campioni di molti altri degli strumenti presentati. Di ciascuno strumento proposto nei rispettivi capitoli del testo si illustrano in sintesi il funzionamento e le modalità di utilizzo. Il Profilo in Ingresso dell’Alunno costituisce, in ultima analisi, un dossier del singolo alunno che inizia ad essere compilato dai docenti e da altre eventuali figure professionali nella fase di ingresso da parte di questi in un nuovo segmento o ciclo dell’istruzione-formazione, ed esercita perciò essenzialmente una funzione propedeutica alla programmazione curricolare, “fotografando”, per dir così, il livello di sviluppo complessivo dell’alunno in tale momento. Tale dossier può essere nondimeno aggiornato ed integrato in fasi e snodi successivi dell’itinerario formativo, accompagnando l’alunno lungo l’intero percorso e registrando i progressi compiuti e gli stadi della maturazione via via raggiunti, svolgendo in tal modo una funzione analoga a quella svolta dalla “cartella clinica” nel contesto medico-sanitario.

Valutazione diagnostica

LASTRUCCI, Emilio
2004-01-01

Abstract

Questo testo è volto essenzialmente a mostrare la funzione decisiva che riveste la valutazione diagnostica ai fini della pianificazione e implementazione di processi di apprendimento-insegnamento dotati di reale efficacia e sostanzialmente improntati a principi e criteri fondati sul piano scientifico, in quanto corroborati dall’impiego di modelli teorico-applicativi e di strumenti di rilevazione validati e ampiamente collaudati attraverso prassi didattico-educative consolidate o, in alcuni casi, in altri contesti in cui la pratica del testing e la ricerca in campo psicometrico e docimologico trovano applicazione. Nella prima parte del libro vengono circostanziatamente illustrate le ragioni che danno fondamento alla necessità di impostare il lavoro didattico sulla base di un insieme di dati ed informazioni, opportunamente elaborati ed organizzati, raccolti in sede di valutazione diagnostica. Nei capitoli iniziali sono altresì chiariti il significato e il valore dell’approccio diagnostico alla conoscenza dell’alunno, in contrasto con impostazioni ed atteggiamenti legati a modelli pedagogico-didattici più tradizionali, nei quali prevale l’esigenza di interpretare le pre-condizioni e i pre-requisiti dell’apprendimento in termini prognostici e/o di potenziale di apprendimento. Nella seconda parte viene presentato un modello originale, elaborato dall’autore, di valutazione diagnostica, il quale trova applicazione in un esteso ventaglio di situazioni didattiche e formative particolari, attraverso l’utilizzo di uno strumento direttamente connesso al modello stesso, definito Profilo in Ingresso dell’Alunno. Tanto il modello quanto lo strumento proposti dall’autore si configurano come il risultato di un approccio fondato sull’esigenza di analizzare condizioni e fattori dell’apprendimento considerando la personalità dell’alunno “a 360 gradi”, in accordo con il presupposto che quest’ultimo sia coinvolto nel processo formativo non già esclusivamente in ragione della mobilitazione di attività di natura strettamente cognitiva (premessa su cui si basa, in particolare, l’esigenza di considerare conoscenze, abilità e competenze pregresse, a cui si limita generalmente l’orizzonte complessivo della valutazione in entrata nell’approccio più tradizionale e consueto), fra cui il modello proposto annovera non soltanto i pre-requisiti generali e disciplinari, ma anche la padronanza linguistica ed il grado di efficienza di alcuni processi di ordine cognitivo di carattere molto generale quali la memoria, l’attenzione e la metacognizione, ma anche di processi da ricondurre alla dimensione affettivo-relazionale. Fra questi ultimi vengono in particolare considerati la motivazione ad apprendere, gli atteggiamenti, la socialità (intesa quale livello di sviluppo di un quadro relazionale concreto e di comportamenti e competenze ad esso legati, quali la collaboratività, la capacità di dialogo, il rispetto dell’opinione altrui, il rispetto delle regole e la lealtà nelle attività, anche di tipo ludico, svolte in gruppo o in squadra e, più in generale, ogni competenza di natura pro-sociale), il livello di socializzazione (intesa quale processo di maturazione della propria identità sociale, ossia, in altri termini, di una coscienza etico-civile, processo che fa riferimento ad un quadro di relazionalità più esteso ed “astratto”, vale a dire al contesto della comunità politico-civile di appartenenza). Seguendo questa impostazione, il Profilo in Ingresso dell’Alunno viene articolato in dodici sezioni specifiche, le quali annoverano, oltre ai settori relativi all’area cognitiva ed a quella affettivo-relazionale già indicati, anche un insieme di dati anamnestici e di sfondo relativi al contesto familiare e socio-culturale di provenienza, alla carriera scolastica pregressa, agli interessi personali, alle attività extra-scolastiche e così via. Per ciascuna delle dimensioni specifiche considerate, viene presentato, dapprima, un modello teorico-interpretativo dei processi psico-cognitivi, psico-affettivi o psico-relazionali coinvolti, elaborato nell’ambito di qualche branca disciplinare specifica della ricerca in campo psico-pedagogico - come, ad esempio, la psicologia cognitiva e dell’apprendimento o la psicologia sociale - ed altamente accreditato; in riferimento al modello teorico assunto, viene poi proposto un elenco di variabili e indicatori la cui rilevazione risulta utile ai fini di delineare un quadro sufficientemente esauriente e attendibile del livello di sviluppo del discente nell’area corrispondente; vengono, infine, presentati gli strumenti di rilevazione utili ad ottenere i dati – di natura quantitativa o qualitativa - necessari a stabilire tale grado di sviluppo e sulla cui base approntare le linee di una programmazione didattico-educativa individualizzata quanto più possibile declinata sugli specifici ed effettivi bisogni formativi dell’alunno. Tanto per fare alcuni esempi, ai fini dell’accertamento della padronanza linguistica, vengono proposti strumenti quali il glotto-kit, i test di comprensione della lettura (T.C.L. e cloze test) e la griglia I.E.A. per la rilevazione delle competenze di produzione scritta; ai fini dell’accertamento del grado di motivazione ad apprendere e degli atteggiamenti, vengono proposti alcuni strumenti costruiti secondo il modello della scala di Likert; ai fini della rilevazione del grado di integrazione e del ruolo assunto nel gruppo-classe, viene presentato il socio-test di Moreno. Oltre a proporre alcuni strumenti specifici da lui stesso predisposti e validati, l’autore di questo libro ha in prima persona collaborato, tramite la partecipazione a specifiche indagini realizzate nel contesto italiano o internazionale, alla elaborazione e/o alla validazione su grandi campioni di molti altri degli strumenti presentati. Di ciascuno strumento proposto nei rispettivi capitoli del testo si illustrano in sintesi il funzionamento e le modalità di utilizzo. Il Profilo in Ingresso dell’Alunno costituisce, in ultima analisi, un dossier del singolo alunno che inizia ad essere compilato dai docenti e da altre eventuali figure professionali nella fase di ingresso da parte di questi in un nuovo segmento o ciclo dell’istruzione-formazione, ed esercita perciò essenzialmente una funzione propedeutica alla programmazione curricolare, “fotografando”, per dir così, il livello di sviluppo complessivo dell’alunno in tale momento. Tale dossier può essere nondimeno aggiornato ed integrato in fasi e snodi successivi dell’itinerario formativo, accompagnando l’alunno lungo l’intero percorso e registrando i progressi compiuti e gli stadi della maturazione via via raggiunti, svolgendo in tal modo una funzione analoga a quella svolta dalla “cartella clinica” nel contesto medico-sanitario.
2004
9788873462750
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